Investire sulla diffusione del senso civico
Con la pandemia si è visto il ritorno delle caste, l’aggravarsi delle diseguaglianze, l’affermarsi delle furbizie e degli egoismi
Ha ragione chi dice che la pandemia ha reso evidente ciò che già c’era, lo ha rivelato, lo ha messo in luce. Tra le altre cose, la povertà che aumenta, il disagio dei ragazzi, la diseguaglianza tra ricchi e no che si amplia, la pandemia ha anche fatto emergere i vecchi vizi italiani di sempre e ce li ha restituiti più grandi.
I furbetti, i cinici, i cialtroncelli del vaccino, quelli che saltano la coda, ci mettono davvero a disagio. Rivelando un deficit gravissimo, il venir meno del senso civico, quell’insieme di comportamenti e atteggiamenti che attengono al rispetto degli altri e delle regole di vita in una comunità, a tutti i livelli, in chi governa e in chi è governato.
E si tratta di un deficit grave e almeno pari alla mancanza di vaccini. Bene ha fatto Draghi, in maniera assai diretta, a dire una cosa terribile: in diverse situazioni locali gli anziani e le persone a rischio sono stati scavalcati nella precedenza dei vaccini. La cosa non è indolore. Ha avuto conseguenze molto gravi. Nell’immediato più ricoveri, più decessi.
Nel futuro più difficoltà per chi ha imprese che devono restare ancora chiuse perché il contagio continua a correre. Il fatto che abbiano avuto “poche dosi da Roma”, come dice qualche Governatore, non scusa il fatto che le Regioni abbiano usato quelle dosi nel modo più sbagliato. Se hai poche munizioni, non centrare la mira è ancora più colpevole e grave.
Perché mai privilegiare professori universitari? O magistrati? O avvocati e giornalisti? Ma anche il Governo centrale, il passato Governo, ha le sue gravi responsabilità. È mai possibile che con una nota del ministro Speranza solo l’8 marzo sia stata stabilita la priorità per soggetti affetti da disabilità fisica, sensoriale, intellettiva, psichica corrispondenti ai portatori di handicap gravi?
Con un’efficacia nella comunicazione che nessuno gli riconosceva sino a poche settimane fa, il premier ha anche nominato altre furbizie sottolineando come “I cittadini europei hanno la sensazione di essere stati ingannati da alcune case farmaceutiche, penso soprattutto ad AstraZeneca”.
Insomma, la denuncia di altre furbizie, quelle delle Big Pharma che sul Covid-19 hanno moltiplicato gli utili senza rispettare i contratti con i Governi che hanno finanziato la loro ricerca. Solo nel 2021 si venderanno nel mondo almeno dieci miliardi di dosi di vaccini, che porteranno ai gruppi farmaceutici tra 120 e 150 miliardi di dollari di ricavi in più.
Sappiamo che le democrazie si reggono se e in quanto ci si affida in primo luogo a se stessi, alla propria disponibilità ad essere cittadini attivi, a concorrere comunque al bene comune perseguendo obiettivi di interesse generale. “A partire da noi” come recitava il titolo del Congresso di Cittadinanza attiva che si è celebrato proprio in questi giorni.
Come ha recentemente detto il vicepresidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato: “la democrazia non c’è senza coesione sociale; e la coesione sociale, per essere mantenuta attraverso il riconoscimento reciproco e la mutua solidarietà dei cittadini, esige il mantenimento di un ragionevole tasso di eguaglianza.
In assenza di ciò potranno esserci turbolenze difficilmente governate, aree territoriali e sociali di fatto e permanentemente sottratte al governo delle istituzioni, nel migliore dei casi apatia diffusa e chiusura di ciascuno nel proprio, individuale destino: condizioni tutte contrarie alla soluzione dei problemi comuni attraverso i canali e le procedure democratiche e foriere perciò di svolte autoritarie”.
Si capisce allora come sia urgente, per sottrarsi all’insopportabile peso delle diseguaglianze, al ritorno delle caste, degli egoismi (come quelle dei sanitari no vax che non si preoccupano di chi sono chiamati ad assistere) e delle furbizie grandi e piccole, fare un grande investimento sulla coesione sociale, sull’educazione a un comune senso civico.
Investire sulla diffusione del senso civico e dell’impegno solidale così come è disegnato all’articolo 2 della nostra bella Costituzione, anche attraverso i fondi di Next Generation Ue, significa oggi investire sulla infrastruttura immateriale più importante per la tenuta della democrazia e del Paese.
Negli ultimi 10 anni 500mila giovani italiani hanno fatto domanda per fare Servizio civile e lo Stato gli ha detto di no, “non ci sono soldi per spesarvi” è stato il motivo del diniego alla volontà di ragazzi di servire il proprio paese e la propria comunità. Ecco che non succeda mai più!
Si pensi anche presto a come riequilibrare con la leva fiscale le diseguaglianze che vedono da una parte accrescere la liquidità dei depositi bancari che secondo Abi nel gennaio 2021 vedono l’incremento, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, di 181 miliardi (con una quota del risparmio parcheggiato dalle imprese sui conti correnti bancari nel 2020 che arriva a +56,6 miliardi in un anno).
Chi non investe sia tassato di più e si prelevi dai più ricchi una quota di solidarietà perché la povertà continua a crescere e bisognerà mettere in campo nuovi e sostanziosi strumenti di sostegno.
Fonte: Riccardo Bonacina – Vita.it