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La parrocchia di Fiaiano in cammino

Domenica 6 marzo si è riunita presso la chiesa di Fiaiano, Maria Santissima Madre della Chiesa, la seconda assemblea parrocchiale del cammino sinodale. Un lungo percorso che la parrocchia intera sta vivendo maniera intensa. Quattro le aree interessate: l’aria sociale, l’aria familiare, l’area dialogo e l’aria giovani.
Il tema trattato è ispirato alla conversone sinodale, concepita in triplice modalità.

Per prima cosa vi è stata la lettura di uno stralcio del messaggio CEI per la quaresima 2022. “La Chiesa come comunità e il singolo credente hanno la possibilità di rendere questo periodo di quaresima un tempo pieno”. Un invito per tutti noi credenti, dunque, alla conversione urgente quanto importante che vede tre punti al centro del percorso che ogni individuo è chiamato a vivere: l ‘ascolto, la realtà e la spiritualità.

Si è partiti con una testimonianza dei giovanissimi della parrocchia: i bambini che si stanno preparando per la prima comunione e che, insieme alla parrocchia e guidati dalle catechiste, stanno affrontando i temi del sinodo quali la prossimità e l’ascolto delle persone che vivono al loro fianco, in una modalità semplificata ma che ha saputo chiaramente far uscire pensieri che fanno ben sperare per il futuro.
Si è passati poi a una veloce condivisione tra le quattro aree operative di questi due mesi di lavoro in remoto, e anche questo è sicuramente stato vissuto come un momento proficuo per l’intensità di esperienze degli incontri passati.

Tre le vie di condivisione scelte dalla segreteria sinodale e che sono state trattate dall’assemblea divisa in quattro gruppi, c’è innanzitutto l’ascolto, prima tappa del cammino sinodale, che consente di prestare attenzione alle nostre voci e a quelle degli altri che ci vivono quotidianamente accanto. Ascoltare fa bene alla Chiesa. Se poi è rivolto agli ultimi è prezioso perché riproposizione dello stile di Gesù. Quale dunque l’ostacolo che oggi ci vede bloccati all’ascolto dei nostri fratelli e in che modo migliorare nella Chiesa il modo in cui ci si ascolta?

La seconda tappa ha previsto invece la conversione alla realtà, senza idealizzazioni o attesa per il futuro ma anche senza lasciare che il futuro ci paralizzi, vincendo la paura e superando i rimpianti.
Per superare questa seconda tappa, come Cristiani siamo chiamati a impegnarci nel documentarci, con libertà di mente e sopportando soprattutto le problematicità della vita, con pazienza e perseveranza.

L’intima conversione proposta è la conversone alla spiritualità. “Per il discepolo la sconfitta può essere una vittoria, una perdita una conquista”. Vivere la Pasqua dunque significa proprio considerare la nostra storia nell’ottica dell’amore portando la nostra croce e quella degli altri. E proprio l’azione dello Spirito deve diventare sprone per cambiare in meglio il nostro presente.

Scopo finale del Cammino sinodale, che oggi la Chiesa si trova a percorrere insieme ai fedeli, è proprio, per molti, la maturazione per avere un nuovo modo di ascolto della realtà per giudicarla poi in modo spirituale e produrre scelte sempre più evangeliche.

Ognuno dei quattro gruppi di condivisione ha potuto liberamente trattare una delle tematiche esposte.
Pomeriggio dunque di famiglia e Chiesa in uscita, che ha dato voce a quelle che sono le aspettative del Sinodo indetto da Papa Francesco nell’ottobre 2021. Il proseguire di un cammino che vede impegnate le parrocchie nel concreto ascolto per percepire forte la voce di Dio e che mette al primo porto la forza trainante dello Spirito Santo, presupponendo un agire che sia secondo lo stile del Vangelo e che ci avvicini gli uni agli altri, quali compagni di viaggio. Una sfida che anche nella parrocchia di Fiaiano è stata accettata con entusiasmo e interesse da quanti in questi mesi seguono gli incontri.

“Tutti i partecipanti hanno sottolineato quanto l’ascolto sia alla base del nostro agire, ma allo stesso tempo quanto sia difficile fare un vero ascolto. Spesso ci scontriamo, nel nostro quotidiano, con persone che hanno proprio sete di essere ascoltati, di condividere le proprie vite ma anche con chi ha paura di aprirsi veramente. Purtroppo la mancanza di fiducia e la diffidenza verso l’altro ci portano a rinchiuderci i noi stessi o ad aver difficoltà a raccontare quello che viviamo per la semplice paura di non essere capiti o di essere giudicati.

Quello che però è emerso da tutti è che il nostro compito è quello soltanto di farsi uno, di camminare insieme con chi quotidianamente incontriamo. Non siamo quelli delle ‘soluzioni’, ma persone che devono saper Amare l’altro, che devono fare vuoto nell’ascolto senza pregiudizi.

Importante ricordarsi, per noi che viviamo all’interno di una comunità come quella parrocchiale o sociale, che non siamo soli ma che possiamo indirizzare l’altro verso chi può dare una mano concretamente.” Questo quanto Teresa Di Costanzo ci ha raccontato sulla condivisione delle tematiche trattate da uno dei gruppi di domenica pomeriggio.

“L’azione dello Spirito Santo, se ascoltata e prontamente riconosciuta in noi, può agire da tramite e fare da conduttore là dove le persone sono più lontane dalle nostre parrocchie e si sentono meno accolte. Con il nostro stile di vita che rispecchia quello di Gesù e del Vangelo sapremo metterci in ascolto e riscoprire cosi la bellezza del vero camminare insieme, dettati dalla volontà di crescere come parrocchia, tendendo la mano a tanti compagni di viaggio che incontreremo sul nostro cammino.

È naturalmente di grande importanza sentirsi noi e non io, lavorare in squadra”. Questa un’altra testimonianza a fine confronto del gruppo laboratoriale del sociale.

di Annalisa Leo


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