Presso la sala conferenze della Curia vescovile
È stato presentato, mercoledì 1 dicembre scorso presso la Sala Conferenze dell’Episcopio in Ischia, il Rapporto 2021 della Caritas su povertà ed esclusione sociale, che prende in esame, su dati di fonte Caritas, la situazione sui temi della povertà, dell’usura, dell’indebitamento, della crisi del settore turistico e delle politiche di contrasto alla povertà. Dati e temi importanti dei quali la Caritas fa sempre tesoro per la progettazione dei propri interventi e che quest’anno presentano aspetti particolarmente interessanti per il nostro territorio, soprattutto in questo lungo periodo di pandemia che stiamo attraversando.
Il Rapporto contiene infatti uno studio sugli effetti della pandemia su quattro aree di interesse turistico: Assisi, Riva del Garda, Venezia e Ischia. Erano presenti all’incontro oltre ai relatori, Walter Nenni, Alessandro Sovera e Ciro Grassini – che hanno sfidato condizioni meteorologiche veramente avverse per arrivare sulla nostra isola -, il Vescovo Mons. Pascarella, don Gioacchino Castaldi, Direttore di Caritas Ischia, i responsabili e coordinatori della Caritas isolana e del Banco Alimentare, numerosi rappresentanti delle Associazioni di volontariato che quotidianamente collaborano con la Caritas, rappresentanti di alcuni Uffici pastorali Diocesani, l’Associazione Libera e alcune autorità locali. L’’incontro è stato moderato da Marianna Sasso, dell’Ufficio Diocesano per i problemi sociali.
I nuovi poveri
Walter Nenni, sociologo e curatore del Rapporto annuale Caritas, ha sintetizzato per noi alcuni dei dati del Rapporto. Il Rapporto – ha detto- è un elemento fondante dell’attività della Caritas, poiché la Caritas ha nel suo statuto l’ascolto e il discernimento, ha quindi anche il compito di effettuare ricerche e studi per scoprire i bisogni delle persone e di cercare rimedi, anche in collaborazione con enti pubblici e con le comunità cristiane. Il Rapporto ha tenuto in debito conto gli effetti socio-economici della pandemia, la quale, nonostante le difficoltà che ha generato, non ha mai fermato l’attività di tutti gli operatori, grazie al valore aggiunto della vicinanza.
La Caritas ha infatti una capacità, nei territori sui quali opera, di arrivare in modo capillare alle persone in condizione di necessità. Il dato scientifico diventa in questo caso vera testimonianza, soprattutto in tempo di pandemia. Walter Nenni ha poi continuato spiegando il motivo della presentazione del rapporto proprio sulla nostra isola. Come già accennato, è stato condotto uno studio sull’impatto della pandemia in quattro località ad economia turistica, anche se ognuna con articolazioni specifiche (si pensi al turismo religioso ad Assisi), tra cui, appunto Ischia. Si riteneva che il settore del turismo, tra ricezione alberghiera, ristorazione, animazione culturale e benessere della persona fosse in assoluto quello a minor rischio dal punto di vista socio-economico.
I dati testimoniano invece che anche in questo settore c’è stato un balzo in avanti nei dati negativi, dati che entrano di diritto nei dati più generali sull’aumento della povertà e soprattutto sull’aumento del numero delle persone che vivono sotto la soglia della povertà. Il fenomeno della povertà è molto ampio ed è oggetto di studi da molti anni, ma il rapporto 2021è tutto incentrato sugli effetti socio-economici della variabile della pandemia.
Sotto questo aspetto la Caritas è stata in grado, unico ente, di raccogliere minuziosamente i dati relativi alla ricaduta della pandemia sulle fasce più deboli della società. Non c’è infatti, a livello nazionale, un report in grado di svolgere la stessa funzione. Dai dati in possesso della Caritas emerge dunque un preoccupante aumento del numero dei nuovi poveri (il 44% rispetto al numero generale), in larga maggioranza italiani, con famiglia e figli e lavoro precario, con una prevalenza di donne rispetto agli uomini (che più degli uomini si attivano nel cercare aiuto).
Il settore turistico
L’indagine condotta tra i direttori delle Caritas locali ha fatto anche emergere un dato inaspettato: il primo settore indicato tra quelli in difficoltà era quello della ristorazione, seguito da quello alberghiero e degli esercizi commerciali legati al turismo. Si riteneva precedentemente che questo settore, per la sua continua e progressiva espansione, fosse a bassissimo rischio, mentre i dati hanno confermato il contrario, lasciando invece emergere una grande fragilità strutturale. Per la prima volta hanno bussato alla Caritas per chiedere aiuto settori del commercio e del turismo che mai si sarebbe immaginato potessero precipitare in stato di indigenza.
Noi a Ischia lo sapevamo ben prima che lo raccontasse pubblicamente il Report e ben lo sapeva già la Caritas Diocesana. Gli esercizi commerciali e le attività ricettive e di ristorazione legati ai flussi turistici non hanno retto alle chiusure forzate, soprattutto quelle a lungo termine. Solo la solidarietà locale, sotto la guida delle Caritas – ha concluso Nanni – ha permesso di evitare il peggio.
La crisi inaspettata del Belpaese
È questo il titolo del capitolo del Report che ci riguarda più da vicino, illustrato da Alessandro Sovera, della Caritas di Rovigo che da molti anni collabora con il settore studi di Caritas Italiana. È un capitolo che ha un taglio antropologico, nel quale viene sottolineato che, benché inaspettata, la crisi non era poi così imprevedibile. L’economia del settore turistico – ha sottolineato Sovera – si basa su un sistema di domanda e offerta molto semplice, ma molto fragile, poiché quando crolla la domanda il sistema crolla immediatamente e, soprattutto, con esso crolla tutto il sistema lavorativo che gira intorno ad esso.
Due sono i dati rilevanti emersi dall’indagine: il primo è la fragilità interna dei quattro territori esaminati, con un sistema lavorativo basato sulla costante alternanza tra periodi di lavoro e successivo ricorso all’indennità di disoccupazione, dove alla fase di mancanza di lavoro segue l’impossibilità di percepire indennità, cui si associa l’impoverimento professionale dei territori, che vengono abbandonati dal personale specializzato il quale non si rende più disponibile quando l’attività riprende; il secondo è la risposta delle istituzioni politiche locali che, nel bene o nel male, hanno reagito a tali difficoltà.
Alcune amministrazioni locali sono state in grado di dare un aiuto consentendo a molti nuclei familiari di sopravvivere. Questo secondo dato ha offerto a Sovera la possibilità di ricordare che le amministrazioni locali non possono essere escluse dalle comunità, ne fanno parte. Più piccole sono le comunità – ha aggiunto Sovera – maggiore è la possibilità di offrire aiuto e solidarietà, cosa più difficile in un territorio vasto e spersonalizzato come risulta essere quello della città di Venezia. Il sistema solidale dei piccoli centri dovrebbe essere adottato come modello nazionale per costruire politiche di welfare più efficaci.
Una economia “arrangiata”
Anche i dati emersi dall’analisi nella regione Campania, illustrati da Ciro Grassini, Delegato regionale Caritas Campania, confermano quanto fin qui detto, si tratta di una economia debole, la cui fragilità è ben nota, alla cui debolezza si sopperisce da sempre con l’ormai celebre arte di arrangiarsi dei campani e che la pandemia ha fatto crollare come in tempo di guerra. Molto lavoro viene svolto in nero, senza nessun tipo di tutela, e questo spesso alimenta le sacche della malavita
La voce di Ischia
Molte le voci isolane che si sono alternate, per raccontare la nostra storia, per dire che i dati della Caritas sono chiarissimi e a noi molto noti e per raccontare la reazione positiva di tutti: Mario Di Sapia, responsabile del Banco Alimentare di uno dei settori più coinvolti della Caritas Diocesana; don Gioacchino, che ha ricordato la visita di Giovanni Paolo II alla nostra isola, dalla quale sono partite molte delle iniziative caritative oggi esistenti permanentemente sul nostro territorio (dalle famose tre A: ascolta, ama, accogli lasciate dall’allora Papa); tutte le associazioni di volontariato oggi riunite sotto la sigla IUS (Ischia Unione Solidale); il dott. Ciro Di Gennaro, primario dell’Ospedale “Anna Rizzoli” che ha raccontato la sua esperienza e la sua gratitudine ad una popolazione che non ha mai fatto mancare la propria presenza e collaborazione; l’aspra, ma appassionata denuncia dell’Associazione Libera in difesa degli homeless, con la voce di Maria D’Ascia; Luisa Pilato, coordinatrice della Caritas Diocesana, che ha annunciato l’inaugurazione dell’Osservatorio Permanente Diocesano sulle Povertà, voluto da Mons. Lagnese già da anni, ma non ancora realizzato a causa del terremoto prima e della pandemia dopo; Ferdinando Caredda, Referente regionale dell’Associazione Lavoratori Stagionali, che ha spiegato nei dettagli la situazione drammatica di una categoria di lavoratori scarsamente tutelata; i Sindaci dei comuni di Ischia e Lacco Ameno con un rappresentante della amministrazione foriana, che si sono mostrati particolarmente sensibili alle tematiche illustrate nella serata e che hanno aperto un dialogo con i rappresentanti delle Associazioni presenti, lasciando sperare in qualche futura forma di collaborazione.
La voce del Vescovo
Dulcis in fundo, ha chiuso la lunga serata il nostro Vescovo Gennaro, che ha sottolineato il valore dell’ascolto, elemento che – ha detto –nella relazione arricchisce sempre, così come la diversità e la differenza di angolazioni e prospettive. Ma ha voluto anche sottolineare il tema della povertà educativa e la necessità di arricchire anche la dimensione educativa, nelle scuole e nelle amministrazioni. Non è possibile curare solo l’aspetto materiale della carità, bisogna curare la persona in tutte le sue dimensioni e fare formazione ed educazione. Solo considerando la persona nel suo insieme, andando oltre le necessità materiali si possono risolvere i problemi. “Stasera – ha concluso – abbiamo anche dimostrato che solo camminando insieme si progredisce veramente. Nessuno si salva da solo”.