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25° di sacerdozio – domande e risposte

Spregiudicata vocazione la loro, per tale ragione li abbiamo sottoposti con altrettanta disinvoltura ad una serie di domande e un solo indiscutibile monito: non consultarsi tra loro. Hanno avuto permesso di poter uscire e posare la penna solo alla consegna dell’elaborato. Non sappiamo se hanno superato l’Esame, la commissione esaminatrice è certamente un’Altra e più Alta. Siamo però lieti del fatto che si siano messi in gioco, come del resto fanno da un quarto di secolo, e di aver donato al settimanale Kaire risposte a domande che non sempre vengono poste loro.

Domanda: La parola o la frase che ti ha consentito di saltare quell’ostacolo all’apparenza insormontabile

Don Pasquale Trani

“Non temere, vermiciattolo di Giacobbe, larva di Israele; io vengo in tuo aiuto – oracolo del Signore – tuo redentore è il Santo di Israele.” (Isaia 41, 14)

Don Carlo Candido

C’è un’espressione che mi accompagna spesso nella vita e che suggerisco ai giovani: “solo tu puoi farcela ma non puoi farcela da solo”. Ognuno è chiamato a dare la sua risposta, il suo impegno, la sua abnegazione ma non basta perché il cammino della vita non è un cammino da solista. Nel viaggio della vita hai un compagno speciale, Gesù, che c’è sempre, anche quando non te ne accorgi.

Domanda: Se don Carlo non fosse un sacerdote, cosa sarebbe oggi?

Don Pasquale Trani

Sarebbe comunque un grande personaggio della nostra comunità o – perché no? – fuori dei ristretti confini isolani, impegnato in qualcosa di buono e vicino ai più indifesi, mettendoci sempre il cuore, la competenza e la faccia!

Don Carlo Candido

Domanda difficile perché oggi mi riesce difficile pensarmi in un altro ruolo; in questi anni qualunque cosa mi sia stata chiesta, anche in assenza di specifiche competenze o esperienze, non mi sono mai tirato indietro; in tutto quello che ho fatto oltre alla testa ci ho messo il cuore, riconoscendo i miei limiti, le mie fragilità, ho sempre sentito che potevo superare tutto questo solo se ci mettevo il cuore. Prima della vocazione mi sognavo con una famiglia numerosa, con tanti figli.

Domanda: Se don Pasquale non fosse un sacerdote cosa sarebbe oggi?

Don Pasquale Trani

Ogni tanto me lo chiedo, ma la vita è una sola e questo il Signore ha voluto che fossi con tutti i pregi e i difetti.

Don Carlo Candido

Pasquale ha enormi qualità culturali, intellettive, è poliedrico e con tanti talenti, credo che se non fosse sacerdote, certamente in qualunque settore, lavorativo o familiare, esprimerebbe al massimo i suoi talenti.

Domanda: Il momento in cui ti sei sentito più prossimo a DIo

Don Pasquale Trani

Ogni giorno, durante la celebrazione eucaristica.

Don Carlo Candido

Quello che ricordo con più intensità è il periodo in cui mi sono innamorato di Dio, quando sentivo un fuoco dentro che mi divorava, una gioia, un entusiasmo, una passione, una letizia che mai avevo sperimentato. Tutto era nuovo e bello e quando hai gli occhi ricolmi di stupore e di meraviglia senti che le brutture del mondo non ti sporcano, come in una trasfigurazione; una Mariapoli dell’88/89 fu un momento molto intenso per la mia crescita ma, a Positano, durante una esperienza comunitaria, ci fu il momento decisivo per la mia vocazione. Pur non sapendo cosa era sperimentavo, godendone, la presenza di Gesù.

Domanda: Il momento più buio?

Don Pasquale Trani

Quando tocco con mano i miei limiti e le mie fragilità e dimentico che Dio mi ama così come sono anche se si aspetta da me sempre tutto, perché tutto di me Gli ho offerto.

Don Carlo Candido

I momenti di buio e di deserto arido sono stati tanti e certamente altri ce ne saranno. La morte dei miei genitori, delle persone molto care, mi hanno fatto attraversare un buio ed una prova a cui tuttavia è seguita l’apertura della porta della resurrezione, dove la speranza mi ha sempre sostenuto non consentendo a quel buio di schiacciarmi. Il buio, l’aridità che arriva anche nel cammino di fede, sono e restano preziosi, un po’ come quando grazie allo stesso buio si possono ammirare le stelle.

Domanda: Cosa raccomandi a chi vuole intraprendere il tuo stesso percorso?

Don Pasquale Trani

Fede, speranza, carità, perseveranza nella preghiera e nel compiere il bene, onestà con se stessi, umiltà e camminare insieme ai fratelli che vogliono essere uniti nel nome di Gesù (Mt 18, 20: “dove due o più sono uniti nel mio nome io sono in mezzo a loro”), in modo speciale con i confratelli sacerdoti.

Don Carlo Candido

Questo rientra nella scelta di Dio, nel mondo ci sono tante persone deluse che hanno ridotto la loro vita ad un museo con collezioni di fallimenti, io dico sempre qualunque sia la tua storia, scegli Dio, tutto il resto è limitato, fragile, esauribile. Lui non ti deluderà mai.

Domanda: Cosa sogni per il futuro della tua Comunità

Don Pasquale Trani

Ho imparato che bisogna “amare la parrocchia altrui come la propria”, perciò non posso non sognare per ogni comunità, non solo per le mie attuali (Barano e Fiaiano): che cresca nell’amore reciproco e possa diventare sempre più unita nelle differenze ricomposte e nella stima di tutte le vocazioni, lasciando a Gesù Risorto che la guidi col suo Spirito: questa è per me la santità oggi, sia personale che comunitaria.

Don Carlo Candido

Quello che sognerebbe un papà o una mamma, la comunione, l’unione, l’unità, senza competizione, gelosie e invidia. Quando vedo questo il cuore e l’anima mi si lacerano ed è in questi momenti che vivo le mie notti buie. Quando vedo l’unità mi dà gioia.

Domanda: Casa è ……….

Don Pasquale Trani

Sentirsi come Gesù a Betania, con Marta, Maria e Lazzaro: a proprio agio tra l’umano e il soprannaturale. Dunque “casa” può essere la parrocchia, la scuola, l’ufficio, la spiaggia o il locale che frequento, quando “ascolto, accolgo, amo” (cf. Omelia alla Messa di san Giovanni Paolo II a Ischia, 5/5/2002) e quando metto le condizioni affinché anche gli altri facciano lo stesso e vivano così.

Don Carlo Candido

Casa per me non sono le mura, spesso ho cambiato casa e lo so bene; casa è il clima di famiglia, i rapporti affidabili, le relazioni vere, autentiche, ascolto, tenerezza, accoglienza, il far sentire chi si affaccia alla comunità parrocchiale come a casa, in famiglia e lasciare a chi si allontana il ricordo e il senso di una famiglia. La Chiesa per me è questo, far casa agli altri.

Domanda: Scegli tra le seguenti risposte quella che più ti appartiene e poniti la domanda: a) pensiamoci insieme, b) assolutamente no, c) certamente!

Don Pasquale Trani

La risposta “a”, senz’altro! Ma a volte – raramente e con non poca sofferenza e preghiera – bisogna avere il coraggio di dire anche dei “no”: Gesù dice: “Il vostro parlare sia ‘sì, sì, no, no’, il resto viene dal maligno”. La risposta “c” – “certamente!” – è quella che dà più gioia, ma è più rara, perché presuppone non solo un’unità di vedute e di intenti, ma anche di gioia e passione che l’accompagnano.

Don Carlo Candido

“Pensiamoci insieme”, come spesso ricorda Papa Francesco nella “Fratelli tutti”. Del resto è il cammino che tutti noi siamo chiamati a fare.

Domanda: Rievocazione: pensa ad una foto a te cara, guardala con gli occhi del cuore e dimmi cosa riaffiora alla mente

Don Pasquale Trani

Domanda difficile perché molti sono i momenti forti vissuti…Certamente gli incontri personali con i Papi, in particolar modo con san Giovanni Paolo II. Ma come non gioire nel rivedere quelle coi bambini o mentre magari stavamo in atteggiamento giocoso con amici…?

Don Carlo Candido

Una in particolare, la ho davanti agli occhi, la foto con San Giovanni Paolo II; lui è stato il papa della mia giovinezza, della mia conversione, delle tante Giornate Mondiali della Gioventù, quello dell’incontro con 15.000 giovani qui ad Ischia, quello che ci ha accompagnati per 26 anni e che attraverso gli occhi, soprattutto negli ultimi anni, quando il suo corpo era martoriato, incontrandolo mi sembrava di affacciarmi sulla finestra dell’Eterno, quell’uomo era già abitato da Dio, profumava della presenza di Cristo. Come quando Paolo dice “non sono più io che vivo in Cristo ma Cristo vive in me”.

Domanda: Se per una qualche ragione la tua bussola non riuscisse più ad indicare la direzione come ti orienteresti?

Don Pasquale Trani

Semplice: leggendo il vangelo, invocando lo Spirito Santo e chiedendo consiglio a persone che reputo degne di fiducia.

Don Carlo Candido

Come facevano i marinai durante la tempesta, guardando la stella polare, che nella mia vita è stata l’Eucarestia, l’Immacolata e il Papa ecco loro sono i miei tre punti luce. Molte volte ho perso la bussola o mi sembrava non funzionasse, mi sono sentito smarrito e altrettante attraverso l’Eucarestia ho trovato il mio gancio in mezzo al cielo.

Domanda: Cosa c’è sotto la cenere?

Don Pasquale Trani

Tanta voglia di far uscire dalla nostra gente il tanto Bene che è dentro e, soprattutto in quest’epoca covid, dare speranza, entusiasmo ai giovani e alle famiglie!

Don Carlo Candido

Solo Dio lo sa, l’importante è stare al Suo gioco; sono una persona dalla dura cervice e qualche volta faccio fatica ad aprirmi al gioco di Dio il quale però ogni volta sa stupirmi. Sotto la cenere delle mie miserie, delle mie fragilità, Lui continua a costruire e caparbiamente continua, sotto la cenere, a edificare una storia d’amore.

Domanda: Un ricordo sempre vivo che non perde di intensità malgrado il tempo e la distanza

Don Pasquale Trani

Tanti ricordi scolpiti nel cuore… Uno su tutti? L’estremo saluto a papà nella sala di terapia intensiva prima che perdesse definitivamente conoscenza e lasciasse questa terra.

Don Carlo Candido

I giorni vissuti a Positano, come detto, fondamentali per la mia scelta vocazionale, ma anche tanti altri certamente, dove mi sono reso conto che il Signore è stato troppo buono con me, immeritatamente, con le molte grazie elargite e che qualche volta, devo riconoscerlo, ho anche dilapidato a causa della mia immaturità; la mia vita è stata riempita di semi, che malgrado i rovi e i sassi duri, sono andati comunque a fruttificare. Come dice Paolo dove ha abbondato il peccato ha sovrabbondato la grazia.

Domanda: Tra i tuoi affetti più cari, chi e come si è accorto per primo della tua vocazione

Don Pasquale Trani

Mah, forse i miei, ma certamente il primo a cui l’ho confidato quando ancora non ne ero certo fu don Gaetano Pugliese, l’allora mio parroco di S. Antuono. Mi aiutò ad andare avanti invitandomi a vivere bene il presente e ricordandomi una frase-guida della Scrittura: “A chi mi ama mi manifesterò”.

Don Carlo Candido

Mia mamma che non mi riconosceva più, iniziò ad intuire che qualcosa stava cambiando in me e che all’inizio faceva un po’ di resistenza e poi il mio parroco don Raffaele che aveva colto il seme della vocazione in me. Lui con sapienza ed umiltà ha cercato di averne cura e di annaffiare.

Domanda: E chi invece ha sperato fino all’ultimo che cambiassi idea

Don Pasquale Trani

Forse sempre i miei, ma sono da comprendere, ero già avviato alla facoltà di economia e commercio… Dopo, credo, siano stati contenti.

Don Carlo Candido

I primi 2/3 anni mia mamma ma quando ha realizzato che io ero felice poi lo è stata anche lei, del resto un genitore vuole la felicità dei suoi figli. Pensa che nel 4 anno di seminario ero in crisi e nel momento che dovevamo entrare io comunicai a don Pasquale che non sarei entrato. Quella mattina, seduti al tavolo del soggiorno mamma mi prese le mani, ascoltò i miei silenzi e con il cuore in mano e la dolcezza che solo una mamma sa, mi incoraggiò ad entrare; paradossalmente oggi se sono sacerdote lo devo a lei.

Domanda: Come ti vedi tra 25 anni

Don Pasquale Trani

Il futuro è nelle mani di Dio. Chi può dire se ci sarò su questa terra tra 25 anni? Medito spesso uno scritto di san Giovanni XXIII: “Solo per oggi…” (ndr: lo riportiamo per intero alla fine poiché anche don Carlo ha proposto questo scritto pur senza copiare!)

Don Carlo Candido

Non mi vedo perché vivo il presente. Quando l’uomo pensa al futuro, gli angeli in cielo ridono, voglio essere profondamente radicato nel presente, non so se arriverò a domani e voglio ricordare il “solo per oggi” del papa buono, Giovanni XXIII.

Domanda: Come vedi il tuo compagno di avventura tra 25 anni

Don Pasquale Trani

Ovviamente anche per lui non posso prevedere il futuro; ma se proprio devo prestarmi a questo “gioco”, direi che gli auguro con tutto il cuore di “invecchiare bene”, ossia sempre agganciato come tralcio nella vite del Signore e sempre impegnato nella sua vigna-Chiesa! Gli dedico questa poesia-preghiera di David Maria Turoldo: Godi del poco che hai. Godi del nulla che hai, Del poco che basta, Giorno dopo giorno. E vai, leggero dietro, Il vento il sole e canta. Vai da riva a riva E porta con te i sogni E coloro che sognano Canta il sogno del mondo.

Don Carlo Candido

Pasquale è una persona dai grandi talenti e sento che lui potrà dare tanto alla Chiesa, non solo quella isolana ma quella universale, non vorrei dire altro, lo Spirito Santo lo sa bene. Lui ha grosse qualità che vanno messe in circolazione per il bene della Chiesa perché il Signore quando offre dei doni lo fa per il bene comune e Pasquale con le sue capacità ed i suoi talenti può fare tanto ancora per la Chiesa in generale come del resto ha fatto già per la Chiesa di Ischia.

Domanda: Se tu potessi riscrivere (e non puoi farlo) quale risposta cambieresti delle precedenti

Don Pasquale Trani

Nessuna!

Don Carlo Candido

Non cambierei nulla ma se potessi riscrivere le domande ne aggiungerei una: “cosa desidera il cuore di Carlo”, risponderei “di innamorarmi sempre di più di Dio” ed è questa l’unica preghiera che quotidianamente e insistentemente io recito, una preghiera che in italiano corretto non si può rivolgere ad una persona, a causa della forma verbale ed è “Signore innamorami di te”. Solo così puoi rendere transitivo un verbo intransitivo.

Domanda: Associa un colore al tuo ricordo più bello e spiegane il motivo

Don Pasquale Trani

Impossibile rispondere a questa domanda: sono daltonico, ahahah! A parte le battute, credo l’azzurro mi piaccia più di altri colori, ma mi è difficile associarlo ad un ricordo se non forse a qualcosa che – mi scuso in anticipo – potrà risultare banale: le vittorie della nazionale di calcio!

Don Carlo Candido

Il verde, la speranza. Molte persone con la sindrome di grisù, il piccolo drago, sono protese a spegnere i miei sogni. Con il verde mantengo viva la speranza.

Domanda: Rievoca un profumo alla tua preghiera più intensa.

Don Pasquale Trani

Certamente il profumo dell’incenso – soprattutto quello proveniente dalla Terra Santa – e quello dell’olio del crisma mi sono particolarmente cari perché mi accompagnano nei momenti più sacri della vita liturgica e di preghiera. Ma come dimenticare il profumo delle rose nel mese di maggio per la preghiera del rosario?

Don Carlo Candido

Il profumo più bello e che ho sperimentato è quello di cui parla il salmista, quello che scende sulla barba di Aronne, il profumo dei fratelli che vivono insieme, in comunione, fraternità e amicizia. Quando lo sperimento, quel profumo mi resta appiccicato addosso e nel cuore perché è il buon profumo di Cristo. Il mio augurio per la comunità intera è di vivere e sperimentare questo buon profumo di Cristo.


Solo per oggi

Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata senza voler risolvere i problemi della mia vita tutti in una volta.

Solo per oggi avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà, non alzerò la voce, sarò cortese nei modi, non criticherò nessuno, non cercherò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.

Solo per oggi sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell’altro mondo, ma anche in questo.

Solo per oggi mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino ai miei desideri.

Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a sedere in silenzio ascoltando Dio, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così il silenzio e l’ascolto sono necessari alla vita dell’anima.

Solo per oggi compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.

Solo per oggi mi farò un programma: forse non lo seguirò perfettamente, ma lo farò. E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l’indecisione.

Solo per oggi saprò dal profondo del cuore, nonostante le apparenze, che l’esistenza si prende cura di me come nessun altro al mondo.

Solo per oggi non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere nell’Amore.

Posso ben fare per 12 ore ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare tutta la vita.

San Giovanni XXIII

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