Incontro diocesano di coordinamento del cammino sinodale della Chiesa di Ischia – Giovedì 4 novembre
Prende forma anche nella Diocesi di Ischia, lentamente, ma con decisione, il percorso sinodale voluto da Papa Francesco, percorso che si snoda e si struttura attorno ad un gruppo di lavoro che cresce e si allarga sotto la guida sicura di don Pasquale Trani, il quale, come segugio dal naso fino e con la passione che lo contraddistingue, trova e chiama intorno a sé persone appartenenti a varie realtà della compagine diocesana, ma anche delle diverse realtà parrocchiali dell’isola, per comporre la squadra che, secondo quanto disposto dalla Segreteria Generale del Sinodo, avrà il compito di stimolare ad extra le dinamiche di ascolto verso quanti incrociano o anche non incrociano le vie ordinarie della Chiesa.
Come è noto il Vescovo Gennaro lunedì 18 ottobre scorso ha presentato tale Equipe durante la celebrazione per l’apertura del Sinodo. Tuttavia l’Equipe ha bisogno, per svolgere le sue funzioni, di confrontarsi ed interfacciarsi ab intra con gli altri membri e organismi diocesani: il Consiglio Pastorale Diocesano, la Consulta delle Aggregazioni Laicali, gli Uffici pastorali Diocesani, i Decanati e le singole Parrocchie. All’interno di questo largo contesto emergono due referenti diocesani per il Sinodo, nominati anch’essi dal Vescovo, con funzione di guida e coordinamento generali.
Stare insieme per conoscersi e conoscere
Per amalgamare, confrontarsi e ottimizzare le azioni, per andare nella stessa direzione, don Pasquale Trani (co-referente diocesano per il Sinodo) ha quindi organizzato una riunione che si è svolta giovedì 4 novembre presso il Centro Pastorale Diocesano di Ischia Ponte. Nella Cappella al piano terra del Centro già alle ore 18:15, per coloro che sono riusciti ad arrivare in tempo, don Pasquale ha celebrato Messa, celebrazione che è stata anche occasione per entrare nel Sinodo in modo intimo e attraverso la preghiera comune.
Successivamente, nella sala superiore, alle ore 19:00, ha avuto inizio l’incontro, al quale erano presenti quasi tutti i rappresentanti delle diverse realtà diocesane che costituiscono, come già detto, l’anello di congiunzione tra la Diocesi e le realtà territoriali pastorali. In apertura Pina Trani (seconda co-referente diocesana per il Sinodo) ha illustrato, attraverso una presentazione Power Point, le premesse del Sinodo e i suoi obiettivi, tracciando il percorso da seguire soprattutto nella fase iniziale, soffermandosi anche sulle dieci domande del Vademecum che costituiscono la prima pista di lavoro per il Sinodo, disegnando in tal modo un efficace quadro complessivo del lavoro che attende l’Equipe.
«Il Sinodo è una occasione magnifica per fermarci ad ascoltarci, facendo prima silenzio, come si fa quando si suona insieme un brano musicale, per poter poi collaborare insieme, sapendo che nessuno di noi è maestro, ma tutti insieme dobbiamo contribuire con il nostro spartito alla buona esecuzione del brano», ha detto Pina Trani attingendo alla sua esperienza di musicista. Le slide utilizzate per l’incontro sono quelle disponibili on line sul sito synod.va alla sezione Communication Toolkit con il titolo Power Point Presentation, e offrono uno sguardo generale sul Sinodo, sulle orme di quanto si legge sia nel Documento Preparatorio, sul quale il Kaire vi ha relazionato nei numeri scorsi, sia di quanto è presente nel Vademecum che lo accompagna come guida operativa.
L’intervento del Vescovo
Dopo un breve momento conviviale il gruppo di lavoro si è predisposto ad accogliere il Vescovo attraverso un collegamento su Zoom. Con il suo dolce sorriso Mons. Pascarella ha ricordato ai presenti che «Il Sinodo è camminare insieme, esso è vita e la vita non può essere stagnante, la vita è movimento». Siamo – ha proseguito – un unico popolo che deve camminare insieme, senza élite e senza privilegi, non ci sono preferiti, se non i più deboli. È importante per il Sinodo imparare ad ascoltare, ma ascoltare deve essere un tratto caratteristico di ogni cristiano, che ha come premessa il desiderio di aprirsi all’altro.
Solo attraverso l’ascolto può veramente realizzarsi il dialogo. Il Vescovo ha anche aggiunto che l’obiettivo del Sinodo è ascoltare la realtà e lasciarsi guidare da essa, cercando di evitare il pericolo della chiusura, che potrebbe portare il Sinodo a trasformarsi in qualcosa di già visto o in una produzione di documenti, mentre l’esito atteso è quello della creazione di processi che indichino alla Chiesa la giusta direzione nella quale proseguire il suo cammino.
Emmaus
Alle parole del Vescovo si sono unite, sempre su Zoom, quelle di Roberto Mauri, Fabrizio Carletti e don Sergio Carettoni del Centro Missione Emmaus, formatori che abbiamo imparato a conoscere in occasione del Convegno Diocesano del 2019 organizzato dall’allora Vescovo Mons. Pietro Lagnese. Il loro intervento nei lavori del gruppo risponde pertinentemente a quanto previsto dalle premesse del Sinodo, espresse in particolare nel Vademecum, laddove si precisa che l’Equipe diocesana oltre a collaborare con le varie realtà territoriali, può avvalersi del contributo di seminari di formazione affidati ad esperti, per fornire alle persone un orientamento sulla sinodalità e per dotarle di competenze di base sui processi sinodali.
Nelle parole degli esperti sono risuonate quelle del Vescovo: “avviare processi significativi che mettano in moto cambiamenti”, questo era già stato il leitmotiv dei lavori del Convegno del 2019 e questa è una buona premessa anche per i lavori del Sinodo. L’intervento degli esperti del centro Missione Emmaus mirerà essenzialmente a preparare i componenti del gruppo di lavoro che dovranno poi accompagnare a loro volta le persone che formeranno le Equipe decanali. Già dal 10 novembre infatti, ogni parrocchia dovrà nominare un proprio referente per il Sinodo e in seguito si formeranno quattro Equipe decanali.
Lo scopo – ha precisato Fabrizio – non è tanto essere in grado di rispondere ai questionari e alle schede che già sono state pubblicate in abbondanza dalla CEI, ma di ri-plasmare le comunità alla luce dell’incontro con Cristo. Il Sinodo – ha aggiunto don Sergio – è come un vento che arriva e poi se ne va e noi rischiamo di focalizzare la nostra attenzione solo sulle schede e sulle domande, senza fermarci nemmeno a guardarci tra noi: «Bisogna invece cogliere questa occasione in cui la Chiesa si scopre chiesa di relazione, mentre c’è il rischio del funzionalismo». Il cammino di ascolto e di discernimento proposto dal Sinodo sarà dunque occasione per avviare una svolta da parte di una Chiesa che ha soprattutto una tradizione di evangelizzazione più che di ascolto.
C’è dunque tanto da lavorare e dobbiamo tutti prepararci. Ogni realtà parrocchiale è dunque chiamata a vivere la prima fase del processo sinodale che si concluderà il 15 agosto del 2022, seguendo le tre virtù che il Vescovo ha indicato: Umiltà, Parresia e Mitezza. Concludiamo citando un estratto della Lettera ai Romani che don Pasquale Trani ha voluto fosse letta ad apertura dei lavori e che contiene, nella sua interezza, molti suggerimenti per il lavoro che la Diocesi ha iniziato:
Come infatti in un solo corpo troviamo molte membra e le varie membra non hanno tutte la stessa funzione, così noi, pur essendo molti, formiamo in Cristo un unico corpo. Siamo in possesso di doni differenti (…) per servire (Rm12,3-13)
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Il materiale di riferimento e gli aggiornamenti per il cammino sinodale sono contenuti nel sito vaticano www.synod.va oppure www.vatican.va o nella pagina https://camminosinodale.chiesacattolica.it/ , come pure nelle pagine web e Facebook della Chiesa Cattolica Italiana. Per gli aggiornamenti della nostra Diocesi: il nostro Kaire, pagine Facebook della Diocesi di Ischia, e del Cammino Sinodale Famiglie Ischia.