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Per riscaldare il corpo e l’anima

Aveva 23 anni Rosa quando i militari americani, arrivati in Italia per liberare il Paese dal nazifascismo, regalarono a lei e a suo marito delle coperte di lana.

 “Credevo di non rivedere più quegli orrori”. Rosa aveva poco più di vent’anni, quando il suono delle sirene entrò a far parte della sua quotidianità. Arrivava quando meno te l’aspettavi, di giorno o di notte poco importava. Non c’era tempo da perdere, bisognava lasciare tutto subito, scappare e rintanarsi nei rifugi, per mettersi al riparo dalle bombe. Nei rifugi il tempo pareva congelato. I minuti sembravano ore e le ore giorni. Si stava sempre con l’orecchio sempre teso per cercare di capire cosa accadeva fuori, aspettando il segnale del cessato allarme. E spesso, quando si usciva, non si ritrovavano più le cose di prima. Nell’aria l’odore acre delle macerie ancora fumanti e negli occhi il grigiore della distruzione.

Sono trascorsi otto decenni. Ma la storia, purtroppo, non è cambiata.

E Rosa, che di anni oggi ne ha 101, pensa a quelle ragazze, poco più che ventenni (com’era lei) che in Ucraina, per mettersi in salvo dalle bombe, sono costrette a lasciare tutto e a scappare nei rifugi ogni qualvolta suonano le sirene. E mentre la mente risveglia quei ricordi mai veramente sopiti, le pare di risentire ancora l’odore acre delle macerie. Le si stringono le spalle ripensando a quando il freddo della paura le gelava le ossa. E in quei momenti il poter avvolgersi in una coperta non era solo un semplice gesto per mettersi al riparo dalle basse temperature. Quel pezzo di lana non teneva al caldo solo il corpo, ma abbracciava e riscaldava soprattutto lo spirito.

Coperte e cioccolata: questi i regali degli alleati alla gente infreddolita e indebolita dalla guerra. Per riscaldare e rinfrancare il corpo e l’anima. Per restituire fiducia nel futuro.

Aveva 23 anni Rosa quando i militari americani, arrivati in Italia per liberare il Paese dal nazifascismo, regalarono a lei e a suo marito delle coperte di lana.

Coperte di pura lana vergine, calde e resistenti, tessute per affrontare situazioni estreme. Poco modaiole, ma molto pratiche.

“Ricordo che mio marito – ha raccontato in un’intervista Rosa che, a dispetto dei suoi 101 anni, di verve e lucidità ne ha da vendere – ha ricevuto quelle coperte in dono dagli americani. Dagli anni ’40, quando ero giovane sposa, non sono mai uscite dalla mia casa”.

Quelle coperte hanno sempre fatto parte della famiglia di Rosa. L’hanno accompagnata ovunque. Soprattutto nelle situazioni “estreme”. “Le abbiamo usate in tutti questi anni sia per le nostre gite in montagna, che per i campeggi con i bambini – racconta –. Mio marito amava molto la montagna e noi andavamo spesso a fare gite, trekking e campeggi. Sempre con le nostre coperte”.

Ogni volta, quando tornavano a casa, Rosa le riponeva con cura, pronte per essere tirate fuori per una nuova avventura.

Oggi, a 77 anni di distanza, sembrano nuove. Impacchettate con cura in sacchetti di nylon, le coperte della seconda guerra mondiale hanno lasciato qualche settimana fa la casa di Rosa. “Ho pensato che quelle care coperte potessero essere utili per gli sfollati in Ucraina – sottolinea l’ex maestra di Carrara – mi sono detta che serviranno più a loro che a me”.

Rispondendo all’appello lanciato da Caritas e Pastorale giovanile di Massa Carrara Pontremoli, Rosa ha deciso di regalare quelle coperte a lei tanto care, perché possano riscaldare il cuore e restituiscano la fiducia a chi oggi, dopo essersi visto portar via tutto dalla guerra, non crede più in niente.

Le coperte sono arrivate A Santo Stefano Magra, dove si trova il centro di raccolta della Caritas di La Spezia. Da qui sono partite a fine marzo alla volta dell’Ucraina. Sono arrivate – insieme a 33 bancali misti di generi alimentari, prodotti per l’infanzia, farmaci e indumenti vari – a Widna Gora, cittadina della Polonia settentrionale e da qui sono state portate al confine tra Ucraina e Polonia.

Le coperte, dono dei soldati americani, sono passate così da una guerra a un’altra.

“La storia si ripete – si legge su biglietto che ha accompagnato la coperta regalata da nonna Rosa, postato su Fb dalla Caritas di La Spezia –. Si ripetono le guerre, ma anche i gesti di pace e di speranza. Questa coperta ora servirà per un’altra guerra, coprirà altre persone che stanno vivendo lo stesso dramma”.

Fonte: Irene Argentiero – Sir

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