La Svizzera si allinea “integralmente” alle sanzioni imposte dall’Unione europea alla Russia nell’ambito della crisi ucraina, annuncia il presidente della Confederazione, Ignazio Cassis. Una svolta storica, che interrompe di fatto la storica neutralità del Paese elvetico, mantenuta persino ai tempi del nazismo.
Anche Berna, dunque, adotterà “tutte” le misure annunciate domenica dalla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen e dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel, incluso il congelamento dei beni degli oligarchi russi e dello stesso presidente Vladimir Putin. . Si tratta di una svolta importante e per certi versi storica: Berna da un lato rompe la sua tradizionale neutralità di fronte alle guerre e dall’altro copre una «falla» che avrebbe potuto aprirsi nella morsa finanziaria che l’Occidente ha deciso di stringere attorno a Mosca.
«Neutralità non significa indifferenza» aveva dichiarato il presidente Cassis in un messaggio alla nazione letto poche ore dopo l’attacco russo all’Ucraina. «La Russia ha violato in maniera flagrante il diritto internazionale e la sovranità di un altro Stato».
Il Consiglio federale, cioè l’esecutivo svizzero – ha detto Cassis in conferenza stampa – “sta facendo questo passo con convinzione, in modo ponderato e inequivocabile“. Già domenica sera la consigliera federale Karin Keller-Sutter – la “ministra della Giustizia” elvetica – aveva fatto sapere che il governo stava valutando di aderire ai provvedimenti sanzionatori, annunciando che la decisione sarebbe arrivata lunedì.