“Challenge”: la sfida degli adolescenti sui social
I consigli della Polizia di Stato ai genitori
Maurizio Calipari
Si chiama “challenge”, la sfida che alcuni adolescenti accettano sui social. Balletti, canzoni e prove di abilità assolutamente innocue, ma anche più pericolose come nel “Skullbreaker challenge”, con il quale si cerca di “rompere la testa” con uno sgambetto, fino anche a quelle in cui si chiede di legarsi una cintura al collo per provocare asfissia come nella “Blackout challenge”.
“I social non sono pericolosi in sé ma è pericoloso l’uso che se ne può fare lanciando sfide folli o accettandole anche a rischio della vita”, viene riportato sul sito della Polizia di Stato che propone alcuni piccoli consigli di buon senso ai genitori degli adolescenti che potrebbero trovarsi di fronte ad una di queste sfide.
Parlate ai ragazzi delle nuove sfide che girano in Rete in modo che non ne subiscano il fascino; alcune challenge espongono a rischi medici (assunzione di saponi, medicinali, sostanze di uso comune come cannella, sale, bicarbonato), altre inducono a compiere azioni che possono produrre gravi ferimenti a sé o agli altri (selfie estremi, soffocamento autoindotto, sgambetti, salti su auto in corsa, distendersi sui binari).
Assicuratevi che abbiano chiaro quali rischi si corrono a partecipare alle sfide online. I ragazzi spesso si credono immortali e invincibili per una immaturità delle loro capacità di prevedere le conseguenze di ciò che fanno.
Monitorate la navigazione e l’uso delle app social, anche stabilendo un tempo massimo da trascorrere connessi. Mostratevi curiosi verso ciò che tiene i ragazzi incollati agli smartphone: potrete capire meglio cosa li attrae e come guidarli nell’uso in modo da essere sempre al sicuro.
Se trovate in rete video riguardanti sfide pericolose, se sui social compaiono inviti a partecipare a challenge, se i vostri figli ricevono da coetanei video riguardanti le sfide, segnalateli subito alla Polizia postale anche online sul sito del commissariato di ps online