Come vi abbiamo anticipato nel numero scorso, il 10 ottobre Papa Francesco ha aperto ufficialmente in Vaticano il Sinodo sulla Sinodalità. Il 17 ottobre inizierà la prima fase del Sinodo che avrà come sede le Chiese particolari, cioè locali. Nella nostra Diocesi il Sinodo sarà inaugurato il 18 ottobre in Cattedrale, con una celebrazione che aprirà anche l’Anno pastorale.
La santa Sede ha pubblicato il 7 settembre due documenti fondamentali, da utilizzare come guida per il lavoro che, secondo il volere del Papa, deve essere svolto in tutte le Diocesi. La questione fondamentale che muove questo Sinodo è capire come possa la Chiesa nel tempo attuale annunciare il Vangelo secondo la missione che le è stata affidata. Il Documento preparatorio prova ad offrire delle piste di lavoro, ispirandosi ai principi della inclusività e soprattutto della partecipazione. Il documento si presenta in forma agile, facile da consultare, presenta un linguaggio chiaro e semplice, senza inutili ridondanze autoreferenziali o sovrabbondanze intellettuali. Si rivolge essenzialmente alle comunità locali, alle parrocchie, alla gente cristiana comune. Inoltre il documento non dice al fedele cosa deve fare, ma gli pone alcuni interrogativi ai quali egli può rispondere solo facendo riferimento alle pratiche quotidiane della vita vissuta realmente nella comunità. Esso ha come allegato il Vademecum uno strumento per accompagnare l’organizzazione di lavori.
Camminare insieme
È l’appello che viene rivolto all’inizio del Documento, un segno innovativo, che fa riferimento al vivere quotidiano e alla pratica della fede vissuta nella storia reale del nostro tempo. La Chiesa vuole rifondarsi e per farlo passa la parola a tutti coloro che vivono nella storia e ai margini non solo della società, ma anche della stessa Chiesa. Il riferimento a coloro che non appartengono alla Chiesa è una novità: saranno interpellati anche coloro che sono fuori dalla Chiesa, per vari motivi, perché non credenti, perché non praticanti o perché appartenenti ad altri credi. Non manca il riferimento allo Spirito Santo che consente, nel suo “soffiare dove vuole”, di avere orecchie aperte per comprendere la Parola di Dio. Il Documento continua poi con una analisi delle caratteristiche salienti del mondo contemporaneo, in particolare sul contesto storico e sugli eventi più recenti.
Il contesto storico
Il Sinodo si apre in un contesto ricco di cambiamenti epocali, alcuni dei quali sono strettamente connessi al tema del Sinodo. La tragedia globale provocata dalla recente pandemia da Covid19 ha offerto da un lato la possibilità di comprendere che “siamo tutti sulla stessa barca” e che occorre camminare insieme per salvarsi, ma ha anche accentuato le diseguaglianze soprattutto a danno delle fasce più deboli. L’attenzione per questi ultimi è espressa bene nella Enciclica Fratelli tutti, mentre le tematiche legate alla cura della terra e dell’ambiente, strettamente legate al tema della povertà e delle diseguaglianze sociali sono espresse con chiarezza nella Enciclica Laudato si’. Ma il Documento non manca di parlare con coraggio anche di una ferita che assilla la Chiesa da tempo: “il peso di una cultura impregnata di clericalismo ereditata dalla sua storia e di forme di esercizio dell’autorità su cui si innestano diverse forme di abuso, di potere, economici, di coscienza, sessuali”. La Chiesa invoca una conversione di comportamento e intende farlo partendo dal basso, ascoltando il popolo di Dio. Nel Documento emerge dunque la consapevolezza che la Chiesa nella storia non ha sempre agito nel solco del Vangelo contribuendo anzi a generare essa stessa vittime, ma allo stesso tempo si riconosce che di recente nel popolo di Dio emergono nuovi linguaggi di fede, nuovi percorsi di partecipazione soprattutto tra i laici e anche tra i giovani. La Chiesa, prosegue il Documento, deve avere come punto di riferimento nel suo cammino di rifondazione innanzitutto la Parola e l’azione dello Spirito Santo, ma anche e soprattutto la sinodalità, il camminare insieme, l’ascolto, il dialogo. Continua