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Riprendendo le catechesi sulla preghiera, Papa Francesco parla dell’importanza di rivolgersi a coloro che ci hanno preceduto in questa vita e che in realtà continuano ad essere sempre accanto a noi, facendoci percepire la loro presenza e il loro aiuto se li preghiamo con fede e amore: «Quando preghiamo, non lo facciamo mai da soli: anche se non ci pensiamo, siamo immersi in un fiume maestoso di invocazioni che ci precede e che prosegue dopo di noi. […] Le preghiere rinascono sempre: ogni volta che congiungiamo le mani e apriamo il cuore a Dio, ci ritroviamo in una compagnia di santi anonimi e di santi riconosciuti che con noi pregano, e che per noi intercedono, come fratelli e sorelle maggiori transitati per la nostra stessa avventura umana. […] Ci sono i nostri genitori e i nostri nonni, ci sono i padrini e le madrine, ci sono i catechisti e gli altri educatori. […] Quella fede tramandata, trasmessa, che noi abbiamo ricevuto: con la fede è stato trasmesso anche il modo di pregare, la preghiera. Il Santo ti fa ricordare Gesù Cristo perché ha percorso il cammino della vita come cristiano. I Santi ci ricordano che anche nella nostra vita, pur debole e segnata dal peccato, può sbocciare la santità. Nei Vangeli leggiamo che il primo santo “canonizzato” è stato un ladro e “canonizzato” non da un Papa, ma dallo stesso Gesù. La santità è un percorso di vita, di incontro con Gesù, sia lungo sia breve, sia in un istante, ma sempre è una testimonianza. Un Santo è la testimonianza di un uomo o una donna che ha incontrato Gesù e che ha seguito Gesù. Non è mai troppo tardi per convertirsi al Signore, che è buono e grande nell’amore».

Gli stessi santi, quando erano ancora in questo mondo, hanno pregato a loro volta i santi protettori con grande devozione. Il nostro Poverello d’Assisi “circondava di indicibile amore la Madre del Signore Gesù, per il fatto che ha reso nostro fratello il Signore della Maestà e ci ha ottenuto la misericordia. In Lei, principalmente, dopo Cristo, riponeva la sua fiducia e, perciò, la costituì avvocata sua e dei suoi frati. […] I santi e il loro ricordo erano per lui come carboni ardenti, che ravvivano in lui l’incendio deificante. Venerava con devozione ferventissima tutti gli apostoli e specialmente Pietro e Paolo, per la loro fervente carità verso Cristo. In loro onore e per loro amore offriva al Signore

il digiuno di una quaresima speciale” (FF 1165). La stessa pianticella di Francesco, Chiara d’Assisi, benediva e pregava per le sue consorelle il Padre Celeste per preservarle da ogni male: “Vi benedico in vita mia e dopo la mia morte, come posso e più di quanto posso, con tutte le benedizioni, con le quali lo stesso Padre delle misericordie benedisse e benedirà in cielo e in terra i suoi figli e le sue figlie spirituali, e con le quali ciascun padre e madre spirituale benedisse e benedirà i suoi figli e le sue figlie spirituali. Amen” (FF 2856).

Papa Francesco conclude: «Sia dunque benedetto Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo, insieme a questa immensa fioritura di santi e sante, che popolano la terra e che hanno fatto della propria vita una lode a Dio. Perché – come affermava San Basilio – “Per lo Spirito il santo è una dimora particolarmente adatta, poiché si offre ad abitare con Dio ed è chiamato suo tempio” ».

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