Ritiro del clero ischitano
Formia, che viene fatto derivare dal greco Hormiae (Ormiai), approdo, richiama il riparo tranquillo fornito dal golfo. E’ un comune italiano in provincia di Latina (Lazio); dal punto di vista ecclesiastico appartiene all’Arcidiocesi di Gaeta. Dal 1968 Formia è annoverata tra le sedi vescovili titolari. Quest’anno il nuovo Vescovo di Ischia, S. E. Mons. Gennaro Pascarella, ha indetto gli esercizi spirituali per il clero a Formia, presso la Casa “Filippo Smaldone” delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori, dal 26 al 29 ottobre.
Il ritiro è stato intenso fin dall’inizio, e il clero isclano ha vissuto allo stesso tempo momenti di raccoglimento ma anche di scambio e di amicizia rinnovati. Il tema è stato “lo Spirito Santo”. L’azione dello Spirito Santo nell’anima si scorge dall’amore per il fratello, per la pace e l’unità. Ciò ci chiama ad interrogarci sul nostro cammino di santità per mezzo del quale investiamo per la vita eterna.
La centralità della preghiera ci consente di esprimere il primato della grazia che in maniera peculiare ci viene restituita o si accresce per mezzo del Sacramento della Penitenza. La grazia ci solleva da ogni mediocrità e ravviva costantemente la presenza dello Spirito di santità che ci fu infuso nell’Ordinazione sacerdotale. Questo Spirito cresce con la conformazione a Cristo Crocifisso e consente al sacerdote di essere santo e santificatore. Il presbitero è chiamato al dono totale di sé.
Egli esercita una vera e propria “carità pastorale”, in quanto è chiamato a dare la vita come Gesù Buon Pastore. La stessa preghiera è parte integrante del ministero e del lavoro del sacerdote a beneficio del popolo di Dio. Essa fa parte della sua missione e rende il sacerdote “uomo di intercessione”, posto tra “il mistero di Dio e il dramma del mondo”.
La santità del presbitero si realizza in maniera peculiare nella “comunione sacerdotale” la quale diviene segno di speranza che apre i giovani alla vocazione. Essa attinge da una vita di intenso ardore per la Parola di Dio.
Gli esercizi hanno attestato una buona presenza del clero isclano e sono stati occasione per i sacerdoti per stare a contatto tra di loro e col nuovo Vescovo, nonché per attingere dalla sua spiritualità.
Don Carlo Mazzella