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Sale, luce e lievito per una comunità guidata dallo Spirito Santo

Domenica 19 dicembre, IV domenica d’Avvento, presso la chiesa di Maria Santissima Madre della Chiesa, l’assemblea parrocchiale si è riunita per la presentazione del Cammino Sinodale. È stata una occasione di grazia e condivisione gioiosa che ha posto le basi per il percorso sinodale che si svolgerà nei prossimi mesi e che avrà come tema principale l’incontro e l’ascolto del prossimo.

Tanti coloro che hanno risposto all’invito dell’amministratore parrocchiale Don Pasquale Trani, coreferente dell’Equipe Diocesana per il Sinodo insieme a Pina Trani.

Il pomeriggio è iniziato con un piccolo siparietto organizzato con i bambini della comunità fiaianese, che hanno saputo creare, giocando sugli equivoci e malintesi intorno alla parola Sinodo, tante piccole situazioni divertenti. Si è scelto di dar voce ai bambini per primi poiché essi, con la loro disarmante semplicità, hanno ben introdotto il senso stesso del camminare insieme, che vede tutti coinvolti, al di là di religione, ceto sociale, sesso e cultura.

Poi don Pasquale ha introdotto brevemente il significato  del Sinodo, le sue finalità, spiegando come nel corso dei secoli la  Chiesa abbia istituito periodicamente dei sinodi come momenti di riflessione. Il Sinodo che stiamo vivendo, aperto da Papa Francesco a Roma lo scorso 10 ottobre, e che per la prima volta si svolgerà nelle diocesi di tutto il mondo, sarà diviso i tre diverse tappe: nella prima saranno coinvolte le singole Chiese diocesane, nella seconda poi i continenti, per poi finire, come ultima tappa , nell’ottobre del 2023 con il coinvolgimento di una chiesa considerata Universale,  con la celebrazione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, e con la conseguente fase attuativa. Importante è sicuramente imparare a “camminare insieme”, proprio come auspicato da Papa Francesco.

Dopo l’intervento preparatorio del sacerdote, la parola è passata a Mario Marcellino, componente del Cammino Neocatecumenale che, rifacendosi alle “catechesi parrocchiali”, svolte nelle settimane scorse, in maniera sintetica ma efficace ha saputo dare una chiara interpretazione del clima che attualmente si vive nelle nostre parrocchie. Oggi siamo chiamati ad essere sale, luce e lievito. Il sale deve aiutare tutti i cristiani a dare nuovo “sapore” al mondo, bene prezioso per l’umanità.

La luce che siamo chiamati ad emanare sarà testimonianza della nostra vita, quale presenza che non si vede, ma la cui assenza sicuramente si nota. Il lievito poi inteso come forza che, data dallo Spirito Santo, riesce a trasformare il nostro agire in qualcosa di positivo. Alla base di ogni azione umana deve esserci la preghiera, che apre il cuore e l’orecchio all’ascolto, punto fermo per ogni cristiano e che ci rende attenti all’azione dello Spirito Santo, portando al discernimento che guida ogni scelta, personale e comunitaria.

Successivamente, ricordando proprio la parabola di Gesù che ci invita ad essere sale della terra e luce del mondo, cioè per coloro che si avvicinano a noi, ogni partecipante ha gettato nel fonte battesimale un pizzico di sale, distribuito sul palmo della mano a ciascuno di noi sul palmo della mano, come simbolo dell’impegno preso ad insaporire l’incontro con il prossimo e predisporsi sempre in un atteggiamento di ascolto.

Importantissima l’introduzione del terzo momento dell’incontro parrocchiale: la visione e ascolto del messaggio di Papa Francesco all’apertura del Sinodo il 10 ottobre scorso: Incontrare, ascoltare, discernere sono i tre verbi che Papa Francesco offre alla riflessione della Chiesa come bussola, all’inizio di questo percorso sinodale, ricordando che fare Sinodo significa camminare insieme sulla stessa strada.

La Parola ci apre al discernimento e lo illumina. Essa orienta il Sinodo perché non sia una “convention”, una convention ecclesiale, un convegno di studi o un congresso politico, perché non sia un parlamento ma un evento di grazia, un processo di guarigione condotto dallo Spirito.”

Così si è espresso il Papa, e con queste premesse è stata introdotta l’ultima tappa dell’incontro parrocchiale, la fase laboratoriale, nella quale i partecipanti sono stati divisi in gruppi, per confrontarsi e fare esperienza vera di incontro e di ascolto reciproco.

Due i punti salienti che sono stati temi guida per la discussione di gruppo. Innanzitutto ci si è interrogati sul modo in cui oggi la parrocchia si pone nel camminare fianco a fianco, sulla stessa strada, come compagni di viaggio. E soprattutto in che modo riuscire oggi ad affiancarsi a coloro che sono lontani e troppo spesso ai margini della società moderna.

In secondo luogo, proprio come proposto dal Santo Padre, si è discusso sulla modalità dell’ascolto nelle nostre parrocchie, in special modo rivolgendo lo sguardo ai giovani e alle donne, a coloro che hanno punti di vista diversi, e alle tante persone che sperimentano l’emarginazione, la povertà e l’esclusione sociale.

Indispensabile l’aiuto dei moderatori che hanno saputo far nascere un dialogo ricco e carico di emozioni, dove ogni partecipante si è sentito ascoltato e ha potuto liberamente esprimere la propria esperienza vissuta in parrocchia o nella propria vita personale.

Di seguito i commenti riportati dai moderatori di alcuni gruppi.

Anna Fiore

“Il gruppo nel quale sono stata chiamata come moderatrice era composto da sole donne. Da subito si è respirata aria di condivisione. Alla domanda iniziale su cosa avesse loro colpito più di tutto, dando motivo di riflessione, tutte hanno risposto che sicuramente le parole del Papa erano rimaste impresse, e nella fattispecie l’importanza assoluta dell’ascolto.  Ognuna ha raccontato molto liberamente al gruppo una esperienza personale: momenti in cui l’aver ascoltato con cuore pronto aveva fatto nascere una amicizia, momenti di prova in cui si era sperimentata una gioia nell’essere ascoltata, compresa e aiutata. Si è toccato poi il discorso dell’importanza per noi cristiani di essere testimoni vivi, luce per coloro che incontriamo, nella semplicità e nell’umiltà. Anche il semplice esserci per l’altro, con un comportamento cristiano, cercando di fare la volontà di Dio, sempre con il sorriso. Sarà questo infatti a rendere chiara ed evidente la gioia e la speranza che alberga nel cuore di chi crede e si affida al Signore.

 Abbiamo trattato poi il tema dei giovani, sottolineando che adolescenti e giovani genitori sempre più spesso sono lontani dalla Chiesa, e non riescono ad avere un incontro profondo con Dio.

In conclusione tutto il gruppo è stato concorde nell’affermare che solo un amore sincero, disinteressato e fattivo verso il prossimo e, sopra ogni cosa la preghiera, potranno rendere la nostra parrocchia vera famiglia.”


Maria e Massimo

“Nel nostro gruppo si è sentito da subito il desiderio di aprire i nostri cuori e condividere con gioia le proprie esperienze, per alcuni di noi esperienze dolorose. Ognuno di noi si è sentito in qualche modo chiamato da Dio, una chiamata che indicava la via per la guarigione delle ferite che ci portiamo dentro e soprattutto per la liberazione dalla nostra solitudine. La possibilità di creare relazioni autentiche, grazie alla presenza di Gesù fa si che le diversità di ognuno diventino opportunità di riscoperta della propria persona,  per trasformarci  in quel sale della terra e quella luce che è visibile a chi ci cammina affianco , in special modo con le persone escluse dalla società  e lontane dalla parrocchia”


Natalia Arcamone

“L’esperienza di domenica è stata davvero un inizio di “lievitazione”, un percorso che ci ha messo a confronto con diverse tipologie di persone, ognuna delle quali, partendo dall’ esperienza personale, ci ha raccontato il proprio “io”. Un momento di famiglia è stato vissuto dai partecipanti del gruppo, e tutti siamo stati d’ accordo sul fatto che l’ascolto rimane la forma più grande di amore per il prossimo, e quell’aprirsi al fratello in maniera sincera è veramente opera dello Spirito Santo, che se invocato, come abbiamo fatto all’inizio del nostro incontro, può guidarci verso sentieri inaspettati e, accompagnato alla preghiera, porta frutti nella vita di ciascuno di noi”

Dunque un pomeriggio intenso, il cui scopo è stato proprio piantare basi solide sulla strada del cammino sinodale parrocchiale e diocesano, il primo di altri incontri che vedranno coinvolte le varie componenti delle parrocchie, e allargheranno l’orizzonte anche verso coloro che oggi vivono, per diverse e svariate ragioni, lontani dalla Chiesa. Dunque una Chiesa per l’appunto in uscita che si affiancherà a diverse realtà, e non trascura nulla nel suo cammino.

di Annalisa Leo

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