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Ben trovati, cari bambini! Siamo giunti all’ultima domenica di agosto che ci dice che le vacanze stanno per finire, ma ci lasciano la gioia nel cuore e il sole sulla pelle!

Chissà quanti posti belli avete visto, anche se avete dovuto prendere le misure di sicurezza imposte da questo periodo di pandemia. Eh sì, perché dobbiamo stare ancora bene attenti a tenere le giuste distanze tra di noi ed a disinfettarci le mani per evitare contaminazioni.

Ma cosa vuol dire contaminarsi? Vuol dire “infettarsi”: prendere dei germi o virus che ci fanno ammalare. Quello che entra in noi, da fuori, può essere pericoloso. Sapete una cosa curiosa bambini? Questo vale per il corpo, ma non per l’anima: infatti, è l’esatto contrario. In che senso? Nel senso che ciò che può “infettare” la nostra anima pura non è quello che entra in noi, ma quello che esce.

È poco chiaro vero? Allora facciamoci aiutare dal Vangelo di Marco che domenica 29 agosto ci spiega proprio questo: “In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate, lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Allora Gesù disse: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro, infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, avidità, malvagità, inganno, invidia, calunnia, superbia… Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo»”.

Eh sì, bambini, è proprio così! Ciò che macchia la nostra anima sono tutte quelle intenzioni non buone che possono uscire dal nostro cuore. E non solo! Tutto quello che di male esce, oltre a noi stessi, può anche fare male agli altri! Così, quando tratto male qualcuno perché sono arrabbiato/a o quando lo ignoro perché mi sento migliore di lui/lei, quando faccio queste cose, e tante altre ancora, ferisco il mio prossimo ed anche il mio cuore.

Quindi, che fare? Gesù ci chiede di vigilare (controllare) sul nostro cuore con la stessa cura con cui controlliamo la salute del nostro corpo. Avete mai sentito la parola “Check-up”? No? Vuol dire fare una serie di esami medici per controllare le condizioni di salute.

Ecco, bambini: per vigilare su noi stessi è bene fare un check-up al nostro cuore! Come? Con un metodo tanto antico della Chiesa, ma molto buono: l’esame di coscienza. In pratica è un vero e proprio interrogatorio a noi stessi per vedere come ci siamo comportati.

Chi di noi, la sera, prima di addormentarsi, si fa la domanda: “cosa è accaduto oggi nel mio cuore? Cosa ho provato? Come mi sono comportato/a?”, tutti? Tranquilli, bambini, non ci serve sapere quanti di voi lo fanno, ciò che conta davvero sapere è quanto sia importante “vigilare” su noi stessi! Non solo perché saremo più felici noi, ma perché aiuteremo Gesù a tenere pulito il cuore nel quale vive: il nostro e quello del nostro prossimo!

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