Il profeta è l’uomo della Parola! È l’uomo (o la donna) impregnato, inzuppato, imbevuto di Parola!
Totalmente posseduti dalla Parola di Dio, questi uomini e queste donne, decidono di dedicare ad essa, anche se non se ne sentono degni, tutta la loro esistenza!
I profeti dell’Antico Testamento non diedero grande importanza al racconto della loro vita perché ciò che contò per loro fu guardare la realtà in profondità, guardarsi in profondità e diffondere instancabilmente alcuni fondamentali messaggi:
- Dio Misericordioso non tollera l’oppressione dei poveri e vuole un popolo di fratelli e di sorelle;
- lotta all’idolatria (= qualsiasi realtà che viene divinizzata dall’uomo che nega Dio, cioè qualsiasi realtà rivestita dall’uomo dello splendore del divino e adorata poi come un dio), lotta al militarismo e all’impero;
- condanna dell’arricchimento o della cupidigia all’interno di una concezione sacrale, ancor più se a scapito dei poveri e degli ultimi;
- lotta alla manipolazione di Dio, cioè lotta alle interpretazioni soggettive delle verità;
- eliminazione di ogni presunto privilegio o elezione;
- coerenza di vita, generosità e condivisione, perché i poveri non vanno lasciati alla loro condizione di povertà ma vanno riscattati, risollevati;
- denuncia delle ingiustizie sociali;
- invito alla conversione, al cambiamento di vita e di mentalità.
Questa è la missione!
Cristo Gesù è il Profeta dei profeti. È Lui la Parola di Dio! È Lui il Verbo di Dio! Lui è l’Inviato dal Padre, il Figlio unigenito, Dio vero da Dio vero! Tutto è stato fatto per mezzo di Lui, tutto sussiste in Lui, tutta la storia è in relazione a Lui e tutta la storia tende verso di Lui!
Anche Gesù non ha scritto nulla sulla sua vita: sono piuttosto gli autori neotestamentari ad aver scritto di Lui. «Il futuro è diventato presente in Cristo. La sua parola, la sua persona e la sua opera ci hanno fatto intravedere qualcosa di quello che sarà questo meraviglioso futuro annunciato dai profeti. La riconciliazione operata da Gesù tra giudei e gentili è riflesso della riconciliazione universale che si verifica a ogni livello. I segni e le guarigioni da Lui operate fanno da preludio al mondo nuovo in cui non ci sarà più né morte né lutto né lamento né affanno. In Cristo si è materializzata la vittoria definitiva di Dio sulle forze del male».[1]
Cristo ha vinto il mondo: è una certezza che si è già realizzata! Facendo risorgere suo Figlio, Dio Padre è intervenuto in pienezza nel tempo degli uomini, li ha liberati dalla morte e ha aperto loro l’orizzonte del Regno dei Cieli. Da allora la storia è aperta a un divenire in cui si esprimano la «nuova creazione» e l’ «uomo nuovo», in una solidarietà nuova fra gli uomini.[2] Da allora noi cristiani siamo chiamati:
- alla denuncia – vista nella linea dei profeti e soprattutto dell’opera e della vita di Gesù – di ogni potere mondano, che assolutizzandosi si fa idolo e osa farsi arbitro dei fondamentali diritti dell’uomo, cioè il diritto alla vita, alla libertà e alla dignità dell’esistenza. Questi diritti sono dono inalienabile di Dio;
- all’annuncio creativo e operoso di un nuovo regno, di una società libera da ideologie, in cui vengano riconosciuti a tutti proprio quei naturali diritti inalienabili. Dove ciascuno si possa esprimere secondo le proprie capacità e possa vivere le proprie tradizioni. E infine dove ognuno possa ricevere secondo i suoi bisogni perché nessuno resti privo di una casa, di un lavoro, di un pasto caldo, ma anzi viva potendosi prendersi cura di sé, degli altri e del Creato.
Tutti noi cristiani siamo chiamati a orientare e a condurre la storia verso la Meta. Dio continua a creare la storia mediante la sua parola, ma non in maniera diretta. Dio interpella noi, affinché possiamo crearla quotidianamente.
Maria, Regina dei profeti…prega per noi!
[1] JOSE’ LUIS SICRE, Profetismo in Israele, 1995, Edizioni Borla s.r.l., Roma, p. 489.
[2] BRUNO FORTE, Gesù di Nazaret, storia di Dio, Dio della storia, Edizione Paoline, p. 24-25.
di Angela di Scala