L’ufficio catechistico diocesano nei giorni scorsi ha invitato i catechisti dell’Isola a partecipare al loro primo incontro per il nuovo anno pastorale. E’ stata questa un’occasione per rinnovare i vincoli di stima e collaborazione tra la diocesi e i tanti catechisti che le parrocchie isolane contano, riprendendo quegli incontri che in piena pandemia erano stati interrotti. Ma è stata anche un’opportunità alla luce di quanto suggerito dal documento preparatorio e dal vademecum per il prossimo Sinodo dei Vescovi e dalle linee guida di questo anno catechistico.
E così giovedì 14 ottobre, presso i locali del centro Papa Francesco a Ischia, in comunione con il Vescovo Gennaro, sono state innanzitutto dettate le prime e importanti indicazioni del nuovo anno, per una serena ripresa delle attività parrocchiali. Presente all’incontro don Marco Trani, direttore dell’Ufficio Catechistico.
Una attenzione particolare è stata innanzitutto data all’impegno che i catechisti devono avere per impedire la diffusione del contagio da covid-19: il vaccino, o se impossibilitati il tampone ogni volta che si fa catechismo, diventano quindi il perno principale in questo periodo per un’auspicabile ritorno alla normalità. Vista l’esposizione al contagio che alcune attività pastorali comportano, e in modo specifico quella del catechismo, è necessario che, come atto d’amore, chi ha intenzione di intraprendere tale attività parrocchiale, si vaccini, così da non mettere a repentaglio la vita di coloro che gli sono affidati. Le attività potranno in questo modo ritornare in presenza così da rafforzare quel rapporto fraterno ed evangelico che in questo anno di pandemia si è sempre più affievolito.
Dopo questa indispensabile premessa, don Marco ha introdotto il tema del Sinodo dei Vescovi “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione” dando la possibilità di riascoltare l’omelia di Papa Francesco all’apertura del Sinodo il 10 ottobre, e si è poi soffermato sull’ascolto, compito principale che ci è affidato da questo sinodo. Per non lasciare che tutto ciò potesse essere solo teorico, i catechisti sono stati invitati a dividersi in 8 gruppetti condividendo le loro esperienze attraverso alcune tracce loro offerte (riportiamo qui sotto alcune di queste esperienze). A conclusione, è stato presentato il progetto degli uffici della CEI, ufficio catechistico, pastorale giovanile e pastorale familiare, per la pastorale degli adolescenti “semi di vento”.
“Volevo condividere con voi la bellezza e il frutto del nostro incontro di ieri. È stato veramente un incontrarsi e mettersi in ascolto gli uni degli altri discernendo il bene che, nonostante tutto, è venuto fuori da questa situazione così angosciosa e frustrante per tanti. Il nostro era il quarto gruppo e la prima cosa bella è che ci siamo sentite prima di tutto comunità, senza etichette e appartenenze e abbiamo messo in campo la nostra esperienza in questo periodo di pandemia risultato per alcuni versi più faticoso ma ricco di spunti di innovazione per quanto riguarda le modalità di trasmissione della fede. È nato, per così dire, un rapporto più “intimo” con le famiglie entrando nelle loro case con i moderni dispositivi e, con i piccoli gruppi di bambini che hanno celebrato la loro Prima Comunione, abbiamo sperimentato uno stare insieme più attento e particolare. Ora la sfida per noi catechisti è proprio questa: sulla scia del Sinodo dei Vescovi e delle nuove direttive per la catechesi il nostro cammino sia fatto di questi bei momenti di incontro, di ascolto e di discernimento tra noi e poi con chi ci viene affidato e con chi vive accanto a noi. Forza diventiamo tutti “Artigiani di comunità “. Buon cammino insieme!” Mariarosaria
“Vogliamo subito condividere ciò che è venuto fuori dall’ascolto del gruppo 1 A , eravamo in sei: Bartolo e Antonella della parrocchia del Buon Pastore, Anna della parrocchia di San Domenico in Santissima Annunziata di Campagnano, Raffaella della Parrocchia Natività di Maria Ss., Paola della parrocchia di San Sebastiano Martire in Barano, Rosamaria della parrocchia di San Sebastiano Martire in Forio. Abbiamo potuto condividere solo la prima domanda del gruppo (Quale vissuto ha segnato di più la vostra comunità ?). In più casi non poter contare sul pastore della propria parrocchia insieme al covid ha destabilizzato e scosso fortemente le comunità che hanno comunque trovato la forza per andare avanti … ancora belle esperienze vissute per la celebrazione delle prime comunioni, ma anche uniche per la pandemia. Formazione di un centro Caritas a Forio dove tutta la comunità si è messa in gioco per mettersi a servizio con il FARE, l’INCONTRARE e il SOSTENERE!!! Il vissuto della comunità di Barano a sostegno dei malati dell’ex centro di Villa Orizzonte insieme all’accoglienza di una famiglia siriana”. Paola
“Anche il nostro gruppo ha avuto modo di condividere l’esperienza del catechismo durante la pandemia che ha sicuramente segnato la nostra vita e chiaramente anche quella dei nostri bambini e delle famiglie. Indubbiamente si è sentita l’esigenza di pregare un po’ in più anche se la paura del contagio ci ha un po’ dispersi. Ciò non toglie che ci siamo appese ad ogni piccola cosa: un semplice messaggio su WhatsApp o incontri quando possibili a piccoli gruppi in presenza o on line. Ma la mancanza della partecipazione alla Messa quella purtroppo ancora si sente. Se prima c’era una discreta partecipazione, ora sembra che ci si sia abituati ad essere scusati, giustificati.
Alla seconda domanda che ci chiede quale passo di conversione ci sembra più importante ed urgente abbiamo condiviso il consiglio del Papa che ci chiede di uscire per strada predisponendoci all’incontro, all’ascolto e al discernimento. Non ci sono regole per non cambiare stile e modalità per cercare di volerci bene.
Il nostro gruppo era formato da tre catechisti di Ischia Ponte, una Fiaiano, una di Lacco Ameno ed io di San Ciro Ischia”. Nina
“È sempre bello il confronto e tornare a casa edificati sentendo di nuovo di non aver sprecato il proprio tempo in chiacchiere inutili!
Per non perdere tempo faccio subito il resoconto del momento di ascolto finale del gruppo 2
Eravamo 4 catechiste di Fiaiano, 1 di Barano, 1 di S. Sebastiano Forio e 1 di Lacco Ameno.
Al primo quesito quale scelta di sobrietà è desiderabile per la nostra comunità è emerso che la celebrazione delle Prime Comunioni in periodo di pandemia ha valorizzato il Sacramento in sé, mettendo in secondo piano la festa. Il Sacramento è stato vissuto con maggiore raccoglimento, in famiglia, senza troppi fronzoli e manifestazioni esterne. Ci si auspica che possa mantenersi questo stile, anche se le Prime Comunioni di maggio e giugno erano, a dire di tutte, tutt’altro che sobrie.
Altra scelta di sobrietà che si vorrebbe continuasse sono le feste patronali senza gli eccessi di botti, processioni, bancarelle… Tutte cose esteriori che poco servono.
Inoltre, da mantenere la scelta di fare cenacoli di preghiera online, che possono aiutare a pregare chi non si allontana da casa per malattie o altre difficoltà o chi non può uscire perché in quarantena”. Debora