Con l’8×1000 firmiamo perché, quando mancava un sorriso, ecco che si manifestava, quando mancava il conforto, ecco la mano che si tendeva, quando mancava il nutrimento, ecco la porta che si apriva.
Abbiamo corso in lungo e in largo su un’isola che non è solo una circonferenza irregolare ma ha strade e sentieri che qualche volta non si incontrano, qualche altra si intersecano tra loro, e noi con l’8×1000 abbiamo fatto rete, più possibile capillare, per insegnare a pescare ma anche a condividere, per insegnare a intrecciare ma anche a lasciare andare.
Con l’Emporio Solidale abbiamo dato vita ad un progetto che porta la firma dell’8×1000, divenuto fulcro di una rete capillare di collaborazioni, di figure professionali, di volontari, di utenti, in una sinergia a vari livelli, ognuno dei quali a vari substrati.
Pensiamo alle famiglie in difficoltà e le introduciamo in un percorso formativo affinché imparino a uscire dall’impasse in cui si trovano, pensiamo agli emarginati senza dimora né famiglia, pensiamo alla formazione ma soprattutto pensiamo alla bellezza, grati del posto in cui viviamo che ha origini tanto antiche da aver tenuto nascosto alla cronaca uno dei messaggi più belli di Cristo Gesù.
Un messaggio che si sviluppa su una lastra marmorea del quarto secolo a.C. e che narra di come l’amore può vincere la morte, di come può curare le ferite del corpo e dello spirito, di come può redimere e decondizionare chi nell’amore non ci crede più.
Il messaggio evangelico che, su una sola lastra, narra di episodi accaduti durante l’avvento del Signore, parla di bellezza, di cultura delle proprie origini, di storia, di civiltà antiche e di tanto altro ancora per chi vorrà visitare il MUDIS, il Museo Diocesano Ischitano.
La diocesi di Ischia, in un’isola che non isola e non si isola, ma che anzi unisce ed accoglie il mare di diversità, pensa anche alla buona notizia che porti gioia, “Kaire, rallegrati, gioisci”, che unisca quante più sponde di terre lontane che poi, così lontane, non lo sono mai.
Ecco perché ci piace pensare che, con l’esposizione del Sarcofago di Bethesda, con la firma dell’8×1000 quest’anno abbiamo anche condiviso con il pubblico la firma di Dio.