Il contributo delle persone con disabilità al Sinodo sulla sinodalità
Il 18 maggio si è svolta una sessione di ascolto online, della durata di circa due ore, sul tema “La Chiesa è la vostra casa. Il contributo delle persone con disabilità al Sinodo sulla sinodalità” promosso dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita in collaborazione con la Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi.
La sessione, alla quale hanno partecipato rappresentanti delle Conferenze episcopali e delle associazioni internazionali, ha avuto l’obiettivo di “dare voce” direttamente alle persone con disabilità, fedeli che spesso si trovano ai margini delle nostre Chiese. Nonostante molti di loro siano già stati coinvolti negli incontri promossi da parrocchie, diocesi e associazioni, l’incontro è stato infatti l’avvio di un vero e proprio processo sinodale internazionale a loro dedicato.
In una dinamica di dialogo, circa 30 partecipanti con disabilità sensoriali, fisiche o cognitive – collegati da più di 20 paesi del mondo – hanno potuto esprimersi nelle proprie lingue (comprese tre lingue dei segni) in vista della redazione congiunta di un documento per rispondere alla domanda fondamentale del sinodo: come camminiamo con Gesù e i nostri fratelli e sorelle per annunciarlo? Per il futuro, cosa chiede lo Spirito alla nostra Chiesa? di crescere nel nostro cammino con Gesù e con i nostri fratelli e sorelle per annunciarlo.
Quattro commoventi testimonianze provenienti da Liberia, Ucraina, Francia e Messico hanno richiamato l’attenzione sulla necessità di superare la discriminazione, l’esclusione e il paternalismo. Molto toccanti sono state le parole di un catechista francese con sindrome di Down: ‘Alla nascita avrei potuto essere abortito. Sono felice di vivere”, ha detto, “amo tutti e ringrazio Dio per avermi creata”. Consacrata, ha ricevuto dal suo vescovo un duplice mandato: la preghiera e l’evangelizzazione.
In apertura il card. Mario Grech, Segretario Generale della Segreteria del Sinodo dei Vescovi, ha condiviso la sua esperienza personale: ‘Sono in debito con le persone con disabilità. Uno di loro mi guida sulla via della vocazione sacerdotale. Se il volto del fratello o della sorella disabile viene scartato, è la Chiesa che diventa disabile».
Il Segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, p . Alexandre Awi Mello , ha detto ai partecipanti che nel processo sinodale la sfida è “superare ogni pregiudizio di chi crede che chi ha difficoltà ad esprimersi non abbia un pensiero proprio, né nulla di interessante da comunicare”.
In chiusura, suor Nathalie Becquart , Sottosegretaria alla Segreteria del Sinodo dei Vescovi, ha proposto ai partecipanti di osservare un momento di silenzio, per “sentire”, ha detto, “come lo Spirito Santo ha parlato a ciascuno. Ci sono tesori di umanità condivisa e offerta alla Chiesa”.
I partecipanti sono stati invitati ad elaborare nei prossimi mesi un documento comune basato sulle loro esperienze e conoscenze del mondo della disabilità che hanno maturato in prima persona e attraverso il loro impegno pastorale. Il documento sarà poi consegnato alla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi per essere considerato nella continuazione del cammino sinodale.
L’incontro si inserisce in un percorso iniziato nel dicembre 2021 dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita con la campagna video #IamChurch, sul protagonismo ecclesiale delle persone con disabilità e vuole essere una risposta all’appello del Papa in Fratelli Tutti (n.98) quando invita le comunità a “dare voce” a quegli “esuli nascosti” …che si sentono esistere senza appartenere e senza partecipare”. “Lo scopo”, prosegue il Santo Padre, “non è solo l’assistenza , però partecipazione attiva alla comunità civile ed ecclesiale.
Il percorso si concluderà nei prossimi mesi con un incontro di presentazione a Roma. Synod.va