Pubblicato negli USA “The Pope and the Grand Imam: A Thorny Path” (Il Papa e il Grande Imam: una strada spinosa).
Al tempo delle dimissioni di Papa Ratzinger (11 febbraio 2013) il rapporto tra l’occidente cristiano e il mondo musulmano era pessimo: il fondamentalismo islamico che compiva atti disumani, gli attentati terroristici in Afghanistan e in Iraq, i conflitti tra bande, le minacce di guerra in Siria e in Iran, gli scontri in Libia e Palestina, le navi da guerra armate di missili nel Golfo Persico…
Secondo i dirigenti militari americani lo “scontro di civiltà” era inevitabile.
Anche nel campo dei rapporti tra la Santa Sede e l’Islam la situazione sembrava ormai compromessa: ostilità, sfiducia, contatti diplomatici e dialogo interreligioso congelati…
Fin dal primo giorno in cui è stato eletto (13 marzo 2013), Papa Francesco ha cercato in ogni modo di ricucire i rapporti e aprire un dialogo con le religioni. Ha organizzato veglie di preghiera, ha denunciato i trafficanti di armi, ha condannato il terrorismo che uccideva i cristiani e i musulmani impegnati nella ricerca del dialogo e nella difesa della pace.
In questo contesto, è accaduto l’incredibile, l’inimmaginabile: la più alta autorità dell’Islam Sunnita, lo sceicco Ahmed al-Tayyeb, Grande Imam di al-Azhar, ha inviato a Papa Francesco un messaggio di felicitazioni per la sua elezione, nonostante i difficili rapporti con la Santa Sede.
Sempre su iniziativa del Grande Imam, sono iniziati incontri, un intenso scambio di missive, una riflessione congiunta per scrivere e pubblicare insieme un documento sulla fratellanza.
Così è accaduto che, il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi, Papa Francesco e il Grande Imam Ahmed al-Tayyeb hanno presentato al mondo il “Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace mondiale e la Convivenza comune”.
Per la prima volta, dopo 1400 anni dal primo incontro tra Maometto e i cristiani, dopo secoli di odio e conflitti, il Papa ed il Grande Imam hanno congiuntamente manifestato la loro preoccupazione per i poveri e i giovani, il desiderio di abbattere le barriere tra le persone e le nazioni, il rifiuto del fondamentalismo e dell’uso strumentale della religione per giustificare il terrorismo e la violenza, il ripudio della guerra e della corsa agli armamenti.
Tutto quanto era stato segnato da guerre, odio e versamento di sangue si è trasformato in perdono, compassione, pace e fratellanza.
In un clima di rispetto reciproco, amicizia e collaborazione, Cattolicesimo e Islam hanno sottolineato il ruolo decisivo delle religioni per la pace nel mondo.
La novità assoluta è che è uscito negli USA un libro intitolato “The Pope and the Grand Imam: A Thorny Path” (Il Papa e il Grande Imam: una strada spinosa).
Il libro (pubblicato in due lingue: inglese e arabo) costituisce una autorevole testimonianza della nascita del “Documento sulla Fratellanza Umana”. In esso l’autore racconta in dettaglio i retroscena, gli incontri, il contenuto delle lettere, la trascrizione dei contenuti e la pubblicazione del testo finale.
“The Pope and the Grand Imam: A Thorny Path” è stato scritto con il permesso del Papa e del Grande Imam. Entrambi hanno scritto una prefazione.
L’autore è Mohamed Abdel Salam, giudice del Consiglio di Stato egiziano ed ex consigliere e consulente legale del Grande Imam.
Mohamed Abdel Salam svolge anche il ruolo di Segretario del “Comitato Superiore per la Fratellanza umana”, costituito per il raggiungimento degli obiettivi contenuti nel Documento sottoscritto dai due leader religiosi.
Abdel Salam è stato il primo musulmano nella storia ad aver presentato in Sala Stampa Vaticana un’Enciclica papale (4 ottobre 2020, “Fratelli tutti”).
Il giudice egiziano non è stato soltanto un testimone, ma anche un protagonista degli incontri e degli eventi che hanno favorito il dialogo, la collaborazione, la scrittura e la pubblicazione del “Documento sulla Fratellanza Umana”.
Abdel Salam, insieme a Papa Francesco, al Grande Imam e a mons. Yoannis Lahzi Gaid, è una delle quattro persone che hanno lavorato a questo grandioso progetto.
Mons. Yoannis Lahzi Gaid è un sacerdote copto che è stato segretario personale del Papa e ha svolto anche il lavoro di interprete dall’arabo.
Non vi è alcun dubbio che il “Documento sulla Fratellanza Umana” e l’Enciclica “Fratelli tutti” sono stati determinanti per disinnescare la guerra globale che rischiava di scatenarsi tra l’occidente cristiano e i Paesi musulmani dell’intero arco mediorientale.
Ciò che più sorprende è che, accogliendo la grande disponibilità di Papa Francesco, sia stato proprio il Grande Imam Ahmed al-Tayyeb a promuovere la collaborazione ed il dialogo.
L’apprezzamento e la stima del mondo musulmano nei confronti di Papa Francesco, e l’interesse a realizzare un’alleanza per il bene comune, sono confermati da diverse iniziative assolutamente impensabili e inaspettate.
Tra queste, la presentazione dell’Enciclica “Fratelli tutti” tradotta in lingua russa e presentata a Mosca.
La traduzione in lingua russa è stata effettuata dal collettivo scientifico del “Muslim International Forum” insieme alla casa editrice “Medina”, sotto l’egida della Direzione Spirituale dei Musulmani della Federazione Russa.
Un’altra notizia poco nota è l’istituzione ad Abu Dhabi della “Abrahamic Family House”, un complesso religioso che include una moschea, una chiesa e una sinagoga.
Con il suo viaggio in Iraq e l’incontro nella città santa di Najaf con il Grande Ayatollah Ali al-Sistani, Papa Francesco ha cercato di allargare la collaborazione alla componente Sciita del mondo musulmano.
Non sappiamo se l’alleanza religiosa tra cattolici e islamici sarà sufficiente a fermare i venti di guerra che ancora soffiano nella regione mediorientale. Quello che è certo è che mai nella storia si era vista una tale combinazione di forze a favore della pace. Segno di un mondo nascente che mira alla costruzione di una civiltà fraterna.
Fonte: Antonio Gaspari – Orbisphera.org