Ischia in cammino verso Lisbona 2023
«È il compito più arduo e affascinante che vi è consegnato: stare in piedi mentre tutto sembra andare a rotoli; essere costruttori in mezzo alle macerie. Essere capaci di sognare». In occasione della XXXVI Giornata Mondiale della Gioventù, celebrata domenica 21 novembre in tutte le diocesi, Papa Francesco ha voluto rivolgere un accorato invito a tutti i ragazzi e le ragazze alle prese con le difficoltà della vita.
Un messaggio di speranza ma anche di gioia che noi, ragazzi e ragazze della diocesi di Ischia, abbiamo cercato di propagare al Centro Papa Francesco sabato 20 novembre.
Organizzata dall’equipe di Pastorale Giovanile e dai membri della Consulta provenienti dalle diverse realtà parrocchiali dell’isola, la Giornata Mondiale della Gioventù si è celebrata a livello diocesano attraverso un pomeriggio all’insegna del divertimento, della condivisione, e della riflessione.
La parola “insieme” può di fatto riassumere l’intero evento ed ha rappresentato il valore in più che ha saputo unire i giovani delle tante comunità parrocchiali e dei movimenti. Già nelle settimane precedenti, numerosi giovani si sono incontrati per progettare l’evento: tante sono state le domande poste, gli interrogativi sulle risorse che erano davvero a disposizione.
Tutti portavano nel cuore il desiderio di creare un’occasione capace di coinvolgere un grande numero di giovani isolani, con l’auspicio di incontrare anche coloro che sono lontani. Sono state settimane prima di tutto di ascolto e di condivisione, in cui ognuno ha raccontato la propria esperienza con i giovani all’intero del contesto parrocchiale, senza nascondere le varie difficoltà e i propri desideri di voler realizzare attività capaci di invitare sempre più giovani ad “innamorarsi” della Chiesa e di Gesù. Il poter lavorare in piccoli gruppi di lavoro ci ha permesso, inoltre, di conoscerci meglio e di sostenerci a vicenda.
L’evento è stato, pertanto, il frutto di un importante lavoro di squadra, in cui talenti e idee sono riuscite ad intrecciarsi, accompagnato dallo spirito di fratellanza che ci ha uniti in Cristo. Ma è stato proprio durante la giornata che stavamo vivendo, che si è sperimentato quell’essere un unico Corpo. “Alzati” è l’invito che Papa Francesco ha desiderato fare ad ogni giovane e, in modo particolare in questa occasione, ad ogni giovane dell’isola d’Ischia! Basta stare comodi sui divani di casa persi tra smartphone e serie TV: è necessario mettersi in gioco ed essere pronti a fare la propria parte, con gli altri e nel mondo.
L’organizzazione del pomeriggio, che si è svolto in parte presso il Centro Papa Francesco e in parte presso il campetto ad esso adiacente, ha avuto come punto focale la chiamata di Paolo (At 26,16), su cui Papa Francesco si sofferma proprio nell’ultimo messaggio inviato ai giovani.
La figura di Paolo ci ha così accompagnati nei diversi momenti che si sono susseguiti con il passar delle ore. La sua caduta, il suo sentirsi chiamato dal Signore, e a sua volta il suo sentirsi bisognoso di Lui, così come la conversione e il mandato a essere annunciatore del Vangelo nel mondo, hanno costituito le tematiche dominanti su cui si sono articolati così i momenti vissuti.
Il desiderio era soprattutto quello che i giovani potessero lasciar andar via i pregiudizi e i falsi miti, scrollarsi di dosso ogni peso e ogni maschera, per poter essere liberi di accogliere invece una Parola fatta di speranza e di autenticità.
“La GMG diocesana, che è stata celebrata lo scorso sabato 20 novembre e favorita da un bellissimo sole quasi primaverile, ha coinvolto noi “sentinella della storia” – spiega Davide Costa – a partecipare a numerosi giochi, divisi secondo le città che hanno ospitato le varie GMG mondiali (da Roma 1985 a Panama 2019).
Risate, cadute impreviste, sguardi di intesa e forza di squadra hanno caratterizzato questo momento di divertimento. Abbiamo sperimentato cosa significa sostenersi a vicenda durante le prove e quanto sia importante fidarsi dell’altro. Non a caso i cinque stand, all’intero dei quali si tenevano i giochi, riproponevano secondo una modalità alternativa alcuni passi dell’ultimo messaggio che Papa Francesco ha inviato ai giovani.
E’ stato affascinante infatti riscoprire tante tematiche legate alla chiamata di Paolo, che così ci ha accompagnato anche in questa parte dedicata al divertimento. Divertimento e riflessione si sono incrociati l’uno con l’altro, permettendo di soffermarci anche su aspetti della vita che a volte ci sembrano scontati, o a cui non diamo peso”.
Per i giovani ischitani, inoltre, la Giornata Mondiale della Gioventù diocesana ha rappresentato l’occasione per incontrare per la prima volta il Vescovo Gennaro. Un momento così speciale che non avrebbe potuto concretizzarsi al meglio se non in quest’occasione dedicata, a livello mondiale, a tutti i giovani!
Grazie alla presenza di Mons. Pascarella i ragazzi presenti hanno avuto l’opportunità di dialogare con lui: il come essere giovani cristiani nel mondo odierno, il come essere giovani in grado di diffondere la luce di Cristo nelle realtà contemporanee, sono stati sicuramente gli interrogativi più affrontati.
Padre Gennaro ci ha ricordato quanto la fede sia un dono per le nostre vite, che va coltivato ed alimentato giorno dopo giorno. Ci ha ricordato che Dio non delude mai, ma che se Egli ci invita a rialzarci è perché abbiamo una missione grande che siamo chiamati a realizzare per Lui e con Lui.
“È stato bellissimo incontrare per la prima volta il vescovo Gennaro!” racconta Francesca Mazzella “Ascoltarlo e riflettere con lui sulle parole del Papa mi ha dato tanta felicità: mi sono sentita accompagnata e tutto ciò che avevamo vissuto un attimo prima attraverso i giochi mi ha fatto comprendere che se davvero apri il cuore, Gesù può parlarti, anche nel divertimento, anche nel fare i conti semplicemente con la tua vita”.
Ciò che sicuramente ha arricchito ancor di più nel profondo questa GMG diocesana sono state le testimonianze di Concetta e Luca. Due giovani che hanno dovuto affrontare situazioni davvero difficili, di lotta per propria la vita e per quella delle persone a loro care, di afflizioni quotidiane, ma che, grazie al Signore, hanno saputo rialzarsi e continuare a vivere, cominciando ad amare anche quei periodi più bui. Le testimonianze hanno così concretizzato e “tradotto” nella vita di tutti i giorni quell’”Alzati” urlato a gran voce dal Papa.
Quest’ultimo, tuttavia, della conversione di Paolo evidenzia anche un’altra espressione, che accompagna l’invito dell’alzarsi: “Ti costituisco testimone di quel che hai visto!”. Concetta e Luca, così come Paolo, hanno ricevuto una missione autentica, in grado di dare frutti a suo tempo.
Loro si sono fatti testimoni di ciò che Dio può fare nelle vite di ogni Suo Figlio, di quanta Luce può donarci e soprattutto, quanto è forte il Suo desiderio di tendere la mano affinché con coraggio sappiamo rialzarci. “Dopo l’incontro con il Vescovo Gennaro e un momento di vera riflessione e condivisione di esperienza di vera fede con Concetta e Luca, si è giunti al leitmotiv di questa giornata: «quando un giovane cade, in un certo senso cade l’umanità. Ma è anche vero che quando un giovane si rialza, è come se si risollevasse il mondo intero». continua Davide Costa.
Chi di noi non ha conosciuto momenti di sconforto, di smarrimento, di abbandono? Chi di noi ha fatto di tutto per seguire una strada – anche negativa – e/o rinnegare Dio? Ma chi di noi non ha avuto una seconda opportunità come Pietro o come Paolo, perseguitore, diventato poi un “olio che risana tutte le ferite” per quelle genti che non avevano mai conosciuto il Maestro e la buona novella? Il Signore c’è, sempre, e proprio la preghiera vera e sincera (che viene dal cuore) è l’unico strumento che ci permette di istaurare un rapporto autentico e sincero con Lui.
Avremmo potuto essere altrove, rimanere a casa, pigri nei comodi divani di timidezza, uscire con gli amici perché magari siamo diversi o estranei, se entriamo in una Chiesa a pregare oppure a partecipare a qualche attività. Eppure noi giovani abbiamo fatto “rumore”, i nostri passi o le nostre corse non hanno avuto paura della strada lastricata di incertezze e dubbi, il gioco di squadra ha saputo vincere sugli individualismi di una società consumistica, le mani strette come fra persone vere hanno dato quel briciolo di sole alle nostre speranze e a sogni con cui si uniforma ogni colore. In ogni parte del mondo abbiamo visto molte persone, tra cui tanti giovani, lottare per la vita, seminare speranza, difendere la libertà e la giustizia, essere artefici di pace e costruttori di ponti: se lo vogliamo, possiamo esserlo anche noi”.
Lui è lì, sulla croce, che ci dimostra come un amico può amarci e volerci bene sino alla fine, superando la stessa morte. «Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!» ci ricordava San Giovanni Paolo II. Ciò forse chiede solo molto coraggio ma anche quello di uno sperare fiducioso, quella volontà di credere al cambiamento e quell’audacia nell’esplorare il mondo.
Essere “l’adesso di Dio” più che mai. Essere annunciatori di un regno di fratellanza. Essere sostegno per quell’amico ritrovato, che prima era smarrito. Essere vele di fede che ormeggiano verso chi ha bisogno di una parola di conforto o di un semplice sorriso. Durante la messa di Cristo Re, Papa Francesco ha detto: «Cari giovani vi auguro che ciascuno di voi possa sentire la gioia di dire: “Con Gesù anch’io sono re”. Sono re: sono un segno vivente dell’amore di Dio, della sua compassione e della sua tenerezza. Sono un sognatore abbagliato dalla luce del Vangelo e guardo con speranza nelle visioni notturne. E quando cado, ritrovo in Gesù il coraggio di lottare e sperare, il coraggio di tornare a sognare».
Questo è l’augurio che vogliamo fare a tutti i giovani ischitani!
di Mariacristina Salvati, Davide Costa e Francesca Mazzella