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Progetto “Ripartiamo” nelle scuole

Si è concluso il 7 dicembre a Ischia, presso l’aula magna dell’ Istituto Tecnico Superiore Cristofaro Mennella – con la visione dei video finali realizzati insieme agli studenti e con le testimonianze di Luciana Montanino ed Emilio D’Anna, rispettivamente moglie e figlio di Gaetano e Vincenzo, vittime di mafia – il progetto RIPARTIAMO presentato dell’associazione Libera, proposto e affidato nell’ambito del DECRETO SOSTEGNICONTRASTO DELLE POVERTÀ EDUCATIVE ed attuato in due classi: la II B dell’Istituto Nautico di Ischia e la V C dell’Istituto Turistico di Forio.

Iniziato alla fine di ottobre, il progetto, strutturato in 60 ore di lezioni, proiezioni filmate e verifiche, ha affrontato vari temi, con il precipuo compito generale di istruire alla pace e alla legalità, quindi alla conoscenza del fenomeno mafioso con particolare riferimento agli omicidi, alle stragi e agli attentati degli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, non tralasciando il periodo storico della strategia della tensione, del terrorismo rosso e nero, delle stragi attuate nei confronti della società civile e delle responsabilità istituzionali e internazionali individuate, nonché della commistione Stato-terrorismo politico-mafia.

In particolare, è stato trattato il tema dei diritti civili, con un excursus sulla prima parte della Costituzione, sulla storia dei movimenti antimafia e sull’Antimafia giudiziaria. Si è inoltre approfondita la questione dei beni confiscati alla mafia, il percorso storico-legislativo che ha portato all’emanazione della legge 109 sui beni confiscati, raccontando innanzitutto dei tanti Servitori dello Stato, giornalisti e intellettuali, imprenditori e cittadini comuni caduti nella lotta alla criminalità organizzata, senza dimenticare coloro che hanno pagato con la vita il desiderio di riscatto di una vita passata in ambienti e famiglie mafiose. Un capitolo a parte ha riguardato le vittime innocenti di mafia, soprattutto giovani e giovanissimi.

La risposta degli studenti all’impegno proposto è stata ottima. Tenendo presente che i programmi scolastici quasi sempre escludono la storia dal dopoguerra in poi e considerando la giovane età dei partecipanti, il coinvolgimento e l’interesse degli stessi è cresciuto giorno dopo giorno, un po’ come incidere segni sempre più profondi su una tavoletta di cera vergine.

Un percorso collettivo concluso con la realizzazione di un filmato video per ogni classe, proiettati poi durante l’incontro finale nell’aula magna.

Bisogna dire che l’impegno profuso è stato notevole per tutti: per gli studenti, per noi chiamati al compito in qualità di esperti, Miria Baldino e Marianna Lamonica oltre al sottoscritto, per i professori che ci hanno agevolato in ogni modo, per i tutor del progetto interni alla scuola, le professoresse Concetta Iacono e Jelline Monardi Trungadi, che ci hanno coadiuvati con grande sacrificio e dedizione e a cui va tutta la nostra gratitudine.

Un ringraziamento speciale va alla preside Giuseppina Di Guida, che ha permesso di portare a termine il progetto, lasciando libertà di metodo e materia e sostenendo tutti in ogni modo.

Un cenno a parte merita la conferenza/incontro, aperta al pubblico, che ha chiuso i lavori in oggetto.

Le classi riunite nell’aula magna hanno ascoltato le testimonianze di Luciana Montanino ed Emilio D’Anna con rispetto ed attenzione, sottolineando ogni passaggio critico (non è facile per i parenti delle vittime ricordare, rivivere la situazione, i fatti accaduti) con calorosi applausi.

L’emozione è stata palpabile per tutto il tempo e tutti ha toccato. D’altronde, in un contesto del genere, quando si trattano determinati argomenti, non facili da maneggiare e assimilare per i giovani e gli adolescenti, lo scopo è raggiunto quando il coinvolgimento emotivo appare chiaro e la partecipazione è piena e convinta, se non entusiasmante, perché ciò significa che è stato assimilato rettamente quanto illustrato e svolto nelle lezioni frequentate.

La produzione dei due filmati ha mostrato il grande interesse degli studenti alle materie in questione, con una partecipazione anche in questo caso impegnativa ma grandemente sentita durante la realizzazione degli stessi: spesso l’emozione dei ragazzi ha rallentato le riprese, portate a termine in tempi molto stretti perché le scuole sono rimaste chiuse un paio di volte per il maltempo e si sono perse ore preziose.

Una riflessione finale: il fatto che i giovani ignorino la Storia recente non depone a favore di una società matura e consapevole, e allora ben venga ogni iniziativa che agevoli in tal senso una presa collettiva di coscienza e conoscenza, tanto più nei giovani e nei giovanissimi, futura classe dirigente e lavoratrice del Paese.

Bisognerà lavorare molto in questo senso sui ragazzi, con costanza e perseveranza, nell’interesse di tutti, perché non attecchisca la cultura o, meglio, la sottocultura mafiosa e criminale, cancro dell’umanità ad ogni latitudine.

di Stefano Santaniello

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