Incontro della Caritas Diocesana con il Vescovo Gennaro
Sabato pomeriggio 17 luglio il nostro vescovo Gennaro ha voluto proseguire il suo cammino di conoscenza e osservazione di tutte le diverse realtà che compongono la Diocesi di Ischia incontrando la Caritas Diocesana presso il Centro Papa Francesco. Dopo l’accoglienza festosa da parte della Coordinatrice Luisa Pilato, coadiuvata da Mario Di Sapia, il Vescovo ha avuto un primo incontro con l’Equipe Caritas Diocesana, un piccolo gruppo di collaboratori che riassume i diversi settori in cui si articola l’operato della Caritas di Ischia. Alcuni assenti, tra i quali don Gioacchino, direttore dell’Ufficio Caritas, si sono presentati con un breve video. È stata una bella occasione per mostrare a Mons. Pascarella il frutto del lavoro di questi ultimi anni.
Le parole di Luisa Pilato
A fare da mediatrice una emozionata Luisa Pilato che sinteticamente, ma in modo esaustivo, ha elencato le opere messe in atto negli ultimi anni per volere di Mons. Lagnese, presentando i vari settori di azione e i loro responsabili. «Prima dell’intervento di Mons. Lagnese, – ha detto Luisa nella sua introduzione – la Caritas gestiva solo il Banco Alimentare, un importante servizio per gli indigenti dell’isola che funzionava bene grazie alla capillare azione delle diverse parrocchie dell’isola. Ma l’arrivo di padre Pietro Lagnese ha dato una svolta fondamentale, indicando agli operatori Caritas isolani una via diversa, più complessa, ma di grande impatto per l’assistenza agli indigenti».
“Non solo alimenti” potrebbe essere in sintesi lo slogan che ha caratterizzato l’attività della Caritas diocesana sotto la guida di Mons. Lagnese, con la collaborazione di persone che si sono, a vario titolo con diverse (a volte insospettate) competenze si sono lasciate guidare in una avventura meravigliosa, creando una rete di aiuti che si è rivelata preziosa in momenti di grande emergenza, prima di tutto il terremoto che nel 2017 ha devastato alcune zone del territorio di Casamicciola e Lacco Ameno e poi la pandemia, che ha messo in isolamento e in gravi difficoltà economiche una larga fetta della popolazione isolana, specialmente i lavoratori stagionali del settore turistico.
Dunque, grazie a Mons. Lagnese – ha continuato Luisa – la semplice rete assistenziale del Banco Alimentare si è trasformata e sviluppata generando reti di cooperazione e aiuto, che hanno fornito assistenza a tutti i livelli: dalla preparazione di pasti per gli sfollati, alla raccolta indumenti, al pagamento delle bollette o di fitto per alloggi, ma anche fornitura di arredo per chi non aveva più casa.
Una struttura virtuale solida che continua a lavorare ed essere attiva ancora oggi, anche in fase di non emergenza, fornendo aiuto agli immigrati, ma anche a famiglie indigenti dell’isola, nel disbrigo di pratiche burocratiche o nel trovare assistenza medica gratuita, anche grazie al prezioso sportello di ascolto diocesano e alla collaborazione di medici che accettano di lavorare e titolo gratuito. Luisa Pilato non ha mancato di ricordare l’apertura del Centro di Accoglienza “Giovanni Paolo II” allo Scentone in Forio e la bella attività di accoglienza e presa in carico, in tale struttura, voluta fortemente da Mons. Lagnese, non solo di migranti, con la collaborazione della Questura, ma anche di tanti “clochard” che popolano l’isola d’Ischia.
Ricordiamo anche la breve esperienza della Mensa aperta a Forio (prima presso Palazzo Lavitrano e successivamente presso la parrocchia di S. Maria di Montevergine) con la rete di volontari che si è creata intorno ad essa. Luisa ha comunicato che è in progetto l’apertura di un dormitorio isolano, che dovrebbe togliere dalla strada alcuni senzatetto che oggi ancora vagano per l’isola in cerca di rifugio.
Le parole di Mario Di Sapia
Dopo il colloquio con il piccolo gruppo della Equipe diocesana Caritas, l’incontro è stato aperto a tutti i delegati delle Caritas parrocchiali, oltre che alla rappresentanza dell’arma dei Carabinieri e della Protezione Civile e Croce Rossa. Mario Di Sapia, infaticabile e prezioso collaboratore responsabile del Banco Alimentare è dunque intervenuto esponendo al vescovo Gennaro un dettaglio delle tante attività che hanno visto protagonisti gli operatori Caritas: «È accaduto qualcosa di straordinario – ha detto -, abbiamo fatto l’esperienza dei discepoli di Emmaus, il terremoto prima e la pandemia dopo sono stati una irruzione della realtà nelle nostre vite, che ha scombinato i nostri progetti, chiamandoci a rispondere con il nostro operato, come segno tangibile dell’amore di Cristo».
La Caritas ha svolto anche un ruolo di collante tra le diverse risorse e le forze che si sono messe in campo, anche grazie alla collaborazione con le amministrazioni locali e grazie al prezioso lavoro del centro di ascolto diocesano. «Nella prova abbiamo visto tanti dare il meglio di sé, la gratitudine e lo stupore che abbiamo provato sono come scintilla che deve accendere i cuori, perché nel pezzo di mondo che gli è affidato possa dare il meglio» ha concluso Mario, riconoscendo che la forza propulsiva del proprio operato risiede nella fiducia e nella compagnia di Gesù.
Le parole degli operatori
Tutti gli operatori presenti hanno avuto modo di esprimersi, il Vescovo Gennaro ha dato spazio a tutti e ha ascoltato con pazienza le singole storie, storie di sacrifici, ma anche di grande gioia, la gioia del dare, che è certamente più grande di quella del ricevere. È emerso un mondo di amore senza fine, un pozzo di felicità inesauribile, generato dalla carità, in grado di superare difficoltà di ogni tipo, grazie anche al lavoro di squadra.
Le parole di padre Gennaro
L’emozione dei responsabili dei diversi settori e degli operatori nel raccontare la propria parte era palpabile e giustamente motivata, come ha avuto modo di notare lo stesso Vescovo, che ha ricordato le parole di san Paolo che nella Prima Lettera ai Corinzi ricorda quanto le pratiche spirituali prive di amore e concretezza siano insignificanti. Chi non ama concretamente è “come bronzo risonante o un cembalo che tintinna. … Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo per essere arso, e non avessi la carità, non mi gioverebbe a nulla”.
Questo è il segreto delle opere che danno frutto, sono fatte con cuore sincero e puro e perciò aprono strade insospettate e sempre produttive. Saremo giudicati – ha detto il Vescovo – da quanto amore avremo dato, dalle azioni fatte verso i nostri fratelli, così come ci ha lasciato detto Gesù: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40).
L’omelia Lo stile di Dio
XVI domenica del Tempo Ordinario; Ger 23,1-6; Ef 2,13-18; Mc 6,30-34
Dopo l’incontro il Vescovo ha presieduto la celebrazione eucaristica, concelebranti don Marco Trani.e don Antonio Scala. Nell’omelia il Vescovo ha preso spunto dall’episodio del vangelo di Marco nel quale Gesù con i suoi discepoli prova ad allontanarsi dalla folla che lo seguiva per riposarsi un po’, ma la folla non dà loro tregua. Lui però non si irrita e non mostra segni di stanchezza, è preso da compassione per quelle persone, “pecore che non hanno un pastore”, e continua il suo insegnamento, mostrando ai discepoli che lo seguivano uno stile di vita che – ha detto Padre Gennaro – deve essere lo stile di ogni cristiano, ma in special modo di ogni operatore del mondo della Caritas. È uno stile caratterizzato dalla vicinanza, «Dio non se ne sta da solo, egli è l’Emanuele, Dio con noi, ci guida e ci protegge» e dalla compassione, stato molto simile alla misericordia, che ci consente di vivere la sofferenza degli altri, e dalla tenerezza, atteggiamento tipico di Gesù e tanto caro anche a Papa Francesco, il quale la associa alla gentilezza.
Si tratta di caratteristiche che possono colorare positivamente le relazioni umane rendendole efficaci e produttive. «Ma lo stile di Dio è fatto anche di totale condivisione. La gente ha bisogno di carità, che non è solo assistenza materiale. Gesù infatti non curava solo la parte materiale, si occupava anche della parte spirituale. L’uomo va visto nella sua interezza». Il Vescovo ha concluso con un pensiero rivolto a tutti gli operatori della Caritas: «Per tutti voi operatori della Caritas, che in tanti modi avete a che fare con le persone, che il Signore vi aiuti e ci aiuti ad avere uno sguardo di fede. Alla sera della nostra vita saremo giudicati per quello che abbiamo fatto agli altri»
La coordinatrice Luisa Pilato ci ha detto a margine dell’incontro, non nascondendo l’emozione, ma anche la soddisfazione: «La Caritas è chiamata a vivere una nuova fase. Con Padre Pietro Lagnese abbiamo visto nascere opere significative per il nostro territorio, caratterizzate da una attenzione massima per le famiglie in difficoltà, a causa del terremoto prima e della pandemia dopo. Egli ha segnato le fondamenta della Caritas diocesana. Oggi Padre Gennaro ci ha segnato il sentiero sul quale proseguire, un sentiero dove la nostra forza è Cristo, che deve dare slancio al nostro operato. Siamo commossi per questo incontro e felici per la nuova avventura che sta per iniziare. Si lavora con il cuore, e in questo settore ogni storia diventa la tua storia»