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Durante l’udienza generale del 13 aprile, mercoledì della settimana santa, Papa Francesco ha sospeso temporaneamente la catechesi sull’anzianità per argomentare sulla Pace, tema che sta a cuore a tutti i fedeli in questo periodo drammatico per l’umanità, dove le notizie sulla guerra tra Ucraina e Russia occupano un posto predominante ultimamente.

Purtroppo il mondo in cui viviamo è oppresso da tante altre guerre, se ne parla poco probabilmente perché interessano poco a chi non ne è coinvolto direttamente, ognuno pensa al proprio orticello, l’egoismo umano indurisce il cuore di chi potrebbe mettere fine ad ogni sopruso ma non fa niente. Allora ci si potrebbe chiedere: «Ma Dio dov’è? Perché non interviene?». L’unica risposta è che Dio è lì, su quella Croce, come ogni crocifisso di ogni tempo, dove ci ha insegnato il perdono, la perseveranza al bene fino all’ultimo respiro, l’abbandono al Padre che tutto può e fa. La Resurrezione che dà la Pace è l’ultima parola sulla morte e su ogni sofferenza.

Il Santo Padre ha detto: «Gesù, prima della sua ultima Pasqua, disse ai suoi: «Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore». Sì, perché mentre il potere mondano lascia solo distruzione e morte – lo abbiamo visto in questi giorni –, la sua pace edifica la storia, a partire dal cuore di ogni uomo che la accoglie. Pasqua è allora la vera festa di Dio e dell’uomo, perché la pace, che Cristo ha conquistato sulla croce nel dono di sé, viene distribuita a noi. Perciò il Risorto, il giorno di Pasqua, appare ai discepoli e come li saluta? «Pace a voi!». Questo è il saluto di Cristo vincitore, di Cristo risorto. Fratelli, sorelle, Pasqua significa “passaggio”.

È, soprattutto quest’anno, l’occasione benedetta per passare dal dio mondano al Dio cristiano, dall’avidità che ci portiamo dentro alla carità che ci fa liberi, dall’attesa di una pace portata con la forza all’impegno di testimoniare concretamente la pace di Gesù. Fratelli e sorelle, mettiamoci davanti al Crocifisso, sorgente della nostra pace, e chiediamogli la pace del cuore e la pace nel mondo».

Nella Leggenda dei tre compagni delle Fonti Francescane c’è un episodio singolare sul saluto della pace rivelato da Gesù al Serafico Padre Francesco: «Com’egli stesso ebbe a confidare più tardi, aveva appreso da rivelazione divina questo saluto: “Il Signore ti dia pace!”. All’inizio delle sue prediche, offriva al popolo questo messaggio di pace. Fatto straordinario, che ha del miracoloso: egli aveva avuto, prima della conversione, un precursore nell’annunzio di pace, il quale percorreva di frequente Assisi salutando col motto: “Pace e bene! pace e bene!”.

Si formò poi la convinzione che, come Giovanni il Precursore si tirò in disparte appena Gesù cominciò la sua missione, così anche quell’uomo, simile a un secondo Giovanni, precedette Francesco nell’augurio di pace, e scomparve dopo l’arrivo del Santo. L’uomo di Dio, Francesco, animato dallo spirito dei profeti e seguendo il loro linguaggio, come echeggiando il suo precursore, annunziava la pace e predicava la salvezza. Moltissimi, persuasi della sua parola, si riconciliavano in sincera concordia, mentre prima erano vissuti ostili a Cristo e lontani dalla salvezza».

In questo periodo pasquale preghiamo il Re della Pace perché questa si possa realizzare. Pace e Bene a tutti.

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