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Con la preghiera si sale in alto!

Ciao bambini! Presto, presto! Avvicinatevi perché abbiamo tantissime cose da dirvi! Nella seconda domenica di Quaresima Gesù ha deciso di portarci con Lui sul monte Tabor! Ma come, prima nel deserto ed ora su un monte? Che Quaresima frenetica! Vero, ma Gesù ha i suoi buoni motivi!

Cerchiamo di scoprirli: In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Cari bambini, la settimana scorsa abbiamo visto come Gesù si sia messo alla prova come uomo, facendosi guidare dallo Spirito Santo nel deserto per farsi tentare dal diavolo. Solo grazie al Suo esempio, abbiamo capito che, anche noi, con l’aiuto di Dio, possiamo vincere le tentazioni del peccato anche quando sembra troppo difficile. In questa occasione, invece, Gesù si mostra non più come uomo, ma come Dio: il suo viso e la sua veste risplendono, il confine con il cielo scompare e appaiono gli antichi profeti Mosè ed Elia che parlano con Lui e, alla fine, anche Dio Padre fa ascoltare la Sua voce divina. Che cosa ci insegna questo? Non solo che Gesù è vero Dio e vero uomo, ma ci assicura che la croce, le prove e le difficoltà della nostra vita, affrontate con Dio, ci portano alla gloria della Pasqua. Cosa vuol dire?

Ci spieghiamo meglio. Il deserto, cari bambini, rappresenta il luogo delle nostre difficoltà: il caldo, la solitudine, la mancanza di cibo, di acqua e la fatica. Ma in quel posto, nel bel mezzo del nulla, e nel silenzio, il Signore ci viene in aiuto.

Lì non abbiamo distrazioni e, proprio perché ci serve aiuto, riusciamo a sentire meglio la Sua voce che ci chiama e ci dice di seguirlo. Così, cominciando ad ascoltare e a vivere la Parola di Dio, possiamo camminare e lasciare il deserto, che è il posto più lontano dal cielo, e salire piano piano verso l’alto, verso Dio. È questo quello che rappresenta il monte Tabor: è la vetta più alta che possiamo raggiungere e che ci porta vicinissimi al cielo, a Dio ed a Gesù!

Qui lo vediamo glorioso, esattamente come appare in Paradiso, dopo aver vinto il peccato con la Sua morte e la Sua resurrezione: la Pasqua! Perciò, cari bambini, in questa Quaresima, saliamo anche noi sul monte con Gesù! Volete sapere in che modo? Con la preghiera! Si, possiamo salire sul monte con la preghiera: la preghiera silenziosa fatta cuore a cuore con Gesù, la preghiera della Santa Messa che ci unisce tutti in un’unica voce che sale a Dio, la preghiera delle opere che facciamo donando le nostre azioni e le nostre giornate al Signore. Ogni preghiera va bene, bambini, purché sia fatta con l’intenzione di cercare il Signore!

Quindi bambini cari, cerchiamo un momento per stare con Gesù: basta un poco ogni giorno. A noi sembrerà che non cambi nulla, ma vi assicuro che il nostro cuore, e il nostro viso, cominceranno a diventare sempre più splendenti: sempre più simili a Gesù!

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