Omelia di Mons. Lagnese
Solennità dell’Annunciazione del Signore
Parrocchia S. Domenico in SS. Annunziata
Is 7,10-14; Eb 10,4-10; Lc 1,26-38
Anna Di Meglio
Il Vescovo Pietro ha presieduto mercoledì 24 marzo scorso la celebrazione eucaristica nei Primi Vespri per la Solennità dell’Annunciazione del Signore presso la chiesa di S. Domenico in Campagnano.
Pur rimanendo nel solco della tradizione che vuole questa festa legata all’immagine e al culto di Maria e che ricorda un momento importantissimo della sua vita – l’annuncio da parte dell’angelo che cambierà per sempre la sua esistenza -, Mons. Lagnese ha voluto allargare il campo di attenzione precisando che con questa amata festa abbiamo l’occasione di «contemplare un mistero fondamentale della nostra fede: l’incarnazione del Signore.
Questa festa rimanda al Natale, viene infatti celebrata esattamente nove mesi prima del Natale, essa è sì la festa di Maria, ma è soprattutto la festa che parla della nostra salvezza». È importante dunque guardare a questa festa nel suo significato più ampio, che è la storia della salvezza, un percorso a tappe che muove dalla scelta originaria di Dio di venire a vivere in mezzo a noi, ma, ancor prima, dalla scelta di salvare l’uomo, la sua creatura amata, che si era persa, come ci racconta il libro della Genesi, quando Dio cerca l’uomo Adamo che si era nascosto.
«Dio si mette alla ricerca di una umanità che aveva smarrito se stessa, perché aveva smarrito Dio».
La festa dell’Annunciazione consente di contemplare come in questo percorso di recupero e di salvezza si faccia un passo avanti, quello in cui Dio decide di scendere in mezzo a noi: «facciamo memoria di questo scandaloso evento di Dio che si fa uomo» e in questa prospettiva Maria svolge un ruolo fondamentale, perché
il suo ‘si’ consente al percorso di proseguire e questo è il motivo per cui l’angelo esorta Maria a gioire: “Rallegrati!” le dice infatti.
Questa festa rimanda al Natale, viene
infatti celebrata esattamente nove mesi
prima del Natale, essa è sì la festa di
Maria, ma è soprattutto la festa che
parla della nostra salvezza
Ma con Maria deve gioire tutta l’umanità, deve rallegrarsi perché Dio non si è stancato di cercare l’uomo e di guardarlo con gli occhi della misericordia. Ma Mons. Lagnese allarga ancora il quadro della salvezza e ci fa notare che questa festa ci proietta anche all’interno della S.S. Trinità, dove si realizza un altro ‘sì’ che cronologicamente viene prima di quello di Maria.
E in realtà il primo ‘sì’ che viene pronunciato – ha precisato il Vescovo Pietro – è quello di Dio all’uomo, cui fa seguito un secondo ‘sì’, quello del Figlio, quello di Gesù, così come ci viene richiamato nella Lettera agli Ebrei, dalla quale è tratto il brano che costituisce la Prima Le
ttura: “Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà” ha detto Cristo, accettando di farsi uomo, per camminare con noi nella storia e portare avanti il disegno della salvezza.
Dunque c’è una catena di ‘sì’ impegnativi e fondamentali che consentono di arrivare a noi. Quando è stato il suo turno Maria ha risposto senza esitazioni, ha pronunciato il terzo ‘sì’ e ha detto con gioia: “Eccomi! Sono la serva del Signore”, la stessa gioia – ci ha detto Mons. Lagnese – che dovremmo avere anche noi, anche noi dovremmo dire: “Eccomi! voglio fare la tua volontà!”. «Maria ha risposto con gioia e convinzione, non con la rassegnazione che invece spesso contraddistingue il nostro operato umano.
Il quarto ‘sì’ è dell’uomo, quello che
consentirà di ripetere il miracolo che è
avvenuto nel grembo di Maria
Maria accetta, ma facendo suo il progetto di Dio, sposandolo e condividendolo, accogliendo in tal modo lo Spirito Santo nel suo grembo, lei ‘il giardino chiuso’, la ‘fontana sigillata’ di cui parla il Cantico dei Cantici. Grazie a lei, Dio ha potuto farsi uomo e grazie a lei per noi è iniziata una nuova avventura».
Ma il cerchio non è ancora chiuso, manca l’ultimo ‘sì’, quello che consente di portare a termine il percorso di salvezza. Il quarto ‘sì’ è dell’uomo, quello che consentirà di ripetere il miracolo che è avvenuto nel grembo di Maria. Quel miracolo si ripete ancora oggi da secoli in ogni singola celebrazione eucaristica, incessantemente: Dio si fa carne per noi, viene a stare in mezzo a noi.
La grazia che Mons. Lagnese ha chiesto in occasione della festa dell’Annunciazione è stata pertanto di riuscire a fare, sull’esempio di Maria, ma anche di Gesù, la volontà del Signore: «Vogliamo entrare nei tuoi progetti di vita, vogliamo fidarci di te come ha fatto Maria, sapendo che tu puoi fare cose belle nella nostra vita, ma anche attraverso di noi nella vita dei nostri fratelli».
Facciamo memoria di questo
scandaloso evento di Dio
che si fa uomo e in questa prospettiva
Maria svolge un ruolo fondamentale
È necessario – ha concluso il Vescovo – rinnovare il nostro consenso, la nostra adesione al disegno che Dio ha preparato per noi. «Il Signore benedica, per intercessione di Maria, la nostra Diocesi, i nostri sacerdoti, il popolo di Dio e le famiglie di questa comunità, perché alla scuola di Maria possiamo imparare l’arte del ‘sì’ e sperimentiamo che quando noi diciamo ‘sì’, si realizzano cose stupende».