Fondatore dei Padri Vocazionisti e delle Suore Vocazioniste
Domenica 15 maggio, sul sagrato della Basilica di San Pietro, di nuovo completamente riempita, Papa Francesco ha presieduto la celebrazione eucaristica e il Rito della Canonizzazione di 10 nuovi santi: il presbitero Charles de Foucauld, che ha ispirato negli anni la nascita di diverse famiglie di laici, preti, religiosi e religiose e di cui il Kaire ha parlato nel numero scorso; Titus Brandsma, presbitero olandese dell’Ordine Carmelitano, espressione del libero giornalismo; il laico Lazzaro detto Devasahayam; il presbitero César de Bus, fondatore della Congregazione dei Padri della Dottrina Cristiana; il presbiter Luigi Maria Palazzolo, fondatore dell’Istituto delle Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo; Marie Rivier, fondatrice della Congregazione delle Suore della Presentazione di Maria; Maria Francesca di Gesù Rubatto, fondatrice delle Suore Terziarie Cappuccine di Loano; Maria di Gesù Santocanale, fondatrice della Congregazione delle Suore Cappuccine dell’Immacolata di Lourdes; Maria Domenica Mantovani, fondatrice e prima Superiora Generale dell’Istituto delle Piccole Suore della Sacra Famiglia, e infine il presbitero puteolano Giustino Maria Russolillo, fondatore della Società delle Divine Vocazioni e della Congregazione delle Suore delle Divine Vocazioni.
Giustino Maria Russolillo (Pianura, Napoli, 18 gennaio 1891 – 2 agosto 1955) nacque nella cittadina di Pianura, allora comune a sé, oggi grande quartiere di Napoli, tuttora in diocesi di Pozzuoli. Sperimentò in prima persona le difficoltà cui può andare incontro un giovane che desideri diventare prete, ma non ne ha i mezzi. Anche per questo motivo promise solennemente al Signore, proprio nel giorno della sua ordinazione sacerdotale (20 settembre 1913), che avrebbe fondato un’opera per aiutare i giovani e i ragazzi in tal senso. Non riuscendo a superare alcune difficoltà nella sua Diocesi di origine, si mise in contatto con il vescovo di Troia, il quale si dichiarò disposto ad accettarlo nella sua diocesi, ma mentre si ultimavano i preparativi per il passaggio dalla diocesi di Pozzuoli a quella di Troia, il vescovo di Ischia, Monsignor Pasquale Ragosta, nominato allora amministratore apostolico di Pozzuoli, chiese a don Giustino di compiere in Diocesi ciò che avrebbe voluto fare altrove e lo invitò a prendere possesso della parrocchia di San Giorgio Martire, dove entrò il 20 settembre 1920 e che resse per trentacinque anni. Il 18 ottobre dello stesso anno diede vita alla Società Divine Vocazioni (o Padri Vocazionisti) con alcuni dei ragazzi più motivati che già l’avevano seguito. Un anno dopo, invece, fu l’inizio delle Suore delle Divine Vocazioni (o Suore Vocazioniste), formate da alcune ragazze alle quali faceva da direttore spirituale. Ipotizzò anche un Istituto secolare femminile, sorto dopo la sua morte col nome di Apostole Vocazioniste della Santificazione Universale. Prolifico scrittore e predicatore, basò la sua spiritualità sulla divina unione dell’anima con la Santissima Trinità e sulla comune chiamata alla santità. Morì per una forma di leucemia il 2 agosto 1955. I suoi resti mortali sono esposti alla venerazione dei fedeli nella cripta della chiesa del Vocazionario “Deus Charitas” a Napoli, nel quartiere di Pianura. La sua memoria liturgica cade il 2 agosto, giorno anniversario della sua nascita al Cielo.
Nell’omelia, durante la celebrazione, il Papa ha invitato ad una conversione sull’idea che spesso abbiamo di santità. «A volte, insistendo troppo sul nostro sforzo di compiere opere buone, abbiamo generato un ideale di santità troppo fondato sulla capacità di rinuncia, sul sacrificarsi per conquistare un premio. Così l’abbiamo separata dalla vita di tutti i giorni invece che cercarla nella quotidianità, nella polvere della strada, nei travagli della vita concreta». Bergoglio invita a “fare scelte e compiere gesti d’amore” in ogni situazione, a “dare la vita”, che non è solo offrire qualcosa, ma donare sé stessi. «È uscire dall’egoismo – conclude il pontefice – per fare dell’esistenza un dono, guardare alle necessità di chi ci cammina accanto, spenderci per chi ha bisogno, magari anche un po’ di ascolto, di tempo, di una telefonata» (omelia completa di Papa Francesco).
Entusiasta il vescovo di Ischia e Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella, sottolineando che un altro santo viene donato alla Chiesa di Pozzuoli dopo tanti secoli (i santi puteolani sono tutti del IV secolo), come intercessore ed esempio: «San Giustino – afferma il presule – invita tutti noi ad essere santi, qualunque sia lo stato di vita, la vocazione o compito nella Chiesa e nella società».
Un auspicio condiviso dal vescovo ausiliare di Pozzuoli, monsignor Carlo Villano, affinchè “san Giustino Maria Russolillo ci illumini e sostenga tutti noi”.
La presenza della Famiglia Vocazionista nel mondo è significativa, come messo in luce dal Superiore Generale, padre Antonio Rafael do Nascimento: «Più che donare ai poveri, don Giustino si è donato ai poveri. Era soprattutto la presenza del parroco di Pianura che dava alle persone, specialmente le più povere, la certezza di non sentirsi sole, abbandonate, dimenticate. Per trentacinque anni, come parroco di San Giorgio, è stato veramente un pastore, un padre per i poveri».
In collaborazione con Segni dei Tempi