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Non si finisce mai di imparare.

Sfogliando una rivista di alcuni anni fa, un settimanale di salute e benessere dimenticato nell’angolino di uno scaffale, ho letto un articolo molto interessante sulla pratica del “cammino profondo” più noto col termine inglese “Deep walking” .

Sono stata attirata proprio dal fatto dell’andare a piedi, con le proprie gambe, che sono il mio mezzo di trasporto preferito. L’auto e i mezzi di locomozione in genere, sono una “prolunga” delle nostre gambe, sosteneva Luciano De Crescenzo, ma ci consentono di spostarci con facilità e velocità. E’ questo il punto.

Abbiamo sempre più tempo, ma lo bruciamo e abbiamo l’impressione di non averne mai abbastanza. E’ una grossa menzogna. Pensavo appunto alla mia condizione di pedone permanente, nel senso che non guido, e neppure ho la patente, ma sto bene così. Mi sono spostata sempre a piedi perché ho la fortuna di vivere in una zona abbastanza centrale e posso raggiungere facilmente negozi, uffici, e, fino a qualche anno fa, anche il posto di lavoro.

Ora scopro una selezione di viaggi a piedi, pensata per persone speciali, consapevoli nelle scelte e nei consumi, rispettose dell’ambiente, con questo “nuovo” modo di camminare. E durante il cammino si pensa, si mettono in atto pratiche di “meditazione”, si sperimenta un percorso di crescita interiore. Sono viaggi di una settimana, ma anche corsi introduttivi di 3 giorni, in luoghi carichi di energia come Creta, Sardegna, Abruzzo. Ma che cosa si fa in sostanza?

Questi i punti salienti suggeriti dal programma: “Si fanno letture lungo il cammino -si praticano l’ascolto, l’empatia, la condivisione – alla convivialità, seppur importante, qualche volta si sostituisce la pratica del silenzio – si cerca di lavorare insieme sulla consapevolezza che abbiamo nel mangiare e nel bere. I pasti saranno il più possibile vegetariani: non ci sarà carne, e solo in qualche caso il pesce.

Cercheremo poi di limitare l’alcool, e almeno una sera faremo l’esperimento di non berne. Si rispetta la vita in tutte le sue forme; si cerca di essere attenti a tutti gli aspetti ecologici, di turismo responsabile, di scelte di consumi che facciano il meno male possibile alla Terra; si riflette sul nostro impatto di viaggiatori”.

Tutto questo creato e pensato da Luca Gianotti (progetto Deep Walking©), che si è ispirato in realtà ad Alexander Langer autentico ambientalista ed ecologista, uomo di pace, personalmente impegnato per la risoluzione dei conflitti, soprattutto a sfondo etnico, contro la guerra, per l’integrazione, per la pace e la promozione dei diritti dell’uomo. Nella stessa pagina si legge: “camminare è viaggiare a ritmi naturali e antichi, come viandanti, come pellegrini, camminare è decrescere, camminare è cercare il proprio lato selvatico, la propria consapevolezza.

I nostri viaggi a piedi sono viaggi di qualità…” Certo, per chi vive i ritmi caotici della città la proposta può essere interessante e salutare, ma per chi vive in zone tranquille di montagna, in paesini e borghi d’Italia, la cosa non è certo una novità. Uomini e donne abituati ai ritmi delle stagioni, a rispettare la natura tutti i giorni dell’anno. Fino alla metà del secolo scorso le contadine isolane si spostavano da un comune all’altro dell’isola rigorosamente a piedi e cariche del peso della frutta che andavano a vendere.

Ho conosciuto anche insegnanti che, all’inizio della carriera, a piedi dovevano coprire chilometri e partire con un anticipo di due o tre ore per raggiungere la scuola situata in un altro comune dell’isola. Poi è cambiato tutto. Il boom economico degli anni Sessanta, e anche in questa nostra piccola isola gli effetti del progresso ci hanno cambiato la vita, al punto che a volte penso che ci siano più macchine che pedoni. Già in questi giorni riflettevo sul fatto che un pedone non è affatto un buon affare per l’economia, quella di mercato, che fa girare i soldi e i consumi. Un pedone è una disgrazia! Pensate: non usa auto, quindi non consuma benzina, non spende in assicurazione, bolli, non ripara guasti.

Camminando a piedi probabilmente non accumula grassi, non ha colesterolo e forse nemmeno il diabete. Quindi l’industria farmaceutica ci guadagna poco, per non parlare di dietologi e nutrizionisti. Anche i fast food se la vedono brutta, visto che in genere il pedone per scelta è un salutista, consuma prodotti naturali e disprezza il cibo spazzatura.

Ma consentitemi un altro appunto: a proposito di tutte le belle tecniche del camminare e pensare, meditare e fare silenzio. Io ho avuto modo di farlo tutti i giorni e lo faccio ancora nelle mie belle camminate a piedi. E’ rilassante e si ha modo di mettere ordine nei propri pensieri, di ammirare i paesaggi, di guardare e vedere le persone e di stupirsi, o di sorridere. A volte si ha anche l’opportunità di cogliere comportamenti o atteggiamenti che fanno pensare e, di fronte a comportamenti “strani”, ti chiedi se anche tu magari fai lo stesso.

Per dirla tutta, i cammini a piedi, i pellegrinaggi sono stati inventati da un pezzo! La via Francigena accompagnava i fedeli sulle orme dei santi, partendo originariamente da Canterbury e, attraverso vari percorsi, arrivando a Roma (erano anche chiamate vie romee e romei i pellegrini che le percorrevano); il cammino di Santiago partiva, e ancora parte, da varie città europee per giungere a Santiago de Compostela nella cui Cattedrale sono conservate le reliquie dell’Apostolo S. Giacomo Maggiore.

La via di Francesco, un unico cammino per raggiungere Assisi sui passi di San Francesco, partendo da Nord (La Verna) o da Sud (Roma). Sempre e solo a piedi nello spirito degli antichi pellegrini. Meditazione, riflessione, silenzio, gioia, preghiera. Ma si sa oggi bisogna essere ambientalisti, ecologisti, rispettare tutti, ma proprio tutti. Parlare di cammini della fede noti fin dal Medioevo o parlare di preghiera, secondo il pensiero comune imposto, dà parecchio fastidio.

E poi l’abbiamo imparato bene in questi due anni. Sembra che gli untori, i giurassici, i retrivi siamo noi cattolici colpevoli di tutto: diffusione della pandemia, con le nostre funzioni religiose, irrispettosi dei vari orientamenti sessuali e delle coppie anomale che pretendono la benedizione ecclesiale. Ma siamo ancora in un Paese libero e abbiamo ancora l’opportunità di esprimere la nostra opinione e manifestare la nostra fede.

E continueremo a farlo e a pregare, anche per chi non comprende o non vuole comprendere.

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