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Una mail per casa HohenEichen

Dresd, Haus HohenEichen. Driin. Il suono che annuncia l’arrivo di una nuova e-mail è ormai diventato familiare. È riconoscibile come quello del campanello di casa. Solo che di questi tempi, caratterizzati dalle chiusure e dalle restrizioni decise a causa della quarta ondata del Covid-19, il campanello della casa non lo suona più nessuno.

Nell’anno del centenario della sua fondazione, la struttura gestita dai Gesuiti è immersa nel silenzio. Ma non il silenzio degli esercizi spirituali, che sono la colonna portante dell’attività di Haus HohenEichen. Quello che si respira oggi nella casa è un silenzio surreale: le misure decise dal governo della Sassonia per contrastare la diffusione dei contagi – dal 3 al 16 dicembre i nuovi casi sono stati 87.729 con una media, negli ultimi 7 giorni, di 5.233 nuovi casi al giorno – hanno costretto i responsabili della struttura a cancellare i corsi e gli esercizi spirituali in programma.

Driin. Sullo schermo del pc di p. Albert Holzknecht compare una bustina gialla, che attende di essere aperta.

Quando legge l’oggetto, “Alarm für HohenEichen” (allarme per HohenHeichen), il gesuita originario di Cermes (Alto Adige) fa un salto sulla sedia. Da quando è iniziata la pandemia, il direttore della struttura ha dovuto fare i conti con non poche difficoltà. Se prima della pandemia Haus HohenEichen era frequentata ogni anno da circa 1.200 persone, negli ultimi mesi il numero dei corsisti si è dimezzato. E con esso anche i fondi per gestire la struttura. Cosa sarà successo questa volta? A quale altro problema si dovrà far fronte?

P. Holzknecht si fa coraggio e apre la mail. Gli occhi puntati sullo schermo scorrono con attenzione, parola per parola, il testo del messaggio. Di riga in riga gli occhi si spalancano sempre più. E alla fine p. Albert fa di nuovo un salto sulla sedia. Ma questa volta il suo volto è illuminato dal sorriso.

Quella mail è arrivata a portare un raggio di luce nella casa e p. Holzknecht ha deciso di condividerla su Fb, quale segno di ringraziamento a quanti in questi ultimi mesi hanno sostenuto con offerte e donazioni, l’attività dei gesuiti a HohenEichen.

“Caro p. Holzknecht, lo scorso fine settimana mi avrebbe fatto tanto piacere poter partecipare al ‘Week-end biblico’. Aspettavo questo momento da un anno intero e mi ha rattristato molto il fatto che si sia dovuto annullare il corso”.

A scrivere è Michael R., che conosce bene Haus HohenEichen, che si trova sulle pendici dell’Elba, a sud-est della città di Dresda, da cui dista 10 chilometri. La casa è circondata da un parco e da un bosco. Grazie alla sua posizione elevata, offre una vista da sogno sulla valle dell’Elba fino all’Osterzgebirge e alla Svizzera Sassone, ma anche sull’intera città. Una passeggiata di 20 minuti e ti trovi a Castel Pillnitz. Mentre se si scende verso l’Elba, in 10 minuti di strada a piedi si raggiunge “Maria am Wasser”, la piccola chiesa dei barcaioli. Un vero gioiello, Haus HohenEichen, che nel 1921 venne donato alla Compagnia di Gesù dalla principessa Maria Immacolata (1874-1947), che da anni pensava di fare qualcosa di speciale per la Chiesa cattolica nella sua terra, la Sassonia.

Haus HohenEichen, un edificio spazioso a tre piani, con una cappella e un grande giardino venne offerta esattamente un secolo fa alla principessa, cognata dell’ultimo re di Sassonia Friedrich August III. Lei lo acquistò e lo donò ai gesuiti. Il luogo ideale per una casa per ritiri ed esercizi spirituali, come ebbe a sottolineare l’allora provinciale della Compagnia di Gesù.

In un secolo di storia, tra alterne vicende, Haus HohenEichen ha accolto decine di migliaia di persone, che lì hanno potuto far spazio al silenzio e alla meditazione. Tra questi c’è anche Michael R.

“Proprio nei giorni in cui avrei dovuto partecipare al ‘week-end’ biblico ho potuto aiutare un collega, che cercava urgentemente un sostituto per il suo servizio di medico d’emergenza in quel fine settimana. Ho pensato, allora, che quanto avrei guadagnato in quei giorni l’avrei potuto destinare a voi, quale contributo per sostenervi in questo momento difficile”.

Quel week-end il dottor Michael R. non è rimasto con le mani in mano. Tutt’altro. “A quanto pare – scrive nella mail – la gente di N. quel fine settimana aveva particolarmente bisogno di aiuto. Ho avuto parecchio da fare. Ogni volta che in casa suonava l’allarme per una nuova emergenza, i miei figli iniziavano a ridere e mi dicevano: ‘Papà, guarda, sta suonando di nuovo per HohenEichen!’”.

“La somma di tutti quegli allarmi mi ha fatto guadagnare 1.000 €, che sono felice di potervi trasferire oggi”, aggiunge il medico.

“Sarei felice e auguro sinceramente a lei, p. Albert, e a tutto il suo team di poter riaprire quanto prima le porte della vostra casa – aggiunge Michael R. nella sua mail –. È proprio quando i corsi non possono aver luogo che mi accorgo di quanto il tempo che trascorro da voi sia importante per la mia vita”.

Michael R., che mette a disposizione i suoi studi e le sue competenze in campo medico per curare i corpi e per venire incontro alle persone in difficoltà, sa bene che non ci sono solo i dolori del fisico. E sa bene quali benefici abbia la “medicina del silenzio”. Nelle parole del dottor Michael sembra sentir riecheggiare quelle di papa Francesco, che nell’udienza generale del 15 dicembre ha invitato tutti, “a recuperare la dimensione contemplativa della vita spalancata proprio dal silenzio; impariamo da San Giuseppe a coltivare spazi di silenzio, in cui possa emergere un’altra Parola cioè Gesù, la Parola: quella dello Spirito Santo che abita in noi e che porta Gesù”.

“Mi sarei già iscritto agli ‘Esercizi con i film’ – conclude Michael R. – che avete in programma per aprile del prossimo anno. Si spera che per allora possiate essere tornati di nuovo in modalità operativa. Buon cammino di Avvento a tutti voi”.

Fonte: Irene Argentiero – Sir
Immagine: SIR

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