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Un approfittatore, un fine illusionista? – Sulle tracce del Risorto 2

Una indagine storica sulle orme del Risorto per fare luce sul fondamento della nostra fede.

Seguiamo ancora don Pasquale Trani nella catechesi pasquale che ci ha regalato la scorsa settimana, una indagine attraverso i racconti evangelici e le riflessioni storiche per meglio comprendere il mistero della morte e resurrezione di Cristo e per fugare dubbi e incertezze che a volte vengono a galla.

Dopo aver ipotizzato che sulla croce fosse morto un sosia, in questa seconda puntata si affronta una prospettiva opposta: Gesù sarebbe, sì, effettivamente morto, e poi sepolto, ma un impostore, spacciandosi per lui, avrebbe indotto i suoi discepoli a credere che fosse lui quel Gesù risorto dai morti.

Questa seconda ipotesi, anch’essa apparentemente verosimile, pone subito due problemi: il primo riguarda la sparizione del corpo di Cristo e il secondo la capacità del presunto impostore di farsi passare per il vero Maestro.

Riguardo al primo problema probabilmente – ci dice don Pasquale – lo stesso sostituto provvede a far sparire il corpo, ma riguardo al secondo punto la questione si fa più complessa, poiché Gesù appare a persone che lo conoscevano molto bene.

Quando si mette in atto una truffa, affinché essa riesca, è necessario che colui che viene truffato non sia molto esperto circa l’oggetto della truffa. Se voglio infatti vendere orologi falsi mi rivolgerò a persone poco competenti e non a gioiellieri esperti.

Nel caso di Gesù, il truffatore sarebbe andato proprio dai suoi parenti stretti e da amici che lo conoscevano perfettamente i quali non erano certo dei creduloni.

Ma c’è di più: “In generale, l’idea che qualcuno potesse risorgere dai morti, nel pieno di quella che era considerata un’epoca malvagia, era totalmente lontana dalla mente degli ebrei del I secolo.

Probabilmente fu questo il motivo per cui nei vangeli troviamo che i discepoli facevano spesso fatica a riconoscere Gesù risorto come colui che era di fronte a loro, per quanto Gesù diverse volte ebbe a comunicare loro le predizioni della passione, morte e risurrezione”.

Non è dunque attendibile una tale ipotesi e sembra insomma fosse proprio una pessima idea inscenare una finta resurrezione! ma poi – continua don Pasquale – a quale scopo tutto ciò? Quale altro scopo potrebbe avere avuto l’impostore se non proprio quello di confermare quanto Gesù aveva annunciato circa la sua morte e resurrezione?

E inoltre: poteva mai sorgere una fede così forte, duratura e incrollabile, che ha portato i discepoli fino al martirio solamente per aver visto un uomo che assomigliava al Maestro? I racconti evangelici testimoniano la difficoltà nel riconoscere Gesù a causa non di una non somiglianza, ma di un’aura speciale che lo avvolgeva, un ‘effetto speciale’ davvero inverosimile per un sosia.

Oltre a quanto già detto sulla difficoltà che un sostituto avrebbe avuto nel convincere i familiari e amici stretti, non ultimo Giacomo, che secondo quanto dice la più antica tradizione cristiana era probabilmente il fratello di Gesù, rimane ancora e di nuovo la figura di san Paolo, che non aveva conosciuto Gesù quando era in vita e difficilmente si sarebbe fatto coinvolgere nel modo che conosciamo da un finto risorto.

Egli infatti non dice di averlo incontrato di persona, ma di aver avvertito la sua voce. Dunque anche questa ipotesi appare senza fondamento ragionevole come spiegazione dei fatti che avvennero dopo la morte di Cristo.

Vi lasciamo anche stavolta a riflettere e vi aspettiamo la settimana prossima con un’altra affascinante ipotesi: Gesù, morto apparente?…..Continua


Leggi gli altri approfondimenti su questo argomento:

Cristo è risorto veramente? – Sulle tracce del Risorto

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