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Ciao bambini!

Bentrovati! Sapete una cosa? Scrivendo e scrivendo ci si è accorti che noi vi chiamiamo bambini perché non sappiamo i vostri nomi, ma sarebbe davvero bello potervi conoscere uno ad uno e guardavi negli occhi.

Sicuramente è quello che ha fatto Gesù nel Tempio, dopo aver aperto il rotolo ed aver letto il salmo di Isaia. Lui, infatti, si trovava a Nazareth, la sua città natale: lì conosceva tutti e tutti conoscevano lui! Lo abbiamo visto domenica scorsa nel Vangelo di Luca, vi ricordate? Benissimo; domenica 30 gennaio il racconto riprende proprio da quel punto: “In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?»”.

Cari bambini, come mai viene riportata la stessa frase che Gesù diceva nel Vangelo di domenica scorsa? Probabilmente perché quella frase dobbiamo ascoltarla molto bene. Vedete, bambini, quello che si vuole far capire in questo passo di Luca, tra le tante cose, è quanto sia importante il vero ascolto. Che vuol dire? Significa che mentre tutti, nel Tempio, sentivano quello che Gesù diceva, quasi nessuno, in realtà, lo ascoltava davvero, perché se lo avessero fatto non sarebbe capitato quello che vedremo adesso: noi abbiamo visto che Gesù sta provando a spiegare che il salmo che ha letto parla di Lui, cioè del Messia, il salvatore che tutti aspettano.

Tutti sono affascinati da quello che dice finché non si rendono conto che lui è uno del paese, il povero figlio di un povero falegname e, per quanto bravo, non può sapere tutte quelle cose, e non può essere il Messia perché loro sanno come è cresciuto. Così, distratti da questi pensieri su di Lui, non lo ascoltano più. Eh sì, bambini, pensano di conoscerlo così bene che non hanno bisogno di ascoltare altro. E non solo! Proprio mentre stanno pensando questo, ecco che Gesù risponde ad alta voce a quei pensieri dicendo: “In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria».

Cosa vuol dire? Che spesso è difficile far capire ad una persona che crede di conoscervi bene che voi potete essere diversi da quello che pensa. A volte le nostre convinzioni (certezze) possono essere così forti da nasconderci la verità e vediamo solo quello che piace a noi. Sapete una cosa? Questo non capita solo giudicando gli altri, ma anche con quello che ci viene detto.

Che vuol dire? Che quelle stesse persone che giudicano Gesù un impostore, perché pensano di conoscerlo bene, sono le stesse che si offendono nel momento in cui Gesù prova a dire loro la verità. Sì, perché: “…all’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino”.

Perché se la prendono tanto? Perché il Signore non solo dice che lo Spirito Santo è su di Lui e quindi è mandato da Dio, ma smaschera il loro cuore di pietra che si rifiuta di ascoltare la Sua verità! Non capita anche a noi? Pensiamoci bene bambini, non solo tendiamo a giudicare gli altri facendoci un’idea di loro tutta nostra, ma spesso prendiamo dal Signore solo quello che ci piace: finché il Signore dice e promette belle cose, allora è bello essere cristiani, ma quando ci viene chiesto un po’ di più, o ci viene proposto di non fare una cosa che magari ci piace fare, allora anche noi tendiamo a non voler ascoltare il Signore e ci infastidiamo un po’. Non è forse vero? Tranquilli, bambini: capita a tutti!

Soltanto imparando a conoscere e ad amare il Signore ci rendiamo davvero conto che ogni cosa di quello che dice e chiede, anche la più difficile, è per il nostro maggior bene! Sì, è proprio così! Allora, scegliamo di lasciar stare i mille dubbi nella nostra testa e impariamo ad ascoltare un po’ di più il nostro cuore, perché lui, che ha le orecchie buone, sa riconoscere la parola di Dio e il suo vero valore.

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