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Papa Francesco continua la catechesi su San Giuseppe come l’uomo dei sogni: «Oggi vorrei soffermarmi sulla figura di San Giuseppe come uomo che sogna. Nella Bibbia, come nelle culture dei popoli antichi, i sogni erano considerati un mezzo attraverso cui Dio si rivelava. Il sogno simboleggia la vita spirituale di ciascuno di noi, quello spazio interiore, che ognuno è chiamato a coltivare e a custodire, dove Dio si manifesta e spesso ci parla. Ma dobbiamo anche dire che dentro ognuno di noi non c’è solo la voce di Dio: ci sono tante altre voci.

Ad esempio, le voci delle nostre paure, le voci delle esperienze passate, le voci delle speranze; e c’è pure la voce del maligno che vuole ingannarci e confonderci. È importante quindi riuscire a riconoscere la voce di Dio in mezzo alle altre voci. Giuseppe dimostra di saper coltivare il silenzio necessario e, soprattutto, prendere le giuste decisioni davanti alla Parola che il Signore gli rivolge interiormente. … Penso in questo momento a tante persone che sono schiacciate dal peso della vita e non riescono più né a sperare né a pregare. San Giuseppe possa aiutarle ad aprirsi al dialogo con Dio, per ritrovare luce, forza e pace. E penso anche ai genitori davanti ai problemi dei figli. Figli con tante malattie, i figli ammalati, anche con malattie permanenti: quanto dolore lì. … Chiediamo al Signore di dare a tutti i papà e a tutte le mamme questo coraggio che ha dato a Giuseppe. E poi pregare perché il Signore ci aiuti in questi momenti. … Giuseppe pregava, lavorava e amava – tre cose belle per i genitori: pregare, lavorare e amare – e per questo ha ricevuto sempre il necessario per affrontare le prove della vita. Affidiamoci a lui e alla sua intercessione».

Come San Giuseppe anche San Francesco d’Assisi ha vissuto la sua vita terrena all’insegna dei segni, dei sogni e dei richiami che il Signore gli dava, per indicare la strada giusta da seguire, secondo la Sua Volontà. All’inizio della sua carriera di cavaliere il giovane Francesco fece un sogno che cambiò le sue scelte ed il suo cuore in modo radicale. “ … gli appare in visione uno splendido palazzo, in cui scorge armi di ogni specie ed una bellissima sposa. Nel sonno, Francesco si sente chiamare per nome e lusingare con la promessa di tutti quei beni. Allora, tenta di arruolarsi per la Puglia e fa ricchi preparativi nella speranza di essere presto insignito del grado di cavaliere. Il suo spirito mondano gli suggeriva una interpretazione mondana della visione, mentre ben più nobile era quella nascosta nei tesori della sapienza di Dio.

E infatti un’altra notte, mentre dorme, sente di nuovo una voce, che gli chiede premurosa dove intenda recarsi. Francesco espone il suo proposito, e dice di volersi recare in Puglia per combattere. Ma la voce insiste e gli domanda chi ritiene possa essergli più utile, il servo o il padrone. «Il padrone», risponde Francesco. «E allora–riprende la voce–perché cerchi il servo in luogo del padrone?». E Francesco: «Cosa vuoi che io faccia, o Signore?». «Ritorna -gli risponde il Signore – alla tua terra natale, perché per opera mia si adempirà spiritualmente la tua visione». Ritornò senza indugio, fatto ormai modello di obbedienza e trasformato col rinnegamento della sua volontà da Saulo in Paolo.

Quello venne gettato a terra e sotto i duri colpi disse parole soavi, Francesco invece mutò le armi mondane in quelle spirituali, ed in luogo della gloria militare ricevette una investitura divina. Così a quanti – ed erano molti -si stupivano della sua letizia inconsueta, rispondeva che sarebbe divenuto un gran principe» (FF 586).

Papa Francesco conclude di nuovo con una preghiera: «San Giuseppe, tu sei l’uomo che sogna, insegnaci a recuperare la vita spirituale come il luogo interiore in cui Dio si manifesta e ci salva. Togli da noi il pensiero mai che pregare sia inutile; aiuta ognuno di noi a corrispondere a ciò che il Signore ci indica. Che i nostri ragionamenti siano irradiati dalla luce dello Spirito, il nostro cuore incoraggiato dalla Sua forza e le nostre paure salvate dalla Sua misericordia. Amen».

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