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Una chiesa in uscita vicina ai giovani

Formazione Progetto Policoro

Tante sono le volte in cui ascoltando le parole “Progetto Policoro” le persone restavano interdette e, con la loro benevola immaginazione, conducevano questo progetto ad un’esperienza che avesse a che fare con il mondo della musica, a chi avesse dei talenti sonori e avesse scelto di condividerlo con i propri “pari” nelle grandi sedi corali.

Visione quest’ultima del tutto errata poiché, senza nulla togliere alla bellezza dell’arte musicale, il Progetto Policoro è molto di più. “Quasi al termine di questo mio primo anno di mandato”, spiega Sara Costa quale borsista del Progetto per la Diocesi di Ischia, “mi sento di dire che il Progetto Policoro è sinonimo di esperienza e di relazione.” Dal punto di vista della sua storia, del perché nasce e quali sono i valori che intende trasmettere, è legittimo identificare il suo padre fondatore in don Mario Operti.

Nel lontano 1995 a Policoro, città in provincia di Matera e da cui deriva il nome del Progetto, don Mario Operti tenne un’importante conferenza al centro della quale vi era il problema della disoccupazione giovanile. Ecco che, tema dominante del Progetto e fine ultimo su cui tende a declinare le proprie attività, è il problema della disoccupazione che colpisce particolarmente i giovani al termine del loro percorso di studi.

Partendo dai principi della Dottrina Sociale della Chiesa, l’obiettivo è quello di attivare iniziative di formazione a una nuova cultura del lavoro, promuovendo l’imprenditorialità giovanile in un’ottica di sussidiarietà, solidarietà e legalità. Senza troppi giri di parole, il Progetto Policoro è l’immagine di una Chiesa viva e in uscita che vuole mettersi al fianco dei giovani, aiutarli nel loro cammino di crescita e nella delicatissima fase di ingresso al mondo del lavoro.

Per poter essere in grado di abitare e di muoversi all’interno di tali rilevanti tematiche, che rappresentano il deficit di un’intera nazione e che sembra purtroppo colpire ancora, se non in misura maggiore, le nostre generazioni, gli “animatori di comunità” – coloro che hanno ricevuto il mandato ad essere “sentinelle” nei propri territori e a sostenere i giovani locali che entrano in contatto con il Progetto – sono chiamati a prendere parte a diverse formazioni, sia a livello nazionale che regionale, portate avanti da un’equipe specializzata.

Tutto ciò non soltanto permette di conoscere gli aspetti tecnici delle discipline che gli animatori si trovano ad affrontare ed essere educati per poter rispondere alle grandi sfide odierne secondo principi evangelici, ma soprattutto fa sì che ciascun animatore entri in contatto con altri, scambiandosi idee, condividendo prospettive, e “tocchi” con le proprie mani una Chiesa capace di camminare insieme.

Ultimo in ordine di tempo è la formazione regionale vissuta a Villammare dal 13 al 16 settembre 2021 a cui hanno partecipato entrambe le animatrici Rosa Vuoso, al 3° anno di mandato e quasi senior del progetto, e Sara Costa. “Tale formazione ha personalmente un valore particolare” racconta proprio quest’ultima. “Purtroppo, a causa della pandemia, una buona parte del mandato l’ho vissuta in via telematica: mi sono abituata ad avere davanti agli occhi numerosissimi volti, altrettanti nomi, e constante la ricerca di creare un contatto con ciascuno.

Non nego come sia stato una fase difficile del mio percorso, in cui cercavo di associare i volti ai nomi, alle diocesi, alle regioni di appartenenza. L’esperienza di Villammare 2021 è stata pertanto la mia prima formazione regionale in presenza. Il potersi incontrare nuovamente con alcuni, il conoscere per la prima volta senza la distanza dello schermo con altri, ha prodotto in me un mix di emozioni, ma soprattutto la gratitudine al Signore per questi piccoli ma grandi doni, che molte volte sembrano scontati, ma in realtà non lo sono.

Le questioni affrontate durante quelle giornate, accompagnate da una cornice marina che trasmetteva profonda serenità, sono state varie. Non poteva mancare certo il tema della comunicazione: il saper abitare il vasto mondo dei social network, ma soprattutto le relazioni e la rete che un animatore di comunità è in grado di costruire nella propria diocesi in sinergia con il vescovo, i direttori delle tre pastorali – Pastorale Sociale del Lavoro, Pastorale Giovanile, Caritas – l’equipe diocesana, le associazioni di categoria e quanti possano rappresentare un punto di riferimento per il proprio territorio, simboleggia una risorsa preziosissima per portare avanti in maniera efficace ed efficiente il proprio mandato. Per tale motivo, un grande grazie va al dott. Vincenzo Girenti, giornalista di Tg2000 e al dott. Raffaele Cerciello, formatore Caritas e dell’Equipe nazionale del Progetto Policoro. Un incontro affascinante con alcuni imprenditori della comunità locale è stato poi la visita al calzaturificio Confort Shoes Srl, Pittari. Sa, insieme al dott. Luciano Fiscina. L’azienda, oltre a ritrarre il vero “made in Italy”, ha costituito l’opportunità di vita per settanta famiglie locali: un invito a lavorare e a restare nelle proprie terre d’origine. Un esempio di passione, di amore per il proprio territorio, di bellezza e di custodia di sani valori.

“Particolare simpatico” racconta invece Rosa “è stato che l’inizio della formazione è stato condotto da…Mons. Pietro Lagnese! E la gioia di ritrovarsi, di sentirsi stranamente a casa di fronte a colui che per anni ha guidato la nostra diocesi… è stato emozionante: in quanto Vescovo rappresentante della Pastorale dei problemi Sociali e del Lavoro per la CEC, Padre Pietro ci teneva a conoscere gli animatori delle diocesi regionali coinvolte: abbiamo quindi avuto la possibilità, Sara ed io, non solo di raccontarci, ma di aggiornarlo! E constatare quanto Ischia resti sempre nel Suo cuore!

Non solo: la formazione è continuata tra laboratori e relazioni, in primis quelle collaudate con l’animatore della Diocesi di Pozzuoli, Mario Viglietti, amico e collega accogliente, disponibile e come noi desideroso di ripensare insieme a propositi comuni per il nuovo anno Pastorale che ci attende”.

Insomma tanti i propositi e progetti che questa formazione ha messo nel cuore delle nostre animatrici, pronte a mettersi al servizio dei giovani e della Diocesi nel ricambiare la fiducia che è stata riposta in loro.

di Annalisa Leo

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