L’Arcivescovo Zvolensky, presidente della CEI slovacca, parla della visita del Papa
Il viaggio del Papa in Ungheria e Slovacchia
Una Chiesa “che forma alla libertà interiore e responsabile, che sa essere creativa immergendosi nella storia e nella cultura e sa dialogare con il mondo” è l’immagine della comunità cristiana che Papa Francesco delinea e si augura per la Chiesa slovacca. Dopo il discorso tenuto il 13 settembre nella cattedrale di San Martino e diversi altri colloqui e visite, è proseguito il viaggio apostolico in alcune città della Slovacchia (Košice e Prešov). Abbiamo posto alcune domande all’arcivescovo di Bratislava, Stanislav Zvolenský, presidente della Conferenza episcopale slovacca, sul significato della visita di Papa Bergoglio.
L’ultima visita di un pontefice in Slovacchia risale a quasi vent’anni fa. Quali sono le speranze legate alla visita di Papa Francesco in Slovacchia?
È un grande dono spirituale a tutti noi, poiché ogni visita del Santo Padre è un evento straordinario per i credenti. È per noi fonte di grande gioia incontrarlo, dato che sappiamo che il successore di Pietro ci rafforzerà nella fede, ci guiderà e ci incoraggerà in questo momento particolarmente difficile di sofferenza sia fisica che spirituale per il mondo intero.
Indubbiamente la visita nel quartiere dove risiede la comunità Rom a Košice, ha costituito un momento straordinario del viaggio apostolico. Qual è lo sguardo della Chiesa slovacca rispetto alla situazione di comunità emarginate quali i rom, i senzatetto, i poveri, o gli anziani? Quali le iniziative messe in atto in ambito pastorale o di sostegno concreto?
Innanzitutto va ricordato che le situazioni di emarginazione rappresentano per tutti noi occasione quotidiana di vivere il Vangelo in modo concreto in base alle nostre possibilità. Naturalmente non mancano i programmi pastorali a favore della popolazione rom o dei senzatetto, così come per gli anziani. Ma non vi è dubbio che la presenza del Santo Padre, le sue parole, e il suo particolare esempio personale, ci offrono ulteriore e rinnovato slancio e motivazione al servizio di coloro che sono emarginati dalla società.
Papa Francesco presiederà il 15 settembre, la messa nel giorno della festa della Madonna dei Sette dolori, patrona della Slovacchia. La sua visita avrà quindi una forte dimensione mariana. Agli slovacchi piace descriversi come nazione mariana… Qual è la sua esperienza pastorale al riguardo? Questa devozione è effettivamente sentita? Cosa si aspettano i cattolici dalla visita del Santo Padre a questo riguardo?
È un grande dono sapere che la visita del Santo Padre culminerà con la celebrazione della messa al santuario mariano di Šaštín. Il periodo della pandemia è stato il periodo delle sofferenze, sia fisiche che spirituali, ci siamo dovuti confrontare con la realtà della morte. Al contempo la Madonna dei Sette dolori, simbolo di fede, speranza e amore, ci protegge e ci accompagna nell’incontro con la sofferenza e la morte. Confidiamo ardentemente nel suo esempio, quello del pellegrino che prega e chiede l’intercessione della Beata Vergine Maria, e nella sua testimonianza di speranza che affonda le sue radici nella devozione mariana.
Il Santo Padre è arrivato in un momento difficile. La pandemia di Covid-19 non è ancora giunta a una conclusione. Quanto influisce questa circostanza sul desiderio e sulla possibilità degli slovacchi di incontrare il Papa in presenza? Vuole dire qualche parola d’incoraggiamento ai credenti?
Le autorità competenti della Repubblica Slovacca hanno predisposto appositi protocolli di sicurezza sanitaria in conformità alle regole generali per gli incontri pubblici. Indubbiamente queste misure condizionano l’organizzazione degli incontri con il Santo Padre, sicuramente influiscono sulla possibilità di partecipare di molti fedeli. Tuttavia, è importante per tutti noi accogliere le parole del Santo Padre e ricevere il suo messaggio, indipendentemente dalla possibilità di incontrarlo di persona o di seguirlo attraverso i media. Sarà fondamentale avere un cuore sincero e essere pronti a testimoniare e a trasmettere la gioia del Vangelo.
Fonte: Danka Jaceckova da Bratislava – Sir