Pontificale in onore del santo patrono giovedì 20 gennaio
Parrocchia S. Sebastiano Martire in Barano
“Nessuno ha amore è più grande di colui che dà la propria vita per gli altri”
Con questa citazione delle parole di Gesù il vescovo Gennaro ha iniziato la sua omelia in occasione della celebrazione eucaristica del 20 gennaio in onore di S. Sebastiano martire nella omonima Parrocchia di Barano.
La bella statua del martire presente nella Parrocchia di Barano accoglie i fedeli, ricordando loro la figura di un uomo che ha preferito morire per non tradire Cristo, dando segno concreto della sequela del Maestro, ricalcando fedelmente con la sua vita il modello che ci ha lasciato Gesù.
Tutti i santi, ha detto il Vescovo, sono tali per questo: la loro vita è stata spesa totalmente nel mettere in pratica quanto Gesù aveva detto. Va certamente ricordato che era opinione comune tra i primi cristiani che una morte cruenta e precoce, esattamente come accaduto a Gesù fosse necessaria per raggiungere la vita eterna, e sicuramente all’epoca era molto facile trovare la morte professando idee rivoluzionarie così come aveva fatto Gesù.
Ma quei tempi sono lontani e noi oggi possiamo mettere in pratica gli insegnamenti cristiani in modo diverso e certamente meno pericoloso. Se Gesù è il primo martire e se dopo di lui molti santi hanno trovato una morte orribile, noi oggi però dobbiamo accogliere l’idea che la venerazione che noi ora riserviamo ai santi trova radici non tanto o almeno non solo nel fatto che fossero superdotati o migliori di noi o nel coraggio del quale sembrano fossero provvisti, ma in qualcosa che è alla nostra portata sempre, ancora oggi: la fiducia in Gesù Cristo.
Dio non ci chiede certo il martirio fino alla fine, fino al costo della nostra vita, non può certo essere questo il pedaggio da pagare per accedere alla santità. Il martirio al quale possiamo e dobbiamo accedere è piuttosto la capacità di vivere fino in fondo il Vangelo. È il “martirio bianco”, la realizzazione di quello che è il cuore del Vangelo: amare Dio con tutto il nostro essere, sopra ogni cosa e amare il nostro prossimo come noi stessi.
Questa è la sintesi di tutta la Sacra Scrittura ed è la sintesi della santità. Il Vescovo ha citato santa Teresa di Lisieux che scriveva: “Dobbiamo essere pronti a morire ogni giorno”, che non era una invocazione luttuosa, ma piuttosto una esortazione a morire a noi stessi per dare spazio all’amore per l’altro, ad aprirci alla relazione, ma anche uno sprone a fare fino in fondo il nostro dovere con onestà e amore, nella certezza che la ricompensa sarà quella vita eterna che Cristo ha guadagnato per noi a costo della sua vita.
Il Vescovo ha concluso augurando a tutti di poter scoprire la nostra personale vocazione alla santità, che è aperta a tutti i battezzati, ognuno esattamente nella condizione e nello stato di vita che il Signore ha assegnato, nella nostra vita quotidiana, nella semplicità o nella complessità, con le persone che il Signore ha voluto porci accanto.