La nomina per il sessennio 2021- 2027 è avvenuta il 13 luglio scorso, con le congratulazioni di Papa Francesco
“Con un senso di timore ma anche di speranza, consapevole della mia debolezza. In questo mi sento molto sostenuto dai frati, quello del Generale non è un ufficio individuale. Non so ancora tutto ciò che dovrò fare, ma mi farò guidare da un atteggiamento di ascolto, senza idee preconcette, di tutte le realtà, culture e modi diversi di incarnare il carisma. Questa è una sfida che, se da un lato, mi entusiasma, dall’altro suscita qualche pensiero. Ma confido nel buon Dio”. Così padre Massimo Fusarelli racconta il suo stato d’animo dopo la nomina a ministro generale Ofm per il sessennio 2021-2027, avvenuta il 13 luglio, a Roma, nel corso del Capitolo Generale dell’Ordine dei frati minori (Ofm) 2021. Padre Fusarelli, 58 anni, ha vestito il saio francescano il 28 luglio 1982. Il 30 luglio 1983 ha emesso i voti temporanei; ha professato i voti solenni l’8 gennaio 1989. Il 30 settembre 1989 ha ricevuto l’ordine sacerdotale. Dopo il Corso Istituzionale Teologico presso l’Antonianum di Roma ha conseguito la Licenza in Scienze patristiche presso l’Augustinianum in Roma. È stato Definitore provinciale, Animatore della pastorale vocazionale e poi della Formazione permanente; più volte Guardiano; Segretario generale di Formazione e Studi dal 2003 al 2009; Visitatore generale per la Provincia di Napoli e poi per il processo di unificazione delle Province del Nord Italia; attuale Guardiano e parroco a S. Francesco a Ripa (Roma) e responsabile del progetto di accoglienza dei poveri. Leggiamo l’intervista:
Padre Fusarelli, all’inizio di questo ufficio, cosa si porterà dietro delle tante esperienze vissute come frate in questi anni?
Innanzitutto il contatto con la gente che ho avuto in tanti modi diversi, soprattutto con i giovani, che ho sempre cercato di mantenere. Rimanere aperto alla novità che i giovani rappresentano, alle loro domande e inquietudini. In questi ultimi anni ho avuto modo di vivere a contatto con la periferia romana, Torre Angela, con i terremotati di Amatrice e Accumoli, con i rifugiati e i migranti a san Francesco a Ripa. Tutti incontri con persone che mi hanno aperto il cuore e mi hanno reso più accessibile. Porto con me l’ascolto di tutte queste realtà, delle persone, della vita. Tante esperienze, come quella di parroco a San Francesco a Ripa, che mi hanno insegnato a non andare avanti per astrazioni o per idee preconfezionate, ma a rimanere molto vicino alla vita e alla realtà e a mettermi in ascolto per riconoscere come lo Spirito di Dio lavora.
Lei ha ricordato i terremotati di Amatrice e Accumoli, nell’area del sisma del 2016, dove ha prestato servizio nei giorni più duri dell’emergenza. Cosa ricorda di questa esperienza?
La gente di Amatrice e Accumoli mi ha aiutato a diventare più accessibile, a essere più raggiungibile dalle persone. Questo è il regalo più grande che mi hanno fatto. Ricordo quel periodo trascorso nella frazione amatriciana di Santa Giusta, dentro un container abitativo messo a disposizione dalla Caritas che poi fu battezzato come il “Convento di plastica”. Questo per me è stato un passaggio grandissimo che non potrò dimenticare.
Giovani, famiglie, rifugiati, periferie: sono urgenze richiamate spesso da Papa Francesco e che sembrano corrispondere ad un programma di lavoro per i prossimi sei anni…
No, non si tratta di un programma ma è ciò che metto nella mia bisaccia all’inizio di questa missione, insieme alla Bibbia, agli scritti di Francesco e ad altri libri, di narrativa e di poesia, che mi fanno sempre compagnia. Non un programma ma vie aperte da percorrere. E poi la vita dei miei fratelli: io ho sempre avuto a che fare con i frati in vari servizi e questo mi ha reso sempre più attento alla loro storia.
Papa Francesco le ha inviato un telegramma di congratulazioni e di benedizione per la nomina in cui si legge: “Il Serafico Padre San Francesco le sia di incoraggiamento nella guida dei suoi frati”. Come ha accolto questo messaggio?
Sono molto felice di sentire la vicinanza del Pontefice testimoniatami anche dal card. João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, Delegato dal Papa a presiedere il Capitolo Generale dell’Ordine dei frati minori. È un grande sostegno e conforto. Spero di avere modo di chiedere al Papa cosa si aspetta da noi.