Momenti di viva emozione alla Torre saracena in Testaccio
Immaginate una finestra aperta su un vostro luogo del cuore, un luogo che fin dall’infanzia vi ha fatto vibrare l’anima, suggestionando la fantasia e accendendo l’immaginazione, facendovi salpare per strabilianti avventure o portandovi magicamente indietro nel tempo, come una futuristica automobile spazio-temporale. Ebbene per la scrittrice del romanzo L’orchidea marina, questo luogo è senza dubbio la Torre Saracena dell’antico borgo di Testaccio, affacciata sulla meravigliosa baia dei Maronti. Da piccola, nella vecchia casa con soffitto a volta della nonna materna, sua dimora estiva, ne ammirava con un sentimento di soggezione e stupore le antiche vestigia che, seppure decadenti e segnate dalle crepe del tempo, le rievocavano il passato avventuroso dell’isola tra assalti di vascelli, incursioni piratesche e strenue difese dei suoi abitanti, popolo di contadini e pescatori.
Dunque non poteva essere scelto luogo più adatto, dalla Pro Loco Barano, per la presentazione del suo libro, che si è tenuta sabato 21 agosto, alle ore 18:30, proprio presso la Torre Saracena di Testaccio, alla presenza di un pubblico interessato e attento, oltre che incantato dall’ampio e suggestivo scenario, cornice dell’antico fortilizio.
Catturati dalla suadente lettura di brani, condotta magistralmente dalla prof.ssa Anna Maria Agostino, i presenti hanno ascoltato passi relativi anche a descrizioni paesaggistiche della torre e di molti altri luoghi del cuore del romanzo, non ultimo il Castello.
A coordinare egregiamente la tavola rotonda, la prof.ssa Concetta Lauro, che ha rivolto diverse domande all’autrice Francesca Colella, insegnante di lettere al Liceo Statale di Ischia alla sua seconda pubblicazione (il primo suo libro, di genere storiografico, è Napoli frontale nel ’68. Narrazione di rivolte e speranze, 2007, Dante&Descartes).
E’ stata così svelata la genesi del romanzo L’orchidea marina, risalente agli anni della sua gioventù, quando era già forte l’interesse dell’autrice per le antiche tradizioni del passato, di un mondo contadino atavico e fisso in usanze secolari; le testimonianze orali da lei raccolte, confluirono allora in una serie di articoli pubblicati sul quotidiano locale Il Golfo, dal titolo “Ischia ieri ed oggi”.
La scrittrice ha messo in rilievo come soprattutto una storia, dal lontano passato, avesse colpito allora la sua immaginazione, una storia neanche tanto eccezionale che, nonostante il suo macabro esito, si ripete tuttora infinite volte, e che però aveva lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva. Il motivo per cui, a ben guardare, aveva destato all’epoca (circa un secolo fa) tanto scalpore e clamore, era lo stridente contrasto del fatto, realmente accaduto, con la magica cornice paesaggistica del luogo dove aveva avuto compimento (che potrete scoprire, se avrete la pazienza di arrivare al finale del romanzo), che in qualche modo ne amplificava e moltiplicava l’orrore e la nefandezza.
Il romanzo, che vede protagonista una donna del passato, Carmela, intende porre ai suoi lettori, come ha specificato l’autrice nel corso della serata, interrogativi e dilemmi attualissimi: non solo la questione femminile, ancora irrisolta, ma anche la questione ambientale. Infatti dalle pagine del romanzo, dalle meravigliose descrizioni dell’antico aspetto ancestrale dell’isola, scaturisce in maniera quasi spontanea un sentimento di nostalgia e un forte monito alla salvaguardia e tutela di un territorio, quello ischitano, prezioso e unico al mondo, meta da secoli di viaggiatori, esploratori, turisti soggiogati dal suo fascino.
A questi ultimi l’autrice ha rivolto il suo pensiero, con il progetto dell’edizione tedesca del suo romanzo, pubblicata di recente dal titolo “Die Meeresorchidee. Eine Geschichte von Liebe und Tod auf Ischia” nella nuova veste grafica, opera della bravissima Giusy Spada. L’autrice della traduzione, dott.ssa Francesca Pollato, madrelingua tedesca e presente anch’essa al tavolo delle relatrici, ha messo in evidenza l’efficacia descrittiva del romanzo che, pure in un’eventuale assenza di una trama, potrebbe già attrarre i lettori tedeschi, da sempre amanti del paesaggio e della cultura contadina dell’isola.
Insomma se avrete voglia di rivedere una pellicola in bianco e nero, di gustare e annusare gli antichi odori e sapori di Ischia antica, di riscoprire tradizioni e riti oramai al tramonto, di ascoltare voci e motti del passato ( la scrittrice ha utilizzato spesso un linguaggio colloquiale e a tratti dialettale), di indignarvi ed emozionarvi insieme ai suoi personaggi di condizione umile e dal cuore semplice, sedetevi comodi, magari davanti a un bel tramonto, e immergetevi nella lettura dell’Orchidea marina di Francesca Colella!
di Caterina Iacono