Commento al Vangelo Gv 8,1-11
Questo percorso che diciamo Quaresima non è il tempo dei fioretti né il tempo per fare una buona azione ma Gesù ci sta aiutando ad attuare tante piccole conversioni. Esse sono molte prima di celebrare la Pasqua.
Gesù ci ha invitato a cambiare la nostra idea di Dio, tante volte piccina, e dopo averci raccontato la meravigliosa figura del Padre misericordioso, oggi Gesù esagera! La bellissima pagina del Vangelo di oggi ci sconvolge! Anche se si trova nel Vangelo di Giovanni, tutti gli studiosi sono concordi nel dire che questa pagina è certamente un testo di Luca. Chissà come mai è finita lì.
Ad un certo punto della storia questa pagina conosciutissima ma anche imbarazzante si è perduta, forse perché all’inizio per la chiesa era troppo imbarazzante. Pensate che Sant’Agostino stesso dovrà ammettere che un po’ a causa della forza di questa pagina, essa era scomparsa dalle copie dei Vangeli; così Agostino nel IV secolo dice che bisogna rimetterla perché questa è una pagina che certamente è stata scritta dagli evangelisti e certamente ha a che fare con quello che ha fatto Gesù.
Perché era stata tolta? Perché si parla di una donna peccatrice che viene perdonata senza alcuna condizione. E questo anche tra i cristiani era veramente un po’ troppo, soprattutto tra i cristiani maschi. Questa pagina è stata recuperata e c’è stata donata in tutta la sua forza devastante: essa ci fa passare dall’idea di un Dio che premia, castiga a seconda di quello che facciamo alla visione di un Dio invece che perdona a prescindere, che ha un’altra logica.
L’episodio è situato in un contesto molto difficile, di contrapposizione. Gesù viene chiamato a giudicare una donna colta in flagrante adulterio. Lo volevano mettere con le spalle al muro. Mosè aveva dato l’ordine di lapidare donne come quella, e quindi Gesù cosa avrebbe fatto? Avrebbe palesemente violato la legge di Mosè? No, certo, e allora avrebbe detto “si” alla condanna, cancellando con un colpo di spugna questa visione tenera e misericordiosa di Dio Padre; insomma un bel inghippo. Qualunque risposta di Gesù, qualunque cosa faccia, Gesù resterà fregato.
Come per il figlio minore della parabola, di questa donna non frega niente a nessuno. Ella non ha un nome, non ha una storia, non c’è un contesto, non si sa niente di lei; è solo una donna anzi una donna “come queste”, donne che tradiscono, donne che violano il sacro patto del matrimonio. Notate bene non c’è nessun cenno del suo compagno, del suo amante; non c’è nessun cenno alla storia di questa donna.
Magari è stata data in sposa da bambina a un vecchiardo che la menava; magari la sua storia è stata contorta come le nostre, eppure non importa niente a nessuno: è una peccatrice. Ecco la prima conversione da operare: non giudicare le persone. Noi giudichiamo spesso le persone dalle loro azioni; per noi esse diventano quello che fanno e non quello che sono; diciamo ad una persona che è un ladro non che è una persona che ha rubato in quel momento, diciamo di una persona che è un tossico ma non diciamo è un ragazzo che ha avuto problemi con la tossicodipendenza.
Prendiamo un’azione, la amplifichiamo e così le persone sono lo straniero, il meridionale ecc. Anche la donna del Vangelo è definita “donne come queste”. La donna è messa nel mezzo per essere giudicata, condannata; Gesù invece la mette nel mezzo perché a lui sta a cuore il destino di questa donna, a lui sta a cuore la sua storia; chissà cosa è successo nella vita affettiva di questa persona. Gesù non intende giudicarla, non intende condannarla senza ascoltarla.
È interessante perché quando loro arrivano e la portano alla presenza di Gesù e la mettono nel mezzo per umiliarla, Gesù invece sta seduto come fanno i rabbini, sta nel tempio e scrive per terra. Il tempio era lastricato e Gesù sta scrivendo sulla pietra come il dito di Dio aveva scritto le tavole della legge. Per me quel gesto di Gesù significa: “Ma guardate come avete ridotto una legge fatta per la libertà”.
Gesù è rattristato, amareggiato perché noi siamo capaci di prendere anche le cose più belle e di rovinarle, siamo capaci di prendere le cose più intense, importanti e di ridurle a nulla, come stanno facendo questi uomini e queste donne. Ecco allora Gesù pronuncia quella frase bellissima che tutti noi conosciamo. Chi di noi non ha peccato, chi fra voi può dirsi perfetto, chi non si è trovato in una situazione simile; bene, se si è trovato in questa situazione sia lui a scagliare la prima pietra.
Gesù non sta giustificando questa donna e il suo amante; Gesù non sta dicendo che è tutto ok, che non fa niente, ma sta dicendo che se noi non partiamo dal presupposto che il più pulito ha la rogna, che tutti noi qui abbiamo qualcosa da nascondere, se ci ergiamo a giudici degli altri, se siamo meno peccatori degli altri quindi capaci di giudicare, non ne verremo mai fuori. È il clima che stiamo respirando in questo periodo. Ecco allora questa bellissima trovata di Gesù che alla fine riesce a salvare questa donna. Questi per un attimo rientrano in loro stessi.
Che conversione se fossimo capaci di non appellarci alla legge di Dio per umiliare le persone, se fossimo capaci di prendere quella legge che è scritta sulle tavole di pietra per metterla nel nostro cuore di carne! Forse anche il mondo cambierebbe. Questo è un po’ il messaggio di oggi. Gesù alla fine quando tutti se ne sono andati, guarda questa donna e le dice che nessuno l’ha condannata. Egli aggiunge “neanche io ti condanno” Egli che è l’unico che potrebbe perché è l’unico lì in mezzo ad essere senza peccato. E poi la ammonisce dicendo di non peccare più perché non ti succeda niente di peggio.
Gesù sta dicendo: “Guarda non prendere queste scorciatoie, Dio è il grande sposo, il grande amante. Non fuggire da quello che è il tuo percorso, quella che è la tua crescita. Poi magari scoprirai di essere innamorata di quest’altra persona”. Tutto questo è sconvolgente! Da dove nasce il perdono e la conversione? Dal sentirsi amati! Gesù sta distruggendo quello che purtroppo noi cristiani stiamo portando ancora avanti: io sbaglio, mi pento e Dio mi perdona! Non è così! Assurdo! Gesù ci sta dicendo: tu pecchi, io ti perdono e quel perdono ti fa sciogliere in pentimento! Nessun atto di dolore! Troppo assurdo! Ma questo è Dio!
Questo Dio è venuto esattamente per farci fiorire, per fare primavera, è venuto esattamente per aiutarci a fare un percorso che va al di là della legge, che va al di là del sentirsi giusti, buoni e perfetti e va al di la del piangerci addosso; non è venuto per farci sentire vittime, per farci dire mamma mia non valgo niente, sono un peccatore, ma per farci capire che lui ci considera meglio di quello che noi stessi pensiamo di essere. Capite ora perché questa pagina è scomparsa? Questa è la grande conversione che mi sembra che sono chiamato a fare io per primo mentre vi scrivo ormai nella prossimità della Pasqua.
Buona domenica!
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Questo percorso che diciamo Quaresima non è il tempo dei fioretti né il tempo per fare una buona azione ma Gesù ci sta aiutando ad attuare tante piccole conversioni. Esse sono molte prima di celebrare la Pasqua.
Gesù ci ha invitato a cambiare la nostra idea di Dio, tante volte piccina, e dopo averci raccontato la meravigliosa figura del Padre misericordioso, oggi Gesù esagera! La bellissima pagina del Vangelo di oggi ci sconvolge! Anche se si trova nel Vangelo di Giovanni, tutti gli studiosi sono concordi nel dire che questa pagina è certamente un testo di Luca. Chissà come mai è finita lì.
Ad un certo punto della storia questa pagina conosciutissima ma anche imbarazzante si è perduta, forse perché all’inizio per la chiesa era troppo imbarazzante. Pensate che Sant’Agostino stesso dovrà ammettere che un po’ a causa della forza di questa pagina, essa era scomparsa dalle copie dei Vangeli; così Agostino nel IV secolo dice che bisogna rimetterla perché questa è una pagina che certamente è stata scritta dagli evangelisti e certamente ha a che fare con quello che ha fatto Gesù.
Perché era stata tolta? Perché si parla di una donna peccatrice che viene perdonata senza alcuna condizione. E questo anche tra i cristiani era veramente un po’ troppo, soprattutto tra i cristiani maschi. Questa pagina è stata recuperata e c’è stata donata in tutta la sua forza devastante: essa ci fa passare dall’idea di un Dio che premia, castiga a seconda di quello che facciamo alla visione di un Dio invece che perdona a prescindere, che ha un’altra logica.
L’episodio è situato in un contesto molto difficile, di contrapposizione. Gesù viene chiamato a giudicare una donna colta in flagrante adulterio. Lo volevano mettere con le spalle al muro. Mosè aveva dato l’ordine di lapidare donne come quella, e quindi Gesù cosa avrebbe fatto? Avrebbe palesemente violato la legge di Mosè? No, certo, e allora avrebbe detto “si” alla condanna, cancellando con un colpo di spugna questa visione tenera e misericordiosa di Dio Padre; insomma un bel inghippo. Qualunque risposta di Gesù, qualunque cosa faccia, Gesù resterà fregato.
Come per il figlio minore della parabola, di questa donna non frega niente a nessuno. Ella non ha un nome, non ha una storia, non c’è un contesto, non si sa niente di lei; è solo una donna anzi una donna “come queste”, donne che tradiscono, donne che violano il sacro patto del matrimonio. Notate bene non c’è nessun cenno del suo compagno, del suo amante; non c’è nessun cenno alla storia di questa donna.
Magari è stata data in sposa da bambina a un vecchiardo che la menava; magari la sua storia è stata contorta come le nostre, eppure non importa niente a nessuno: è una peccatrice. Ecco la prima conversione da operare: non giudicare le persone. Noi giudichiamo spesso le persone dalle loro azioni; per noi esse diventano quello che fanno e non quello che sono; diciamo ad una persona che è un ladro non che è una persona che ha rubato in quel momento, diciamo di una persona che è un tossico ma non diciamo è un ragazzo che ha avuto problemi con la tossicodipendenza.
Prendiamo un’azione, la amplifichiamo e così le persone sono lo straniero, il meridionale ecc. Anche la donna del Vangelo è definita “donne come queste”. La donna è messa nel mezzo per essere giudicata, condannata; Gesù invece la mette nel mezzo perché a lui sta a cuore il destino di questa donna, a lui sta a cuore la sua storia; chissà cosa è successo nella vita affettiva di questa persona. Gesù non intende giudicarla, non intende condannarla senza ascoltarla.
È interessante perché quando loro arrivano e la portano alla presenza di Gesù e la mettono nel mezzo per umiliarla, Gesù invece sta seduto come fanno i rabbini, sta nel tempio e scrive per terra. Il tempio era lastricato e Gesù sta scrivendo sulla pietra come il dito di Dio aveva scritto le tavole della legge. Per me quel gesto di Gesù significa: “Ma guardate come avete ridotto una legge fatta per la libertà”.
Gesù è rattristato, amareggiato perché noi siamo capaci di prendere anche le cose più belle e di rovinarle, siamo capaci di prendere le cose più intense, importanti e di ridurle a nulla, come stanno facendo questi uomini e queste donne. Ecco allora Gesù pronuncia quella frase bellissima che tutti noi conosciamo. Chi di noi non ha peccato, chi fra voi può dirsi perfetto, chi non si è trovato in una situazione simile; bene, se si è trovato in questa situazione sia lui a scagliare la prima pietra.
Gesù non sta giustificando questa donna e il suo amante; Gesù non sta dicendo che è tutto ok, che non fa niente, ma sta dicendo che se noi non partiamo dal presupposto che il più pulito ha la rogna, che tutti noi qui abbiamo qualcosa da nascondere, se ci ergiamo a giudici degli altri, se siamo meno peccatori degli altri quindi capaci di giudicare, non ne verremo mai fuori. È il clima che stiamo respirando in questo periodo. Ecco allora questa bellissima trovata di Gesù che alla fine riesce a salvare questa donna. Questi per un attimo rientrano in loro stessi.
Che conversione se fossimo capaci di non appellarci alla legge di Dio per umiliare le persone, se fossimo capaci di prendere quella legge che è scritta sulle tavole di pietra per metterla nel nostro cuore di carne! Forse anche il mondo cambierebbe. Questo è un po’ il messaggio di oggi. Gesù alla fine quando tutti se ne sono andati, guarda questa donna e le dice che nessuno l’ha condannata. Egli aggiunge “neanche io ti condanno” Egli che è l’unico che potrebbe perché è l’unico lì in mezzo ad essere senza peccato. E poi la ammonisce dicendo di non peccare più perché non ti succeda niente di peggio.
Gesù sta dicendo: “Guarda non prendere queste scorciatoie, Dio è il grande sposo, il grande amante. Non fuggire da quello che è il tuo percorso, quella che è la tua crescita. Poi magari scoprirai di essere innamorata di quest’altra persona”. Tutto questo è sconvolgente! Da dove nasce il perdono e la conversione? Dal sentirsi amati! Gesù sta distruggendo quello che purtroppo noi cristiani stiamo portando ancora avanti: io sbaglio, mi pento e Dio mi perdona! Non è così! Assurdo! Gesù ci sta dicendo: tu pecchi, io ti perdono e quel perdono ti fa sciogliere in pentimento! Nessun atto di dolore! Troppo assurdo! Ma questo è Dio!
Questo Dio è venuto esattamente per farci fiorire, per fare primavera, è venuto esattamente per aiutarci a fare un percorso che va al di là della legge, che va al di là del sentirsi giusti, buoni e perfetti e va al di la del piangerci addosso; non è venuto per farci sentire vittime, per farci dire mamma mia non valgo niente, sono un peccatore, ma per farci capire che lui ci considera meglio di quello che noi stessi pensiamo di essere. Capite ora perché questa pagina è scomparsa? Questa è la grande conversione che mi sembra che sono chiamato a fare io per primo mentre vi scrivo ormai nella prossimità della Pasqua.
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Don Cristian Solmonese
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