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24 ore per il Signore nel Decanato di Ischia

Una esperienza di sinodalità

Il 25 e 26 marzo la Diocesi di Ischia ha vissuto in maniera intensa e in “sinodalità” con il mondo intero la “24 ore per il Signore”. Le comunità dell’isola si sono raccolte, per decanato, in alcune parrocchie, ai piedi della Croce, per chiedere al Signore il dono di ” fare la Sua volontà ” e lo hanno fatto nel giorno dell’Annuncio dell’Angelo, con uno sguardo a Maria che, nove mesi prima della nascita del Salvatore, più di duemila anni fa, pronunciando liberamente il suo “Eccomi!”, ha cambiato il corso della storia.

La grande famiglia del Decanato di Ischia si è raccolta in adorazione davanti al Signore nella parrocchia di Santa Maria di Portosalvo e attraverso il sacramento della Riconciliazione e la preghiera incessante, ha vissuto un momento bellissimo di unità e fede che ha avuto inizio con la celebrazione eucaristica, concelebrata dai parroci del decanato, alle ore 9,00 di venerdì 25.

La concelebrazione, che ha aperto la giornata fortemente voluta da Papa Francesco, è stata di una tale bellezza che è rimasta negli occhi di ognuno e ognuno la leggeva negli occhi dell’altro. Vedere riuniti intorno alla stessa Mensa i nostri sacerdoti e noi laici delle varie famiglie parrocchiali uniti nella preghiera e nell’ascolto, ha destato un forte senso di appartenenza e una consapevolezza: “Una Chiesa unita è possibile là dove è l’amore e non l’individualismo a prevalere”.

Questo pensiero che ha attraversato la mente di noi tutti, si è manifestato nella condivisione successiva a questa bellissima giornata ed é stato certamente frutto del discernimento e del silenzio che insieme alla preghiera hanno caratterizzato questa “24 ore per il Signore”.

Durante l’omelia del decano don Carlo Candido hanno risuonato nella mente e nel cuore dei presenti queste parole: «…oggi quindi vorremmo porci anche noi alla scuola di Nazareth, alla scuola di Maria, per imparare da questa grande maestra a fare la volontà di Dio: perché è l’unica cosa buona, non ce ne è un’altra (…) attenzione nelle nostre chiese a vivere la fede e non la religiosità…tante persone fanno atti religiosi, ma quanto è difficile fare la volontà di Dio».

Don Carlo ha anche sottolineato come la sapienza e l’intelligenza siano un dono dello Spirito Santo e che fare la volontà di Dio non consiste solo nel “fare cose buone”: quelle le sanno fare tutti. Fare la volontà di Dio è cosa ardua…e come dice s. Giovanni apostolo “Chi fa la volontà di Dio rimane in eterno” (1Gv 2,17).

Durante questa giornata molti si sono avvicinati al sacramento della Riconciliazione e all’Eucaristia e hanno espresso, ognuno a modo suo, la sensazione di sentirsi rifocillati dalla Parola, dall’Eucaristia, ma anche dal fatto di ritrovarsi tutti insieme.

Una domanda è emersa forte nei giorni successivi: “Forse abbiamo bisogno più spesso di questi momenti decanali? Abbiamo bisogno di metterci in ascolto “insieme” e in silenzio davanti al Signore per fare la Sua volontà? La sinodalità è anche questo…?”. Sentire dentro di noi una sorgente d’acqua viva, che zampilla, è un dono troppo grande che non vogliamo perdere; noi cristiani siamo per antonomasia cercatori e sognatori: chissà se in un futuro non lontano l’ascolto e il discernimento ci porteranno a nuove forme di “aggregazione anche territoriale” che ci permetterà di assaporare meglio “qui ed ora” il sogno escatologico della Gerusalemme Celeste? La celebrazione eucaristica si è conclusa con l’atto di consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria.

Anche in questo momento si è avvertito forte il soffio dello Spirito Santo che ha spazzato via ogni nostra umana paura e fugato ogni dubbio: “…o piissima Vergine Maria… non si è mai udito che qualcuno sia ricorso alla tua protezione, abbia implorato il tuo patrocinio e domandato il tuo aiuto, e sia rimasto abbandonato…”. Tutta la “24 ore per il Signore” ha visto alternarsi le comunità e i parroci delle parrocchie del decanato, rispettivamente per l’animazione e le confessioni. Per ogni famiglia parrocchiale è stato un momento di grazia in cui ci siamo sentiti uniti al mondo intero davanti a Cristo. Il pensiero è andato spesso alla

pandemia e alle sue vittime, all’assurdità della guerra, ai nostri fratelli Ucraini e Russi, ma anche a tutte le guerre del mondo. Papa Francesco già da tempo ci ha avvertito che è in atto “una terza guerra mondiale fatta a pezzi”; sta a noi uomini porre fine a tutto ciò con la volontà e nella consapevolezza che siamo “tutti uno”. Riflettere sulla sinodalità può sicuramente aiutarci a capire che l’unica strada da percorrere in ogni nostra umana fatica è quella della cooperazione. Dall’ambito più piccolo a quello più grande “Siamo tutti nella stessa barca e se ci salviamo, ci salviamo tutti insieme”.

di Angelo Di Scala e Margherita Fiorentino

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