La pace sia con voi!
È questo il saluto di Gesù Risorto ai discepoli, quando apparve loro. Egli aveva detto: ” Vi lascio la pace, vi do la mia pace”. La pace che Egli ci dona non è solo assenza di guerre, ma è soprattutto pace nel cuore e nella mente, pace intima, profonda. Questa pace si estende nelle relazioni con gli altri, ad iniziare da coloro che ci sono più vicini, nelle relazioni tra i gruppi, tra le comunità, tra le nazioni.
Siamo chiamati ad essere costruttori di pace lì dove il Signore ci ha chiamati a vivere. Il distintivo dei figli di Dio è essere operatori di pace. “Beati gli operatori di pace – ha detto Gesù – perché saranno chiamati figli di Dio”. In ogni Eucaristia chiediamo al Signore che doni alla sua Chiesa unità e pace: è questa la sua volontà.
Come il Signore ” stette in mezzo” ai discepoli e disse loro: “Pace a voi!”, così ora Egli è in mezzo a noi e ci dice: “Pace a voi!”.
In questa settimana con insistenza stiamo ascoltando la bella notizia, fonte di gioia, di pace e di speranza: “Cristo, mia speranza, è risorto … Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto”.
Le discepole e i discepoli faticano a credere alla risurrezione di Gesù. È troppo bello per essere vero! Gesù non li giudica per i loro turbamenti e per i loro dubbi, con pazienza prima chiede loro da mangiare e, poi, come ha fatto con i discepoli di Emmaus, li aiuta a comprendere le Scritture: “il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno”.
Egli dice anche a noi questa sera: “Non temete, sono Io! Non sono un fantasma! Sono veramente Io! Non vi ho detto: Io sono con voi, sempre, fino alla fine del mondo? Sono con voi nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia. Sono con voi, anche quando scende la notte, quando arriva l’ora delle tenebre, quando la prova sembra tutto mettere in discussione … sono con voi sempre! Anche nell’ora della morte! In quell’ora è con voi anche mia madre, come lo è stata con me sotto la Croce finché non ho reso l’ultimo respiro! … “
Cristo è vivo, è con noi!
Nell’Eucaristia non solo è presente, ci dona sé stesso. Non si è accontentato di essere presente, ma ha voluto donarci sé stesso e ha inventato la divina Eucaristia!
È Lui che ci parla attraverso le Sacre Scritture. Ascoltarle è ascoltare Lui, trascurarle è trascurare Lui, rifiutarle è rifiutare Lui, viverle è lasciare che la sua vita sia la nostra!
Egli è presente nel fratello e nella sorella, in particolare in coloro che sono feriti dalla vita: quello che facciamo loro, lo facciamo a Lui.
Egli è presente anche nella comunità (dove due o tre). Che bello sapere che la famiglia può essere una piccola Chiesa, avere la presenza del Signore! Se tra i membri di una famiglia c’è amore vero, lì c’è Gesù. Così in ogni comunità ecclesiale.
Egli vuole dimorare dentro ognuno di noi. Anche quando siamo soli è con noi! Rientrare nel profondo di noi stessi è per dialogare con Lui, ascoltare la Sua voce. Dovremmo vivere dentro ancorati a Dio, vivendo la Sua parola, protesi a fare la Sua volontà, che è innanzitutto amare Dio con tutto il nostro essere e il prossimo come noi stessi.
Sorelle e fratelli,
Siamo qui riuniti questa sera per accompagnare con la preghiera e l’amicizia nostra sorella Giovanna, che tra poco, consapevole dell’amore infinito, eccedente, preveniente, gratuito di Dio per lei, vuole donare a Lui tutta sé stessa con i voti di castità, di povertà e di obbedienza.
La “consacrazione” a Dio è una questione di amore! Si tratta di non amare di meno, ma, con la grazia di Dio, di più. Il consacrato e la consacrata dicono con la loro scelta: “Sei Tu, Signore, l’unico mio bene!”. Il loro desiderio più profondo è quello di imitare il Signore umile, povero, casto nella mente e nel cuore, non solo nel corpo, sempre pronto a fare la volontà del Padre, che fatto della sua vita un dono di amore al Padre e ai fratelli.