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Sensus fidei e infallibilità del popolo di Dio

L’intervento del Segretario Generale del Sinodo Card. Mario Grech alla CNAL

Lo stato dell’arte in Diocesi

Nella nostra Diocesi fervono i preparativi per organizzare la fase parrocchiale del Sinodo. L’Equipe Sinodale Diocesana ha predisposto di recente nuovi incontri, in concerto con il Consiglio di Presidenza del CPD, nei quali sono state messe a punto strategie per aiutare e favorire l’organizzazione del Sinodo nelle diverse realtà parrocchiali. A ciascun Decanato si affiancheranno alcuni membri dell’Equipe sinodale, per svolgere funzione formativa e di guida, sia per i referenti parrocchiali che per i gruppi che si formeranno. Alcune comunità al momento sono già ben organizzate, hanno steso e diffuso un programma di incontri e stanno accogliendo le iscrizioni (che in alcune parrocchie sono numerose) e si apprestano a formare i gruppi. Altre comunità si stanno avviando prendendosi più tempo. Fondamentale in questa fase è il supporto dei componenti dell’Equipe, guidati dai referenti don Pasquale Trani e Pina Trani, che aiuteranno quelle parrocchie che, per vari motivi, manifestano maggiori difficoltà organizzative. Il Kaire, come sempre, sostiene questa attività fornendo materiale utile a comprendere meglio cosa sia il Sinodo e cosa si attende da esso.

L’intervento del Card. Mario Grech alla CNAL

A tale scopo proponiamo questa settimana l’intervento che il Card. Mario Grech il 27 gennaio scorso ha rivolto alla CNAL (Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali). Il Card. Mario Grech è nato a Gozo, Malta, di cui è stato Vescovo per quattordici anni. Ha svolto diversi ministeri finché Papa Francesco non lo ha voluto nella Segretaria del Sinodo, di cui è Segretario Generale dal 15 settembre 2020. Ha seguito e sostenuto il processo sinodale fin dai suoi primi passi, con numerosi interventi dai quali emerge il profilo di Chiesa nuova in cui tutti sono responsabili e partecipi e soprattutto l’attenzione per le associazioni laicali.

L’intervento del Card. Grech chiarisce bene quelli che sono i presupposti e le motivazioni del Sinodo che stiamo attualmente vivendo, motivazioni e presupposti che definiscono anche le linee guida del processo sinodale, che nasce, come vedremo, dal Concilio Vaticano II e da alcuni fondamenti delle sue Costituzioni, in special modo la Lumen Gentium e la Dei Verbum.

Rivolgendosi agli ascoltatori Grech ha detto: «Vedo voi e vedo la Chiesa», volendo in tal modo sottolineare l’importanza dei laici nello sviluppo del processo sinodale. Per la prima volta ha proseguito Grech – un Sinodo non è “Sinodo dei Vescovi”, ma “Sinodo della Chiesa” e per la prima volta il Sinodo non è un ‘evento’, ma un ‘processo’. Esso – ha detto Grech – gira intorno ad una domanda fondamentale – espressa e articolata nel Documento Preparatorio -: “Che tipo di Chiesa il Signore vuole da noi per questo nuovo millennio?”

Il discorso di Papa Francesco per il 50° anniversario del sinodo dei Vescovi

Dal discorso tenuto dal Papa in occasione dell’anniversario della fondazione del Sinodo dei Vescovi nel 2015 emerge la volontà del Pontefice di dare spazio alla realizzazione di una Chiesa sinodale (questa espressione è stata usata dal Papa per la prima volta proprio in questo discorso) per la quale sono necessarie le ormai note azioni: Comunione, Partecipazione e Missione. La novità sta nel fatto che nel Sinodo attuale viene data massima importanza all’ascolto universale di tutta la Chiesa, tutto il popolo di Dio – ha precisato Grech – deve essere ascoltato. si tratta di un cambiamento epocale, ma che trova le radici in alcune fondamentali affermazione emerse dal Concilio Vaticano II, che erano semplicemente in attesa di essere realizzate.

L’antica dottrina del sensus fidei e l’infallibilità del popolo di Dio

L’attenzione di Papa Francesco per l’ascolto di tutti i fedeli, che egli, fin dalla prima intervista concessa subito dopo la sua elezione, chiama “popolo santo di Dio”, deriva dalla premessa che tutti i battezzati, in virtù dello Spirito Santo che hanno ricevuto sia attraverso il Battesimo, sia con la Confermazione e infine con il Matrimonio o la Consacrazione, concorrono ad approfondire e diffondere il mistero di Cristo e della sua volontà salvifica. In tal modo Papa Francesco ha rilanciato l’antica dottrina del “sensus fidei” elaborata dal Concilio Vaticano II nella Lumen Gentium, in particolare nel n.12: “L’insieme dei fedeli è infallibile nel credere e manifesta questa sua infallibilità mediante il senso soprannaturale della fede”. Così ha precisato Grech: «Il sensus fidei è indicato come una peculiarità fondamentale con cui si esprime la dimensione profetica del sacerdozio battesimale, che non è alternativo a quello sacerdotale, ma ad esso complementare

Dunque attraverso il Battesimo siamo tutti – come recita il Catechismo – re, sacerdoti e profeti. Il dono della profezia, pertanto, non è riservato a pochi eletti, ma è uno speciale intuito, un senso soprannaturale della fede, una capacità di riconoscere i contenuti genuini della Parola di Dio. È una abilità di cui è dotato tutto il popolo di Dio e non è appannaggio esclusivo della gerarchia ecclesiastica. Precisa ancora Grech: «La “Lumen Gentium” evidenzia che il sensus fidei non istituisce un ministero concorrenziale a quello de pastori, poiché l’istinto della fede appartiene a tutti senza rivendicazioni di superiorità da parte di un gruppo sull’altro, lo Spirito infatti agisce secondo armonia e unità»

A tal proposito Grech cita anche la Costituzione Dei Verbum, dove si parla di una “speciale concordanza di spirito tra pastori e fedeli nel professare la verità rivelata”. E viene inoltre ricordato che Papa Francesco riprende questo concetto nella sua esortazione apostolica, ormai famosa, Evangelii Gaudium (a proposito della quale in una recente intervista concessa alla RAI il Pontefice ha detto che è diretta continuazione della Evangeli Nuntiandi di Papa Paolo VI). Ai numeri 119 e 120 leggiamo infatti che il popolo di Dio “è infallibile in credendo grazie all’unzione battesimale, possiede un istinto di fede che lo aiuta a discernere ciò che viene da Dio” e questo avviene “qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede”. Ogni battezzato è dunque soggetto attivo della evangelizzazione, la quale non deve essere portata avanti da “attori qualificati” rispetto ad un popolo passivo, ma deve invece impegnare ciascun battezzato in un “nuovo protagonismo”.

Una nuova cooperazione tra pastori e laici e il fiuto del gregge

Il risultato di questa riflessione è che nella azione pastorale oggi non è più possibile delegare i soli pastori e nello stesso tempo i pastori non possono più ritenersi esclusivi detentori della verità da annunciare – ha sottolineato Grech – cedendo alla tentazione del clericalismo. Pastori e laici cooperano per tracciare i sentieri della attuale missione ecclesiale. Nel discorso per il 50° del Sinodo così precisa Papa Francesco: “Il sensus fidei impedisce di separare rigidamente tra Ecclesia docens ed Ecclesia discens, giacché anche il gregge possiede un proprio ‘fiuto’ per discernere le nuove strade che il Signore dischiude alla Chiesa”. Precedentemente – ha spiegato Grech – l’infallibilità ‘in credendo’ del popolo di Dio era considerata meramente passiva e incapace di esprimersi e ciò escludeva qualsiasi autorità dottrinale nei fedeli. Solo la Chiesa poteva esprimersi in dogmi vincolanti. Era l’infallibilità ‘in docendo’ del Papa, alla quale già il Concilio Vaticano II aveva affiancato quella del collegio episcopale. «Ilsensus fidei’ – ha però precisato Grech – non si esprime immediatamente in formulazioni dogmatiche, sembra infatti improprio parlare di un magistero dei fedeli, ma è altrettanto vero che tra popolo di Dio e pastori c’è una profonda circolarità». L’intuizione di Papa Francesco consiste quindi nel concetto semplice ed efficace dell’ascolto, un ascolto reciproco in cui ognuno dei partecipanti ha qualcosa da insegnare e qualcosa da imparare, nella consapevolezza che lo Spirito parla a tutti indistintamente. Dunque i sacerdoti e i vescovi hanno il compito di essere ‘antenne’ del popolo di Dio, che captano i segnali stando in mezzo alla gente.

Il sensus fidei è basamento del magistero della Chiesa

Si delinea in questo modo un profilo del sensus fidei, di cui è dotato il popolo di Dio, come basamento su cui fondare il magistero della Chiesa, ascoltare il popolo di Dio significa ascoltare lo Spirito Santo, rifiutare l’ascolto significa rifiutare lo Spirito, il quale predilige i piccoli e i giovani, ha concluso Grech.

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