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I bambini che crescono a contatto con la natura saranno adulti sani (anche mentalmente)

Il contatto con ambienti naturali durante l’infanzia giova alla salute mentale in età adulta. Ancora un altro studio conferma i benefici dell’impatto degli spazi verdi, ma anche della vicinanza al mare, sul benessere mentale e sulla vitalità fisica.

A dimostrarlo è un gruppo di ricerca internazionale guidato da alcuni scienziati spagnoli dell’Istituto per la Salute Globale di Barcellona (ISGlobal), che hanno collaborato con i colleghi dell’Università di Maastricht (Paesi Bassi), dell’Università di Vytautas Magnus (Lituania), dell’Università dello Steffordshire (Regno Unito) e di altri atenei europei e che hanno sottoposto a questionari e a test psicologici più di 3mila abitanti di quattro città europee.

L’esposizione a spazi naturali all’aperto – intesi come montagne, foreste o spiagge, ma anche spazi verdi in città, come viali alberati o parchi – è già stata associata più volte a vari benefici per la salute, come un migliore sviluppo cognitivo e un migliore benessere mentale e fisico. Tuttavia, pochi studi avevano esplorato l’impatto dell’esposizione ad ambienti naturali già durante l’infanzia sulla salute psichica e sulla vitalità nell’età adulta, considerando anche gli “spazi blu”, come stagni, ruscelli, fiumi o laghi.

Lo studio

Questo nuovo studio, pubblicato sul Journal of Environment Research and Public Health e parte del progetto di studio PHENOTYPE (avviato nel 2013 e che indaga proprio sulle connessioni tra esposizione all’aperto e il miglioramento della salute e del benessere della popolazione), ha analizzato i dati di circa 3.600 persone con un’età compresa tra i 18 e i 75 anni in quattro città: Barcellona (Spagna), Doetinchem (Olanda), Kaunas (Lituania) e Stoke-on-Trent (Regno Unito).

Gli studiosi hanno sottoposto ai partecipanti alcuni questionari e test psicologici volti a valutare l’associazione tra la cosiddetta NOE (esposizione ad ambienti naturali all’aperto) durante l’infanzia e la vitalità, l’energia, la stanchezza, il nervosismo, lo stato depressivo, lo stress e altri fattori “mentali” sperimentati in età adulta. Tra gli ambienti naturali presi in esame non solo il verde di boschi, parchi e campagne, ma anche il blu di laghi, mare, stagni, fiumi e via discorrendo.

Dai risultati è emerso che chi da bambino aveva avuto una minore esposizione alla natura presentava punteggi più bassi nei test di salute mentale. Ad esempio, era più nervoso e aveva maggiori probabilità di manifestare sintomi depressivi.

“Abbiamo visto che gli adulti che avevano una minore esposizione alle aree naturali mostravano risultati peggiori nei test di salute mentale rispetto a quelli che avevano avuto maggiore esposizione durante la loro infanzia”, afferma Mark Nieuwenhuijsen, co-autore dello studio. Queste persone, inoltre, consideravano meno importanti gli spazi naturali, rispetto a quelli che invece ne erano stati più a contatto.

Attualmente, 7 europei su 10 vive in città e si prevede che nel 2020 si sia arrivati all’80% della popolazione, per cui rimane “fondamentale capire quali possono essere le implicazioni che i bambini crescano in ambienti con limitate opportunità di accesso allo spazio naturale”.

Secondo gli autori dello studio l’impatto negativo sulla salute mentale di un’infanzia lontana dal verde e dal blu risiede nel fatto che il nostro cervello si è evoluto a contatto con la natura.

“Per la prima volta abbiamo visto che l’effetto positivo di essere esposti agli spazi naturali durante l’infanzia dura nell’età adulta e che ha un effetto positivo sulla salute mentale, che è molto importante nel contesto attuale in cui la malattia il mentale è un grande fardello per la società”. Ancora un volta, dunque, una ricerca evidenzia il fatto che dovrebbe essere attuato tutto il possibile per permettere l’accesso alla natura ai più piccoli, a partire da una nuova progettazione delle città, dove una maggiore presenza di verde non solo sarebbe una panacea per la salute mentale, ma anche per la salute fisica, dal momento che invita a fare più esercizio fisico, e ridurrebbe di molto anche i livelli di inquinamento atmosferico e acustico.

Fonte: Germana Carillo – GreenMe

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