Giovedì 7 aprile alle ore 16:00 la Diocesi di Ischia, con la benedizione del suo Pastore, Padre Gennaro Pascarella e del direttore della Caritas Diocesana, Don Gioacchino Castaldi, ha inaugurato la Cittadella della Carità intitolata a don Pasquale Sferratore, nella struttura, situata nella zona di Monterone, che ha ospitato in passato per molti anni una scuola materna. Oltre alla grande famiglia della Caritas Diocesana, sono intervenuti, data l’importanza dell’evento, il responsabile nazionale Macro Progetti della Caritas Italiana, Don Andrea La Regina, il Delegato della Caritas della Regione Campania, Don Carmine Schiavone e il responsabile degli Empori in Italia, dott. Gennaro De Cicco, insieme alle autorità civili locali.
Era fermo desiderio di Don Pasquale Sferratore, amato parroco di Monterone scomparso nell’ottobre del 2020, che quella sede, ubicata nel cuore del suo quartiere, che aveva visto per anni la presenza di tanti bambini con le loro famiglie, potesse svolgere di nuovo una funzione sociale importante. Il desiderio di don Pasquale è stato accolto da Mons. Pietro Lagnese, quando era ancora Vescovo di Ischia, il quale, come ben sa chi lo ha conosciuto, ha saputo accendere il fuoco nei cuori dei volontari della Caritas diocesana e del loro direttore, quel fuoco che infiamma i sogni, fa superare le difficoltà e innesca il meccanismo della creatività e dell’inventiva, grazie alle quali quel sogno si è concretizzato. Quando sono condivisi, i sogni diventano realtà. Naturalmente è stato necessario il supporto della Caritas Italiana, che ha consentito di realizzare il progetto con i Fondi dell’8×1000. Il sogno ha dunque preso forma, e ci ha consentito di realizzare una vera e propria Cittadella della Carità, nel cuore di Forio d’Ischia. Il nostro attuale Vescovo, Gennaro Pascarella, ci ha accompagnati passo per passo, sostenendoci e rincuorandoci con la sua presenza. Insieme a lui, abbiamo seguito con attenzione i lavori di riadattamento e trasformazione della struttura. La cittadella intitolata al caro Don Pasquale Sferratore vuole essere un “luogo di relazioni” e non solo un presidio che eroga servizi, un luogo nel quale lavorare anche per contrastare la povertà crescente, un luogo dove incrementare e rafforzare quell’azione di supporto ai più deboli ed emarginati che le Caritas parrocchiali già vivono e realizzano, potenziando in tal modo gli interventi già in atto sul territorio isolano.
La Cittadella risponde innanzitutto anche ad una necessità divenuta sempre più urgente sul territorio isolano: trovare un appoggio per le persone in difficoltà e per coloro che vivono situazioni di disagio anche temporaneo – che non hanno a volte dove consumare un pasto caldo, o possono non avere a disposizione abiti puliti – per gli emarginati di una società che spesso lascia da soli i più deboli, a volte dimenticandosi della loro esistenza.
Per queste esigenze, all’interno della Cittadella è stato previsto uno spazio dedicato, il Centro di Ascolto, animato dai volontari delle comunità parrocchiali e dell’Equipe della Caritas diocesana, che sarà il luogo dove incontrare, accogliere, ascoltare e prendere in carico coloro che vivono una situazione di fragilità sociale ed economica. Sarà il cuore di tutto il Centro, il luogo dove si cercherà, attraverso i volontari, di dare risposte concrete alle persone, luogo dal quale si svilupperà e si articolerà la solidarietà e crescerà il senso di corresponsabilità di tutta la comunità nel servizio verso il prossimo. Partendo dall’ascolto delle storie di disagio, sarà possibile costruire insieme progetti di vita atti a superare le difficoltà. Saranno così promosse attività a supporto delle famiglie: si fornirà non solo sostegno materiale, ma anche attività laboratoriali pensate per i più piccoli, attività di supporto extrascolastico, percorsi di sostegno alla genitorialità, attività dedicate agli adolescenti e tutto quanto potrà essere di aiuto per le persone e le famiglie in difficoltà.
Inoltre la Cittadella ospiterà un Emporio della Solidarietà, una iniziativa che, come già sta avvenendo in altre parti d’Italia, consentirà alle famiglie in temporanea difficoltà di ricevere una tessera a punti grazie alla quale potranno fare la spesa personalmente, sia di generi alimentari, sia di prodotti di prima necessità. In tal modo si modifica e si migliora il meccanismo già noto della distribuzione del “pacco viveri” – tipico del Banco Alimentare parrocchiale – per dare luogo ad una forma di assistenza che è anche di accompagnamento, per superare insieme le difficoltà. Si tratta di un vero e proprio minimarketmunito di cassa automatizzata, carrelli e scaffali, con una variegata tipologia di prodotti. Le persone “in temporanea difficoltà”, potranno accedervi rivolgendosi o al Centro di Ascolto della Cittadella, dove troveranno l’accoglienza di volontari preparati, o al Centro di Ascolto Caritas della propria parrocchia o ai Centri di Ascolto Diocesani. In tal modo non riceveranno un pacco alimentare prestabilito e uguale per tutti, ma avranno invece una carta con un valore stabilito con la quale potranno accedere all’emporio e scegliere liberamente i prodotti più idonei alle proprie necessità. Come si evince facilmente questo strumento punta a ridare la dignità di scelta, la possibilità di gestire in prima persona il budget ricevuto e, valore importantissimo, mira a comprendere le reali esigenze degli assistiti e ad aiutarli a impiegare bene le risorse e gli aiuti che ricevono, operando, ove necessario, anche un processo di formazione nella corretta gestione del bilancio familiare attraverso corsi specifici.
In sintonia con la normativa che regola le attività dell’Emporio, i fruitori del servizio potranno essere seguiti per un periodo di 6 mesi e saranno anche accompagnati e orientati ad utilizzare gli altri servizi di supporto presenti sul territorio.
Ancora: nella struttura è stato realizzato un Servizio Docce, per venire incontro a un’esigenza ormai divenuta ineludibile anche da noi, un Servizio Guardaroba funzionale ai fruitori del Servizio Docce e un Servizio Mensa.
La Cittadella della Carità con i suoi servizi è destinata ad essere come un seme di sicomoro che, seppur piccolo, può generare tanta vita intorno a sé e può soprattutto innescare la speranza della salvezza, realizzando progetti di solidarietà sociale atti a promuovere concretamente la dignità della persona in tutta la sua globalità, con una particolare attenzione alla famiglia, che oggi più che mai è assalita da mille sfide, non ultima quella educativa.
La realizzazione della Cittadella, va ricordato, ha ricevuto una accelerazione a causa del vertiginoso incremento delle richieste di aiuto registrate in questi anni, esplose nel 2020 per effetto della crisi conseguenza della pandemia. Moltissime famiglie sono sprofondate in uno stato di grave difficoltà e tale situazione ci ha spinti a ripensare e riarticolare il consueto aiuto alimentare alle famiglie. Il modello organizzativi degli empori ci è sembrato il più adatto alle nuove esigenze, poiché facendo leva sulle risorse e sulle capacità personali di ciascuno, innesca una modalità attiva di aiuto, che evita l’assistenzialismo nel quale spesso si rischia di scivolare. Il modello dell’Emporio è per tanti aspetti ambizioso, ma è di certo uno strumento innovativo e creativo, attraverso il quale la solidarietà diventa partecipazione. L’Emporio della Solidarietà, e più in generale la Cittadella della Carità, opererà in collaborazione con tutti gli Uffici Pastorali Diocesani, con le comunità parrocchiali, ma anche con le Istituzioni. Più in generale esso intende sviluppare una collaborazione sinergica tra la Caritas, la Pastorale familiare ed i Servizi Sociali dei comuni, allo scopo di elaborare progetti di accompagnamento, dove condividere gli obiettivi e le risorse in modo da sostenere i nuclei in difficoltà in modo sempre più virtuoso. Con questa iniziativa si cercherà infine di rispondere alla sfida educativa che oggi ci e ci costringe a ripensare gli stili di vita, per rimettere al centro i valori della condivisione e della solidarietà e favorire forme di solidarietà familiare oltre a collaborazioni con il mondo imprenditoriale e le associazioni del terzo settore affinché ciascuno possa sentirsi realmente e concretamente coinvolto.
di Luisa Pilato