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Servizio Civile Universale con Caritas Italiana

La Caritas italiana dal 1976 ha individuato l’obiezione di coscienza e il servizio civile sostitutivo per i ragazzi e l’anno di volontariato sociale per le ragazze come occasioni speciali di crescita nella gratuità e la nonviolenza; nella scia di questa esperienza è stato prima proposto il servizio civile nazionale ora chiamato il Servizio Civile Universale (SCU) Caritas: un anno al servizio di chi fa più fatica, ma anche l’opportunità unica di dedicare un anno alla propria crescita personale, per approfondire i valori della gratuità, della solidarietà, della nonviolenza, della pace, della mondialità, della cittadinanza attiva e reimpostare la propria vita secondo questi valori.

I progetti, promossi e coordinati dalle Caritas diocesane, vogliono essere per i giovani un’occasione per contribuire al bene comune e allo stesso tempo per un percorso di crescita personale e comunitario nei valori della pace, solidarietà e giustizia. Essi sono caratterizzati dai seguenti punti:


– il servizio in situazioni di povertà e di emarginazione,

– la formazione lungo tutto l’arco dei 12 mesi di servizio

– la dimensione comunitaria nel servizio e per chi lo desidera nella proposta di vita comunitaria,

– l’animazione delle comunità.

CHE COS’È IL SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE?

Un anno di grande valore formativo ed educativo, in cui è possibile valorizzare le proprie risorse, mettere a disposizione le proprie capacità, crescere professionalmente ed umanamente al servizio della tua comunità.

CHI PUÒ SVOLGERLO?

Tutte le ragazze e i ragazzi, italiani o stranieri regolarmente residenti in Italia, di età compresa fra i 18 e i 28 anni. (29 anni non compiuti alla presentazione della domanda)

CONCRETAMENTE?

Circa 25 ore settimanali per dodici mesi di servizio (annuali saranno 1145 ore) durante i quali i serviziocivilisti ricevono un rimborso spese mensile pari a 444,30 euro, hanno un’adeguata copertura assicurativa e possono godere di crediti formativi e tirocini universitari.

COME ADERIRE?

Si aderisce al Servizio Civile rispondendo ai bandi pubblicati annualmente dal dipartimento delle Politiche giovanili e del servizio civile Universale e presentando la domanda online nella piattaforma domandaonline.serviziocivvile.it.

Necessario lo SPID.

IL SERVIZIO CIVILE IN CARITAS ISCHIA “PROGETTO IL BAMBU..”

Gli elementi che caratterizzano la proposta Caritas sono il servizio, la formazione, il tutoraggio e la partecipazione sociale. Scegliere di diventare volontari all’interno di un progetto Caritas, nella sua definizione più semplice, significa dedicarsi all’intera comunità, investendo il proprio tempo in termini di buona volontà, flessibilità e concretezza. Siamo fermamente convinti che il bene è generativo di altro bene!

Il servizio civile nella Caritas di ISCHIA sarà svolto presso il Centro Papa Francesco ubicato ad Ischia in Via Morgioni e sarà rivolto in particolare alle persone in difficoltà che si rivolgono al Centro di Ascolto della Caritas Diocesana.

La formazione ci accompagnerà durante il percorso per facilitare l’esperienza ai volontari e sarà articolata su più livelli. Ci si confronterà sui temi relativi al servizio e quelli per approfondire i temi della solidarietà, della cittadinanza attiva, della pace. Un altro aspetto peculiare della formazione è l’accompagnamento spirituale e psicologico, per rielaborare le esperienze e le dinamiche singole e di gruppo.

Rientra nella formazione anche l’impegno di far conoscere il servizio civile nei gruppi, nelle scuole, alle famiglie e ovunque se ne presenti l’occasione.

Il tutoraggio si svolgerà verso la fine del percorso, avrà una durata di circa 3 mesi e i giovani saranno seguiti nella formazione per l’inserimento nel mondo del lavoro.

La partecipazione sociale permette ai giovani di entrare in comunicazione con la realtà diocesana attraverso la partecipazione di eventi solidali come le Collette Alimentari o giornate di Sensibilizzazione al Volontariato.

Informazioni:

Equipe Diocesana Servizio Civile Universale

Responsabili: Luisa Pilato e Rosa Vuoso

Email caritas@caritaschiesaischia.it

www.scelgoilserviziocivile.gov.it

tel.: 081 .98.35.73 (anche messaggi Whatsapp)

Centro di Ascolto per maggiori informazioni:

 Martedì e giovedì dalle ore 16:00 alle 18:30 presso il Centro Papa Francesco.

Ai giovani che si avvicinano al Servizio Civile in Caritas si chiede di pensare a questo anno non come una “parentesi” nella loro vita, ma come un anno intenso, ricco di stimoli e di sfide, un anno che raccoglie le memorie del passato e produce orientamenti per le scelte future.

L’intenzione progettuale è di attingere dalla cultura cristiana del servizio, che ha radici assai antiche e profonde, partendo dal cambiamento di sé per giungere ad un cambiamento della società.

Le Caritas diocesane condividono l’impegno di proporre un anno di formazione intesa come competenza del servizio che si svolge, ma anche come momento di auto-riflessione, di ripensamento e di scoperta. Un anno per mettersi alla prova, per conoscere sé stessi, fare nuove amicizie, accrescere le proprie conoscenze e competenze; per condividere con altri giovani i propri vissuti attraverso la dimensione comunitaria e la sensibilizzazione. L’intento è quello di proporre un’esperienza che cerchi e costruisca senso. Un’esperienza che davvero cambi se stessi e gli altri.

Il Progetto si allinea altresì agli obiettivi condivisi dalle Caritas a livello nazionale, che mirano in particolare alla prevalente funzione pedagogica anche del Servizio Civile nazionale, affermando l’impegno alla realizzazione delle condizioni fondamentali affinché l’esperienza proposta abbia come finalità ultima l’attenzione ai giovani coinvolti nel progetto, ai bisogni del territorio in cui si inserisce, all’impatto sulla società civile come sensibilizzazione alla testimonianza della Carità.

Queste finalità generali sono così riassumibili:

Educazione ai valori della solidarietà, gratuità attraverso azioni di animazione e d’informazione per una cittadinanza attiva e responsabile.

Condivisione coi poveri e con gli altri partecipanti al progetto, riconoscendo e promovendo i diritti umani e sociali, per accompagnare le persone vittime di povertà ed esclusione sociale in percorsi di liberazione.

Riflessione sulle proprie scelte di vita, vocazionali, professionali, sociali e possibilità di approfondimento spirituale.

Creazione delle condizioni per l’incontro con nuove persone, per sperimentare nuovi percorsi professionali in ambito sociale.

Coscientizzazione: approfondimento della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà.

Attenzione a tutto ciò che potrà incoraggiare un futuro volontariato inteso come stile di vita nei giovani che verranno coinvolti nell’esperienza.

Difesa delle comunità in modo nonarmato e nonviolento in termini di: gestione e superamento del conflitto, riduzione e superamento della violenza implicita e/o esplicita, acquisizione e riconoscimento di diritti.

OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO

In altre parole si intende offrire ai giovani in servizio civile un percorso di impegno e di formazione che permetta di:

•          Alimentare nei giovani, attraverso il contatto diretto con le persone in situazione di disagio, il senso di appartenenza alla vita sociale e civile ed ai suoi problemi complessi, sia a livello cittadino che nazionale e globale.

•          Fornire una forte esperienza di servizio agli ultimi che, adeguatamente seguita in termini di formazione, verifica e ri-progettazione, possa positivamente influenzare lo stile nei rapporti interpersonali, dia spunti sulla scelta professionale e orienti i giovani ai valori della solidarietà e dell’accoglienza.

•          Dare ai giovani la possibilità di vivere durante l’anno di Servizio Civile l’esperienza della “dimensione comunitaria” che è aspetto qualificante del progetto. Non si tratta di una semplice “convivenza”, ma della proposta di ripartire da se stessi per vivere e confrontarsi insieme agli altri volontari, sperimentando da una parte l’esperienza di indipendenza ed autonomia e dall’altra uno stile di vita basato sull’accoglienza e la condivisione.

•          Permettere ai giovani in Servizio Civile di condividere i momenti più importanti della loro esperienza (inizio, metà e fine), attraverso la partecipazione a percorsi formativi residenziali, per favorire lo scambio, il confronto e la partecipazione.

•          Promuovere, organizzare e partecipare in collaborazione con gli operatori della Caritas e gli altri Volontari del Servizio Civile a momenti di incontro, sensibilizzazione, riflessione e diffusione delle tematiche legate alla povertà emergente e alle realtà di disagio della città e del mondo, anche nell’ottica della promozione del Servizio Civile come strumento di lotta all’esclusione sociale.

•          Acquisire abilità e competenze rispetto all’ambito socio-assistenziale e facilitare la comprensione della metodologia di lavoro nel settore sociale (lavoro in equipe, lavoro di rete…).

.

Partendo da questa premessa, l’obiettivo generale del progetto intende perseguire obiettivi di assistenza a 360°, non tralasciando cioè alcuno dei problemi presenti sul territorio, in particolare si vuole FRONTEGGIARE E SE POSSIBILE RIDURRE LO STATO DI BISOGNO DELLE PERSONE IN DIFFICOLTA’ PRESENTI SUL TERRITORIO.

L’idea progettuale si radica nel convincimento che il sostegno al disagio laddove questo nasce ed insiste genera: un miglioramento generale dell’ambiente di vita e del tessuto sociale, delle relazioni interculturali ed intergenerazionali e più in generale della qualità della vita e del benessere psico-fisico delle persone. Questo provoca, nel tempo, un cambiamento significativo nelle relazioni e negli stili di vita dei singoli come della collettività.

L’obiettivo vuole essere dunque quello di sperimentare forme diffuse di sostegno alle famiglie ed in particolare ai componenti potenzialmente più deboli (donne, anziani, disabili) al fine di determinare la diminuzione di situazioni complesse e problematiche

Attraverso le azioni condotte si vuole infatti potenziare: la conoscenza reciproca, l’abitudine alla relazione, la motivazione al cambiamento e al miglioramento della propria condizione, la fiducia e l’affidarsi ai servizi di sostegno e supporto alla famiglia. Un processo virtuoso che mira a costruire, attraverso un lavoro di gruppo, con le famiglie, relazioni e soluzioni condivise a partire dal supporto alle reti primarie in un’ottica di valorizzazione dei processi di autodeterminazione di ciascuno. Per questo i risultati prodotti possono essere letti in termini di capillare conoscenza delle problematiche sociali, di soluzioni sperimentate in termini di prevenzione nei confronti delle fasce più deboli, di utilizzo sistemico della rete sul territorio. Ciò consente di prevedere, come risultato, una maggiore coesione sociale, una minore cronicizzazione delle situazioni più critiche, un’attivazione consolidata delle risorse, un’abitudine consapevole allo scambio di informazioni e ad un’integrazione degli interventi possibili. Infine l’efficacia delle azioni di prevenzione e la capacità di intercettazione della fascia delle situazioni a rischio, non ancora conclamate ma con prodromi di malessere, renderanno l’intervento più semplice, più efficace e risolutivo, più economico in termini di risorse e tempo.

Gli operatori volontari potranno inoltre essere impegnati nella realizzazione di attività di documentazione e formazione specifica sui temi della grave emarginazione e della povertà, potranno partecipare ad attività di sensibilizzazione sul territorio relativamente all’ambito d’intervento e all’attività dei servizi offerti dalle Caritas Diocesane, al lavoro degli organismi di coordinamento e di monitoraggio dei servizi. Questo aspetto della sensibilizzazione e della promozione si allarga anche al tema stesso del Servizio Civile. Le competenze e la maturazione acquisibili attraverso la formazione, lo scambio e il confronto nel gruppo, portano a comunicare l’esperienza allo scopo di:

  • sviluppare le diverse competenze e capacità comunicative dei partecipanti
  • promuovere il progetto sul territorio
  • sensibilizzare sulle tematiche della grave emarginazione e della povertà.

I giovani saranno chiamati a portare la loro testimonianza nelle scuole, nelle parrocchie e in tutte le iniziative che verranno realizzate nel corso dell’anno di servizio.

FASI DI COINVOLGIMENTO DEI VOLONTARI NEL PROGETTO

L’approccio degli operatori volontari al servizio avverrà con gradualità e progressione per permettere il migliore inserimento all’interno delle strutture (Centri Operativi), in base anche alle attitudini personali.

Possiamo evidenziare, durante l’anno di volontariato, le seguenti fasi:

  • FASE 1: inserimento degli operatori volontari del Servizio Civile nelle strutture. Questa fase si svilupperà nelle prime 4 settimane del servizio e consiste nell’agevolare i ragazzi ad un sereno e positivo ingresso nel nuovo contesto;
  • FASE 2: conoscenza dei beneficiari del progetto. Questa fase si realizzerà nel primo e secondo mese del progetto e consiste nell’apprendere da parte di volontari, la massima quantità di informazioni sul disagio adulto e sull’immigrazione.
  • FASE 3: formazione iniziale degli operatori volontari. Questa fase si svolge soprattutto nel primo mese ed è finalizzata a sostenere ed accompagnare la “presa di coscienza” da parte degli operatori volontari della realtà del servizio civile in generale, ed in particolare del disagio adulto, dell’accoglienza delle persone in difficoltà, del disagio familiare.
  • FASE 4: pieno impiego degli operatori volontari. Si svolge dal secondo mese in poi e consiste nel pieno coinvolgimento degli operatori volontari del Servizio Civile accanto agli operatori impegnati nel progetto, nella gestione diretta delle varie attività.  È la parte centrale del progetto, al cui buon esito tutte le altre fasi sono finalizzate, e nella quale si punta a favorire negli operatori volontari lo svolgimento di un percorso di “incontro vero con il mondo del disagio”, di “verifica dei propri stili personali”, di “maturazione di atteggiamenti di impegno sociale e di cittadinanza attiva”. È inoltre la fase in cui le competenze e le abilità progressivamente acquisite vengono sperimentate sul campo e, in tal modo, consolidate ed implementate. A tal fine gli operatori volontari, compatibilmente con il loro ruolo e status, saranno coinvolti in funzioni di responsabilità.
  • FASE 5: Verifica attività svolte e degli obiettivi raggiunti. Si volge ogni quattro settimane, dal secondo al dodicesimo mese, e consiste sia in una verifica di processo che di risultato. Tende a mettere in evidenza aspetti come l’efficacia, l’efficienza, l’impatto, l’achievement (cioè il grado di importanza degli obiettivi effettivamente raggiunti).
  • FASE 6: formazione permanente, mediante alcune giornate o ore dedicate, dal secondo mese in poi.
  • FASE 7: verifica formazione, al termine del primo mese e del secondo mese ed al termine del progetto.
  • FASE 8: percorso di accompagnamento alla fine del progetto, mediante momenti di condivisione dell’esperienza, di valutazione \ verifica condivisa del percorso realizzato, di commiato dai beneficiari del progetto.

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