Civili, militari, istituzionali e rappresentanti delle associazioni diocesane
Ischia, Piazzale Aragonese – 19 giugno 2021
Saluto e ringrazio fraternamente la signora Marianna Sasso, direttrice della Pastorale Sociale, per la cordiale accoglienza.
Sono molto grato a Lei, Signor Sindaco di Ischia, dott. Enzo Ferrandino per le espressioni di benvenuto. La saluto cordialmente insieme alle altre autorità qui presenti, ad iniziare dai signori sindaci che rappresentano tutta la popolazione dell’isola, che da oggi sono chiamato a servire come Vescovo.
Servire la nostra gente: è questo che unisce tutti noi istituzioni religiose, civili, militari, e le associazioni. Con compiti diversi vogliamo il bene della persona, di ogni persona e di tutta la persona. Siamo chiamati a non cedere mai alla tentazione di fare gli interessi solo del proprio ceppo familiare, del proprio gruppo, di chi ci appoggia e ci elogia! Se qualcuno va privilegiato è chi ha più bisogno.
Per la dignità della persona è necessario il lavoro. La nostra Costituzione recita all’articolo 1: “L’Italia é una Repubblica democratica, fondata sul lavoro“.
Varie volte Papa Francesco ha ricordato che il lavoro “non ha solo una finalità economica e di profitto, ma soprattutto una finalità che interessa I’uomo e la sua dignità”. Nell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium scrive che il denaro «deve servire e non governare» e, rivolgendosi a chi ha più ricchezze e potere aggiunge: «ll Papa ama tutti, ricchi e poveri, ma ha l’obbligo, in nome di Cristo, di ricordare che i ricchi devono aiutare i poveri, rispettarli e promuoverli».1
La pandemia ha accentuato la piaga della disoccupazione, soprattutto al Sud. E necessaria una sinergia, soprattutto di voi, signori sindaci dell’isola, perché gli isclani non siano costretti come fu in un passato, che poi tanto lontano non è, ad emigrare!
I bene delle persone, ad iniziare da quelle più disagiate, sia la bussola delle vostre politiche!
Soprattutto questo tempo difficile che stiamo vivendo ci dice che da soli non andiamo da nessuna parte. Siamo tutti sulla stessa barca o navighiamo insieme o rischiamo di affondare!
Un cordiale saluto anche a voi istituzioni militari e a tutti voi, che in vario modo siete addetti a prendervi cura della sicurezza e del rispetto della legalità nel nostro territorio.
Anche quando bisogna prendere decisioni che limitano la libertà delle persone, perché stanno danneggiando gli altri, davanti a voi ci sia la dignità di una persona, che viene prima di ogni aggettivazione.
Con Papa Francesco vi dico che come Chiesa camminiamo “a vostro fianco”, mettendo a disposizione “le sue risorse, a cominciare dalle sue risorse spirituali e dalla Dottrina sociale della Chiesa”.2
L’uomo, – diceva san Giovanni Paolo II (è vivo in me il ricordo della S. Messa il 5 maggio 2002 durante la sua Visita apostolica a Ischia celebrata qui su questo piazzale) – “nella piena verità della sua esistenza, del suo essere personale e insieme del suo essere comunitario e sociale”, non l’uomo “astratto”, ma “reale”, “concreto”, “storico”, “ciascun” uomo, “è la prima e fondamentale via della Chiesa“.
Insieme a tutte le istituzioni e a tutte le donne e gli uomini di buona volontà la Chiesa è impegnata a “servire” ogni uomo, tutto l’uomo, in ogni fase della sua esistenza.
Questo il nostro auspicio e il nostro comune impegno!
1 Mimmo Mulo, Il punto. Lavoro, il magistero di Papa Francesco in Avvenire, 20 marzo 2014