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La devozione del capocamorra

Napoli, rimossi dalla chiesa i due quadri donati dal boss Nuvoletta 40 anni fa. La nota della Curia dopo una settimana di polemiche: «I percorsi del Vangelo e quelli dell’iniquità non possono andare insieme». Il caso sollevato dal nuovo parroco. Anche il procuratore

L’arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia è intervenuto disponendo la rimozione dei quadri donati negli anni scorsi dallo storico capocamorra Lorenzo Nuvoletta alla chiesa di Maria Santissima della Cintura e della Consolazione di Marano. Si tratta di due tele raffiguranti una Santa Rita e l’altra la Madonna di Pompei. Sono rimaste esposte per circa quarant’anni ai lati del portone d’ingresso della chiesa, accompagnate dalla targa che ricordava il nome del donatore: «A devozione. Lorenzo Nuvoletta». La vicenda è emersa grazie alla segnalazione del nuovo parroco, ripresa dal Mattino, che ha poi lanciato una campagna raccogliendo numerose testimonianze, non solo del mondo istituzionale (come quella del procuratore Armando D’Alterio, che aveva chiesto che i quadri venissero restituiti all’Agenzia dei beni confiscati); ma anche di esponenti del mondo ecclesiastico napoletano, contrarie alla presenza del dono di un camorrista in un luogo di culto.

Il blitz

Martedì 30 marzo scorso il cardinale ha fatto rimuovere entrambi i quadri, assicurando che saranno sostituiti da immagini analoghe ma di diversa provenienza. Una nota della Curia sottolinea che l’iniziativa è stata presa «per non turbare i fedeli disorientandoli con azioni che potrebbero anche lontanamente essere ricondotte ad una ambiguità tra vangelo e vita e per dare un inequivocabile esempio di incompatibilità tra i percorsi del Vangelo e quelli dell’iniquità a qualsiasi livello».

Il boss

La chiesa di Maria Santissima della Cintura e della Consolazione si trova poco distante da Poggio Vallesana, che fu il quartier generale dei Nuvoletta. Il boss Lorenzo, morto nel 1994, fu uno dei più importanti esponenti della criminalità organizzata a Napoli e strinse legami con Cosa Nostra, diventando uno dei principali alleati dei corleonesi capeggiati da Totò Riina. Il nome dei Nuvoletta è direttamente collegato anche all’omicidio del giornalista Giancarlo Siani che, secondo quanto hanno stabilito i processi contro mandanti e autori materiali dell’agguato, fu ucciso per aver scritto che la cosca di Marano ebbe un ruolo nella cattura del boss di Torre Annunziata Valentino Gionta

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