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Laceratevi il cuore e non le vesti

Accoglie e riprende il grido del profeta Gioele il discorso che il Vescovo Gennaro ha pronunciato mercoledì mattina 2 marzo in Cattedrale in occasione del rito delle Ceneri, alla presenza anche del clero isolano, riunito per l’imposizione delle Ceneri, “rito severo, che apre la Quaresima, tempo forte, e ci invita ancora una volta alla conversione”, ha detto il Vescovo in apertura, ricordando come la Quaresima sia occasione per  ricordare che è necessario “tornare all’essenziale”, ricordare che tutto passa, tutto è sottoposto ad erosione lenta, fino alla polverizzazione, i nostri beni terreni, il potere, la fama. Per il cristiano l’essenziale è “solo l’amore di Dio” e la relazione che il nostro cuore intreccia con lui, unica in grado di dare senso e motivazione alla nostra vita terrena. È solo questa relazione che dona spessore e significato ai nostri gesti quaresimali: l’elemosina, il digiuno, la preghiera.

La Quaresima è il tempo favorevole per allineare il nostro cuore con quello del Signore, per sintonizzarlo con la sua frequenza, per ripristinare le connessioni interrotte

Con il profeta Gioele siamo invitati a tornare a Dio, Signore dell’amore e della misericordia: “Chi sa che non si ravveda e lasci dietro di sé una benedizione?”, così si chiede il profeta in un momento di grande difficoltà per il suo popolo, costretto a subire le conseguenze di una terribile invasione di cavallette che mette in pericolo la sopravvivenza della nazione. Per il profeta quel momento di sventura può trasformarsi in occasione di conversione, la catastrofe può diventare benedizione e momento di riconciliazione con Dio, il quale, ci ricorda il profeta, è sempre pronto a tornare sui suoi passi e a trasformare l’ira in benedizione.

Ma è necessario, affinché tutto questo avvenga, che ci sia una conversione dei cuori, una trasformazione reale e non solo apparente. Il Vescovo Gennaro coglie dunque l’occasione per ricordare che i gesti quaresimali e le liturgie del tempo forte che stiamo vivendo non devono essere solo forme esteriori, ma segno di un cambiamento reale. È necessario dunque seguire le indicazioni del Papa, che ci suggerisce preghiera e digiuno anche come forma di comunione in questo periodo di devastazione che sta colpendo il cuore dell’Europa con la guerra in Ucraina, ma è ancor più necessario che ci sia un allineamento dei nostri cuori con il Vangelo e con la volontà del Signore, una riorganizzazione delle nostre menti e del nostro stile di vita.

Una riorganizzazione che deve avere come linee guida le Beatitudini, la Magna Charta del cristiano, insieme al Discorso sul Giudizio Universale, che di recente è stato citato da Papa Francesco, nelle sue catechesi del mercoledì, come esempio di ciò che per il cristiano è essenziale e cioè quello al quale bisogna mirare: vedere Gesù nell’ammalato, nel bisognoso, nel perseguitato, nel povero, senza farci travolgere dal benessere delle nostre vite comode.

Nella cultura del benessere – ha ricordato il Vescovo Gennaro – il cristiano si indebolisce e perde di vista il suo scopo di vita ossia le opere che il Signore ci chiede di compiere per realizzare il suo regno. Il Vescovo ha poi concluso con un pensiero alla situazione tragica che stiamo vivendo, con una guerra in corso e un popolo inerme in fuga. Serve la preghiera – ha detto – una preghiera insistente elevata con fede e da una comunità unita. Se la comunità è preda di divisioni e litigi la preghiera non ha effetto – ha aggiunto -, pertanto sia ogni celebrazione eucaristica richiesta insistente ed efficace di pace. “Possano le nostre menti convertirsi, possano i nostri cuori essere liberi e le nostre vite rette e orientate verso il Vangelo, anche quando il calice da bere è amaro. Possa la tua Parola, ascoltata e ruminata ogni giorno, essere luce dei nostri passi”.

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