Rubrica a cura di Oriana Danieli
A questo articolo ha collaborato Katia Gambaro
Bentrovati, cari bambini! È iniziato un nuovo mese e il Vangelo dell’Evangelista Giovanni, proposto in questa terza Domenica di Quaresima, il 7 Marzo, ci racconta un altro episodio della missione di Gesù: “Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo (l’amore profondo) per la tua casa mi divorerà»…”.
Che cosa succede bambini? Gesù sembra essere arrabbiato! Come mai? In realtà Gesù non era arrabbiato, perché la rabbia è un sentimento che non viene da Dio e, quindi, non può essere nel suo cuore; di sicuro però era molto deluso e rattristato. Ne abbiamo capito il motivo? Il Tempio, come le nostre chiese di oggi, era un luogo sacro perché lì c’era Dio. Un luogo di silenzio e di preghiera: di grande rispetto. Allora perché ci si trovavano i commercianti, gli animali e venditori di ogni tipo? Perché questo comportamento? Perché, come abbiamo detto tante volte, se le persone non incontrano il Signore, non lo ascoltano e se non lo ascoltano non imparano a conoscerlo e se non lo conoscono non capiscono quanto Lui le ami e, di conseguenza, non lo amano nemmeno loro. Non capita così in famiglia? Non vogliamo tanto bene ai nostri genitori perché sappiamo che loro ci amano tantissimo? Che ci proteggono e vogliono solo il nostro bene? La nostra famiglia è preziosa perché noi sappiamo di essere preziosi per loro. E se qualcuno prova a mancargli di rispetto, come reagiamo? Non bene sicuramente, perché quello che si ama è sacro e nessuno deve toccarlo.
Bene, a maggior ragione, non dimentichiamo mai che Dio è nostro Padre, il Padre di tutti, anche di quelli che non lo cercano; ma Lui ama ognuno di noi nello stesso modo. Gesù sa bene quanto l’amore del Padre sia grande perché lo condivide con Lui nel suo cuore, quindi: quanto dolore può aver provato in quel momento vedendo come questo grande amore fosse insultato dal comportamento di quelle persone? Questo non ci fa venire in mente una domanda, bambini? Ma io come mi comporto con Dio? Ho rispetto di Lui? Anche quando sono in chiesa, che cosa faccio? Parlo a voce alta e mi guardo in giro impaziente di andare via, oppure cerco di capire dove sono e che cosa sta accadendo? Magari provando a mettermi in silenzio e in ascolto, proprio come era stato proposto di fare? Sì bambini, quella è la strada giusta! Sapete una cosa? Non è tutto automatico e non è tutto veloce.
Ci vuole tempo per conoscersi e per capire, ma la cosa bella è che la maggior parte del lavoro lo fa il Signore per noi: basta solo il primo passo. Piano piano comincerete a sentire la presenza di Dio in voi, sentirete sempre più il bisogno di quei momenti di silenzio e di preghiera, magari proprio in chiesa, e comincerete a capire cosa provava Gesù a vedere tante persone che non avevano la minima idea di quanto amore stavano sprecando. Quindi, bambini, che ne pensate? Non è forse il caso di cogliere l’occasione di cominciare questa conoscenza con il Signore? Allora sì che farete come Gesù: non rovescerete certo i banchi, ma aiuterete Dio a rovesciare i cuori di chi non sa che Lui è qui per noi.