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Parrocchia S. Antonio Abate – Ischia

Dal Castello Aragonese al Cierco in Forio, dalla collina di Sant’Antuono alla Chiesa Cattedrale nella seconda domenica di Novembre si leva il grido della fede verso Colei che, a giusta ragione, è stata invocata quale Liberatrice del popolo cristiano. Antico di sette secoli, il culto alla Madonna della Libera, sebbene con vicende e accenti diversi ed alterni, non perde il suo fascino.

Entrando nella chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate in Ischia, la più giovane sede ad aver accolto questo culto, l’attenzione viene subito rapita da un’abside laterale, quella dove è custodito il SS. Sacramento e, in una nicchia, anche la statua della Madonna della Libera. L’addobbo serico, le luci, i ceri, i fiori, le piante, la corona, lo stellario e i monili d’oro che abbelliscono la sacra effigie, tutto parla della festa in onore della Madre di Dio.

Un triduo ha preparato i devoti alle celebrazioni di domenica 14 Novembre. Nelle due messe quotidiane il Parroco, il Canonico don Giuseppe Nicolella, si è soffermato sul seguente tema: figli di Dio, figli di Maria. A tappe si è voluto segnare un percorso nella imitazione della Vergine per essere nitida immagine del Cristo. In modo particolare ci si è soffermati su delicatezza, fede e gioia nella vita di Maria per arrivare ad essere riflesso credibile della bontà divina.

Nel giorno tanto atteso tre sono state le celebrazioni eucaristiche svoltesi sotto lo sguardo dolcissimo della Madonna. Quella delle 16:30 è stata presieduta dal Canonico Penitenziere, Mons. Camillo d’Ambra; con la sua consueta lucidità e meravigliosa arte oratoria don Camillo ha parlato del culto della Libera, esortando i fedeli a lasciarsi liberare dal peccato per essere collaboratori della Madonna nel liberare i fratelli da qualche pena.

La Supplica delle ore 12:00 ha raccolto le preghiere di tutti i devoti, volgendo un pensiero particolare a quanti stanno vivendo un momento particolare, specie i malati. Giorni semplici ed intensi, ma che infondono la certezza che ogni volta si entrerà in chiesa si troveranno quegli occhi di mamma pronti ad accogliere e ad ascoltare e le sue braccia allargate generosamente disposte a stringere al suo cuore i devoti per consolarli e spronarli.

di Anna Boccanfuso

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