Una manifestazione molto partecipata, quella organizzata dall’ufficio di Pastorale Sociale della Diocesi di Ischia, insieme all’ufficio per l’Ecumenismo, la Caritas diocesana, la Pastorale Giovanile, le associazioni di volontariato e la comunità ucraina sull’isola d’Ischia, mercoledì 2 marzo a Ischia Ponte. Una Marcia per la Pace accompagnata da una fiaccolata silenziosa per la via principale del paese, fino al piazzale Aragonese, dove in tanti, ucraini e non, hanno detto il loro no alla guerra.
Sono davvero tanti gli ucraini che vivono sulla nostra isola, perfettamente integrati, e che hanno partecipato con commozione e gratitudine, tante le luci accese dagli abitanti di Ischia Ponte, che hanno illuminato i loro balconi in segno di speranza, e le bandiere della pace che hanno sfilato per poi riunirsi sul piazzale, davanti al maestoso castello, illuminato per l’occasione di giallo e blu.
“C’è un popolo integrato nella nostra isola e che conta almeno novecento persone. Oggi siamo chiamati a pregare come chiesa e insieme al mondo intero, come ci esorta Papa Francesco, insieme alle istituzioni, al mondo della scuola, alle associazioni di volontariato e a tutti i laici, e a gridare con un coro unico alla pace, contro tutte le guerre che oggi assediano il mondo” Questo della Pace universale il messaggio che Marianna Sasso, insieme a Pina Trani direttrici della Pastorale del Sociale della diocesi di Ischia, ha voluto mandare alla comunità Ischitana e ucraina.
Dopo gli interventi di amici ischitani chi hanno voluto in qualche modo estendere la propria solidarietà al mondo ucraino, sono arrivate le parole di conforto di Padre Roman – responsabile della comunità ucraina sull’isola – che in questi giorni con grande tenacia sta organizzando accoglienza e aiuti per i suoi concittadini, e la testimonianza forte della famiglia siriana che ormai da cinque anni vive sulla nostra isola dopo essere scappata, grazie ai corridoi umanitari, da una guerra che dura da più di 11 anni e ancora non trova la sua fine. Emozionanti le testimonianze della comunità ucraina e di quanti oggi si trovano a vivere in prima persona questa tremenda guerra perché hanno in Ucraina figli, genitori e fratelli, che vivono, con l’incertezza per il futuro, nelle terre bombardate, e che combattono.
Ci si è quindi riuniti nella vicina chiesa dello Spirito Santo, ospitati dalla comunità parrocchiale di S. Maria Assunta, dove si è vissuta una veglia di preghiera e di raccoglimento guidati da Padre Roman e dal vescovo di Ischia mons. Gennaro Pascarella, che ha saputo con le sue parole infondere coraggio a quanti oggi si sentono smarriti e non riescono a vedere una luce certa in fondo al tunnel della disperazione.
Giovedì pomeriggio ci si è invece ritrovati presso il porto di Ischia, accompagnati dal suono delle sirene delle navi e delle campane di ogni chiesa dell’isola, per concludere poi la Maratona della Pace nella chiesa di Portosalvo, tra emozione e commozione, stretti in un bagno d’amore che ha visto Ischia intera unirsi all’Ucraina e con la speranza nel cuore che tutto questo dolore possa al più presto e definitivamente terminare, in Ucraina come nel Mondo intero.
Di seguito la bellissima testimonianza di Giusy Di Iorio che attivamente ha partecipato alla realizzazione della Maratona della Pace insieme a un gruppo di volontari, facendo sentire viva la propria solidarietà verso una folta popolazione di uomini e donne che spesso da anni entrano silenziosamente nelle nostre case e ai quali affidiamo fiduciosi i nostri genitori e nonni, sicuri che il loro amore possa farli sentire meno soli.
“Mi ritrovo qui , sul porto di Ischia, a scrivere di getto le mie emozioni dopo la Maratona di due giorni per la Pace che si è appena conclusa. Sono qui con ancora impresse negli occhi e nel cuore le parole, le lacrime, le emozioni del popolo ucraino e mi auguro che queste parole vi facciano arrivare forti le mie emozioni, il mio pensiero, pensiero che spero possa essere condiviso da tanti di voi.
Vorrei iniziare questo racconto così:
“Ecco che cosa è la guerra crudele: separare e distruggere le famiglie e gli amici, e guastare le gioie più pure e la felicità che Dio ci ha concesso in questo mondo; riempire i nostri cuori con l’odio invece che dell’amore per i nostri vicini, e devastare il bel volto di questo bel mondo”, Robert E. Lee
Partendo proprio da questo, potrei dire che in questi giorni ho sentito tanti ragazzi giovani che invece di parlare di cose legate alla loro età si organizzavano per rientrare nella loro terra, l’UCRAINA, per combattere, per difendere la loro dignità, per quel senso di appartenenza che è radicato in tanti di noi. Sentendo queste cose i miei occhi si sono riempiti di lacrime perché sono cose che magari abbiamo sempre sentito in tv, o comunque in paesi lontanissimi da noi, ma che non avremmo mai voluto davvero vivere.
Invece non è stato così. Una settimana fa un paese non tanto lontano si è svegliato con i rumori delle bombe, con il suono delle sirene, abbiamo assistito ad immagini in tv che davvero pensavamo potessero rappresentare solo il passato, e invece purtroppo dagli sbagli, dalla storia non si impara mai, anzi, si peggiora in alcuni casi. Non sono qui a fare un’analisi geopolitica sull’attuale conflitto, non ne sarei capace, ma sono qui perché quello che ho visto in questi giorni mi ha fatto capire che INSIEME tutto è possibile.
L’idea di questa maratona della Pace nasce in silenzio da un gruppo Whatsapp di donne che appena hanno saputo quanto stava accadendo hanno chiesto: “Che cosa possiamo fare?” ed è stato così che Marianna Sasso ha raggruppato tutti i talenti e insieme abbiamo dato voce e vita a quella che è diventata una festa della pace e della Solidarietà.
Ieri sera il piazzale Aragonese si è illuminato di candele, di bandiere, di persone di ogni razza, e religione, tutti insieme, tutti uniti in un solo grido ..NO ALLA GUERRA! Abbiamo ascoltato testimonianze di parenti, amici che hanno lasciato le proprie case, i mariti hanno fatto partire le proprie mogli e i figli per combattere per un ideale, per quella parola LIBERTA’ che ieri è risuonata forte nel cuore e nelle menti di tutti. Quello che personalmente più mi ha colpito è la grande lezione di DIGNITÀ che questo PICCOLO popolo ci sta insegnando, questo popolo che sta combattendo con tutte le armi possibili, alle volte anche solo parlando con i soldati, questa guerra che è davvero a pochi passi da noi. Io credo che questa sia la grande lezione che ci sta dando l’Ucraina, che anche se si è PICCOLI, nessuno può toglierci la dignità.
Ci sono stati momenti davvero di emozione immensa, mamme, donne, bambini che, a testa alta, gridavano a gran voce PACE.
Quelle bandiere sventolate con amore eravamo tutti noi, perché insieme il dolore è più facile da affrontare
La veglia è stata poi davvero una carezza sul cuore, vedere tutte quelle persone alzare gli occhi al cielo, cercando un miracolo, una parola di conforto, qualcosa che riempisse il cuore, quel miracolo chiamato FEDE.
La seconda giornata di questa splendida iniziativa ha avuto luogo presso la banchina del Redentore di Ischia, e anche lì la grande Marea di Bandiere, di striscioni che inneggiano alla pace. Dietro alle mascherine, e alle volte coperti da grandi occhiali da sole, gli occhi lucidi di queste DONNE che avevano il cuore spezzato, e il pensiero ai loro uomini rimasti lì, con l’unica consolazione di un contatto telefonico, alle volte anche difficile da avere.
Ci sono stati momenti istituzionali dove i NOSTRI SINDACI hanno manifestato tutta la loro solidarietà all’Ucraina.
Io so che queste manifestazioni di pace sono solo una piccola goccia nell’ immenso oceano che è il mondo, ma voglio credere che insieme, con amore, con FEDE, con speranza, Qualcuno “butti” il suo sguardo quaggiù e che possa davvero avvenire un miracolo, prima nel cuore di chi pensa che con le armi, con la paura, si possa ottenere quello che si vuole, e poi nel cuore di tutti noi, perché io davvero spero e credo che la PACE NEL MONDO non sia solo un utopia, ma voglio credere che un giorno tutti potremmo essere liberi senza distinzioni di credo o altro. Perché siamo esseri umani, siamo persone ma principalmente siamo LIBERI. Concludo con un pensiero che in questi giorni ho fatto mio “Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli”. (Martin Luther King)
di Annalisa Leo