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Santa Restituta, un’amica che fa miracoli

La festa della patrona cartaginese dal passato ai tempi del COVID-19 con la testimonianza di Massimo Monti

Da più di un anno lottiamo con un mostro invisibile che ha cambiato le nostre vite, ha reso difficili i rapporti umani fino a spingerci alla diffidenza reciproca: un amico potrebbe essere portatore di questo misterioso virus, allora no alle strette di mano, no agli abbracci, no alle visite e alle uscite, cosa ci resta della nostra socievolezza?  

Eppure ci sono ancora amici che non deludono, amici che ci hanno accompagnato durante la nostra vita e che hanno ispirato la nostra condotta; in questi giorni Lacco Ameno ha riconfermato la sua alleanza con la martire cartaginese, sicuramente i festeggiamenti per l’amata Santa sono stati diversi rispetto al solito se si prende in considerazione l’aspetto esteriore e laico della celebrazione, ma per quanto riguarda l’intimità e la spiritualità alla martire non è mancato nulla, così come nulla è mancato ai suoi fedeli.

Più nello specifico riportiamo la testimonianza di Massimo Monti, portavoce dell’associazione culturale Le Ripe che si racconta alla nostra penna, proiettandoci in un cammino di pace e amicizia con la martire di Cartagine, in perfetta continuità col passato fino ai giorni nostri.

Dirigendo il tuo sguardo al passato cosa ti è rimasto più impresso di questi anni vissuti al servizio della dolce martire?

Sono cresciuto in Basilica con mamma, lei si prendeva cura della chiesa ed io facevo il chierichetto, le cose poi sono venute man mano: uno dei ricordi più belli che ho, riguarda le lamparelle, si tratta di ceri circondati di carta oleata che immergevamo nella cera liquida per renderli impermeabili.

Il 17 di ogni anno le adagiavamo in mare: inizialmente erano utilizzate per illuminare il solco d’acqua che congiunge Casamicciola e Lacco Ameno, mentre la barca che porta la santa in processione via mare fa ritorno, oggi le utilizziamo solo per la rappresentazione della Passio di Santa Restituta a San Montano.

Le lamparelle sono un dolce ricordo d’infanzia, ma se mi chiedi di volgere il mio sguardo al passato c’è un episodio in particolare che voglio raccontare, sono un testimone di una grazia concessa dalla nostra bella martire; ero poco più che ragazzino ed insieme ad altri chierichetti mi trovavo sul sagrato della Basilica nel primo pomeriggio, quando, all’improvviso, sopraggiunse un taxi.

Dalla vettura scesa una signora, ben vestita, sicuramente dava l’impressione di essere una donna benestante, una donna matura, non più ragazzina, con in braccio una bambina avvolta in una copertina.

La donna era accompagnata da sua madre e insieme si guardavano intorno; chiesero a noi giovani quale fosse la parrocchia del paese, ma in realtà era la chiesa dedicata a Restituta che cercavano, quindi le demmo le dovute indicazioni. Una volta capito di trovarsi nel posto giusto, la donna con la bambina proseguì verso l’interno della chiesa, il suo fare suscitò il mio interesse, così decisi di seguirla ed accompagnarla.

Entrata in chiesa la donna si tolse le scarpe e percorse in ginocchio tutta la navata centrale della Basilica fino all’altare, a questo punto la signora si rivolge di nuove verso di me e mi chiese di mostrarle l’immagine della santa. Le dico di andare in sacrestia e lei vista la martire, domandò di parlare col sacerdote.

Successivamente Don Pietro Monti ci raccontò cosa la donna aveva ricevuto dalla santa e perché tanta riconoscenza: la signora aveva tentato l’impossibile per avere un figlio, con cure costose e viaggi in America, tutto senza successo, fino ad arrivare sull’orlo della depressione. Una notte una giovane ragazza le apparve in sogno le porse tra le mani una creatura e le disse: “Io sono Restituta, ti dono questa bambina e tu la chiamerai come me”.

La donna non conosceva la nostra Santa, non riusciva nemmeno a pronunciare il suo nome, successivamente fece delle analisi per verificare lo stato della sua salute da un medico di fiducia; quest’ultimo fu il primo a scoprire che la donna era incinta, ma conoscendo il triste percorso della signora rimase incredulo e pensò ad un errore.

Non disse nulla alla coppia e fece ripete le analisi, fino ad ottenere una ulteriore conferma. La bambina nacque e le fu dato nome di Restituta, la donna raccontò tutto al suo parroco e fu così che venne a sapere della santa cartaginese e di Lacco Ameno. Per molti anni il 15 maggio la donna e la giovane Restituta sono venute in Basilica per omaggiare la Santa per il miracolo ricevuto.

Tutto il mondo è stato bloccato da un male invisibile, che effetti ha avuto il COVID-19 sui festeggiamenti in onore della Santa e come l’associazione Le Ripe ha cercato di essere presente, nonostante le circostanze?

Quest’anno, da un punto di vista spirituale non è cambiato nulla! Noi siamo lì a prenderci cura di lei, il coro c’è, i sacerdoti ci sono, l’amore che proviamo per lei e l’emozione allo stesso tempo non sono mancati. Esternamente sicuramente, per forza di cose c’è stato un blocco, che, l’associazione culturale le Ripe, ha cercato di smorzare, con una mostra fotografica, allestita nella piazza antistante la Basilica intitolata alla martire, che presenta i momenti salienti della rappresentazione scenica che negli scorsi anni si è tenuta San Montano fotografati dalla bravissima Lucia De Luise, col titolo Restituta. La scintilla dell’affetto. La mostra vuole essere un segnale di rinascita, un non volersi arrendere!

A tal proposito quest’anno è cambiato il consiglio direttivo dell’associazione, noi veterani ci siamo fatti da parte e abbiamo lasciato ampio spazio ai giovani, consegnando loro il testimone in modo tale che quanto costruito fin qui non finisca con noi, ma continui con le generazioni future.

Cosa è per te Santa Restituta? Santa Restituta è un’amica, non penso a lei come una Santa lontana: è una confidente amata, ma con la quale alle volte si litiga. La dimensione confidenziale che abbiamo è qualcosa che si può solo vivere per capire. C’è una strofa dell’inno che le cantiamo il 17 maggio che conferisce una giusta immagine a quanto detto: “Finché la martire a noi ci è amica l’oste nemico non vincerà!”, questo oste è qualsiasi male che può affliggere l’uomo, morale fisico, e persino pandemico!


Massimo Monti – Portavoce dell’associazione culturale “Le Ripe, che dal 2001 porta avanti la tradizione della “Sacra rappresentazione dello sbarco di S. Restituta” nella Baia di San Montano in Lacco Ameno

di Palma Impagliazzo

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