Sesta e ultima tappa del viaggio tra i dubbi sul fondamento della nostra fede sotto la guida di don Pasquale Trani
Siamo giunti all’ultima puntata del cammino sulle tracce del Risorto, alla ricerca, attraverso dubbi e dimostrazioni, di conferme e riprove. E forse quest’ultima tappa è quella che attendevamo da tempo! È per noi l’ipotesi più ovvia! Ma ci piace comunque leggere quanto don Pasquale ha argomentato intorno ad essa.
Il punto di partenza è dunque: i discepoli sarebbero stati effettivamente testimoni del Crocifisso- Risorto! Ci dice don Pasquale: “Ho mostrato come le principali ipotesi avanzate per rendere conto dei fatti concernenti la morte, la tomba vuota e la risurrezione di Gesù di Nazareth, secondo una prospettiva esclusivamente razionalistica, presentino delle difficoltà tali da renderle davvero poco ragionevoli. Abbiamo infatti verificato come le ipotesi prese in esame vanno in contraddizione con uno o più dei fatti che sono chiamate a spiegare così come questi vengono generalmente interpretati dagli storici e sono pertanto costrette ad introdurre parecchi fatti assolutamente ipotetici per riuscire a far quadrare il tutto, andando nel contempo incontro a parecchie forzature e ad altri vuoti interpretativi”.
Si tratta ora di vedere come la tesi della resurrezione sia sostenibile e a tale scopo ci viene in aiuto una riflessione di san Giovanni Crisostomo: “Come poteva venire in mente a dodici poveri uomini e per di più ignoranti, che avevano passato la loro vita sui laghi e sui fiumi, di intraprendere una simile opera? Essi forse mai erano entrati in una città e in una piazza. E allora, come potevano pensare di affrontare tutta la terra? “che in realtà riprende una tesi già più volte utilizzata, ossia la incomprensibile forza che ha sorretto i discepoli dopo la morte di Gesù.
E in effetti è veramente straordinario che un uomo morto abbia potuto operare un simile cambiamento nei discepoli! Ovviamente, precisa don Pasquale, bisogna avere come base per dimostrare tale tesi due presupposti: credere nella esistenza di Dio e nella possibilità che possano accadere quei fenomeni che noi chiamiamo miracoli, cosa che sembrerebbe una forzatura, al pari delle ipotesi prese in esame finora.
Ma basterebbe dare per certa solo l’esistenza di Dio, per rendere l’ipotesi plausibile, mentre le altre ipotesi richiedono spiegazioni complesse e ben più articolate. Le riassumiamo: l’ipotesi del sostituto e quella dell’impostore richiedono che ci fosse qualcuno sufficientemente somigliante a Gesù da poter essere scambiato per lui.
L’ipotesi della cospirazione, invece, presuppone la disonestà dei discepoli. L’ipotesi della morte apparente richiede la supposizione che i soldati romani fossero stati molto negligenti nell’eseguire la condanna a morte di Gesù e che questi abbia in qualche modo, pur essendo in fin di vita, potuto aprire all’interno la tomba in cui era stato rinchiuso.
L’ipotesi dell’allucinazione richiede che si supponga da parte dei discepoli una particolare disposizione psicologica atta a produrre in loro delle allucinazioni, che si debba considerare come storicamente infondato l’evento della tomba vuota o che per il suddetto debba essere avanzata una spiegazione indipendente, che Giacomo e Paolo fossero nella condizione psicologica atta a suscitare in loro delle allucinazioni con protagonista Gesù, che si siano verificate in modo ripetuto allucinazioni collettive.
Sembra dunque che la miracolosa risurrezione di Gesù sia davvero la migliore spiegazione possibile e persino la certezza che i morti non risorgono non confligge con l’ipotesi della resurrezione, poiché essa è un fatto miracoloso ed unico. E, se si presuppone l’esistenza di Dio, essa è plausibile. Lasciamo a don Pasquale la conclusione:
“E qui inizia la fede, per chi ha il coraggio di intraprenderne il cammino.
Un cammino che abbiamo iniziato dalla tomba vuota e là, stavolta con altro spirito – spirito non più critico, ma di fede ancor più convinta – ritorniamo con le parole conclusive di Sabino Palumbieri:
Sono qui presso la tomba vuota.
Sono qui nel centro della storia.
Sono qui, col cuore gonfio:
Qui è la Pasqua. Sempre.
Sono arrivato, dopo tanti anni, a casa.
Casa è il luogo dove tu respiri.
E solo qui si respira pienamente.
Perché solo qui si spera fondatamente
Che la morte è veramente morta
E la vita è definitivamente viva.
Perciò questo sepolcro di vita è casa mia.
La casa dei miei sogni più grandi.
La casa dei miei significati più veri.
Penso a tutti i sepolcri senza nome,
che hanno ingoiato le speranze senza fine.
E so, sul fondamento di questa pietra di morte,
dissuggellata dall’interno, contro ogni attesa,
che ormai ogni sepolcro è fecondo di vita,
diventando la culla di una nuova creatura.
Spero con tutto il cuore che noi siamo tra coloro a cui il Signore ha donato il coraggio di credere al Risorto e di testimoniarLo e da oggi – con questo studio – con un po’ più di consapevolezza anche sul piano della ragione!